6.12.13

Dealer

Benedek Fliegauf
Ungheria, 2004
136 minuti
 

L'ultima giornata di un giovane spacciatore che in sella alla sua bicicletta, attraversa le vie di una città spettrale e con essa, le non-vite dei reietti che la popolano; distribuendo dosi; alleviando sofferenze; facendosi confessore dei tormenti altrui e cercando di ricostruire quei rapporti, destinati invece a svanire per sempre, nel buio più profondo...
Rivedendo Dealer si resta maggiormente attoniti; perchè al di là della sua potenza e originalità, stiamo assistendo a un film di Benedek Fliegauf (il secondo, dopo Rengeteg) e forse il miglior film, realizzato finora dall'ungherese. E di conseguenza si resta attoniti, perchè pare impensabile trovarsi di fronte allo stesso autore di quel Womb (2010) che ad oggi appare ancora più distante dall'opera presa in esame (anche se con l'ultimo Just the Wind, sembra prospettarsi una leggera ripresa). Tra l'altro nel 2004, ad accompagnare Dealer c'era anche il cortometraggio Hypnos (torno a sottolinearlo, per chi se lo fosse fatto sfuggire), il quale sembra un fratello minore di Dealer, pregno della stessa atmosfera funerea e claustrofobica, simile anche in determinate scene (i sotterranei metropolitani) nonchè nella fotografia: livida, bluastra. Si accennava all'originalità, che risiede fondamentalmente nel modo in cui Fliegauf, racconta la storia; nel modo in cui affronta un tema come quello sulla dipendenza dalla droga (tratteggiando egregiamente la figura di un pusher qui, alquanto atipica se confrontata con lo stereotipo di altri film sullo stesso argomento), evitando di scivolare nell'impersonale grazie a delle accortezze tecnico/stilistiche dalle quali è impossibile non farsi avvolgere. Perchè Dealer si sviluppa e procede come una spirale poliedrica (andamento - suono - introspezione), tramite innanzitutto a un elegante movimento elicoidale della cinepresa (che parte in maniera estatica, immortalando i volti preganti di una setta religiosa), compiuto costantemente in senso orario (preciso, fluttuante) ad ogni sequenza e che rappresenta l'ineluttabile scorrere del tempo. Un tempo/movimento che è quello del protagonista, di un uomo assorto nel dubbio della sua condotta (la discutibile "professione" - i rapporti con le persone a lui più vicine - la presunta paternità) e che è il collante, alle sue esplorazioni da una vita all'altra; da uno stadio di dipendenza, all'altro. Ed è un movimento, che necessita assolutamente di quel suono assillante (magistralmente realizzato dallo stesso Fliegauf, assieme a Zoltán Tamási); di quell'onda sinusoidale (un white noise ipnotico e cupo) che lo accompagna fino ad assumere, al centro del percorso (nel cuore del film) la cadenza di un cortocircuito, insopprimibile, come l'inquietante lamento della studentessa in overdose da funghi allucinogeni (uno dei segmenti migliori). E nel corso di questo fluire ossessivo, il campo si restringe sul travaglio dei volti, dei corpi catatonici e la spirale, è progressivamente destinata a penetrare nelle angosce interiori dell'uomo nonchè, a scavare oltre, il sottosuolo. Oltre quella pozzanghera oleosa, lapide della memoria di un padre (anch'esso, avvolto nella spirale del dolore). Oltre la luce cerulea di quel solarium; già preludio funesto, donato in punto di morte al protagonista (al dispensatore di morte) e che diverrà a sua volta il marchingegno ideale per donarsi, alla morte. Ed ecco, che in quell'ultimo, incancellabile piano sequenza, lo schermo panoramico si assottiglia ulteriormente fino a divenire un microscopico punto luminoso, accolto nel nero oceano dell'eternità.

19 commenti:

  1. Mancava un pezzo su quello che anch'io, come te, considero il capolavoro di Fliegauf. L'avevo abbozzato anche io un tempo, ma non sono mai riuscito a portarlo a termine. Complimenti, specie per l'intuizione sulla "spirale poliedrica" che fa procedere questo film immenso, ostico, disilluso e praticamente premettendo, nell'arco di tutto il film, il finale disperato. Ho adorato la mancanza di morale nel film e, soprattutto, ho apprezzato che Fliegauf si limitasse a mostrare, senza dare giudizi di sorta o che altro, cosa avrebbe - almeno a mio parere - precipitato il film. I movimenti di macchina, poi... allucinanti!

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    1. Concordo su tutto, Yorick. E il grande pregio è proprio l'approccio di Fliegauf a una tematica (diciamo anche abbastanza sfruttata) che, raccontata in maniera diversa avrebbe sicuramente affossato l'opera. La grande genialità invece, secondo me risiede tutta in questo parallellismo tra movimento circolatorio e suono, da quì "la spirale poliedrica"; movimento che solo rivedendo il film mi è venuto istintivo associare allo scorrere del tempo, in quanto se noti, in tutte le scene in cui la camera si muove orizzontalmente, si muove sempre in senso orario. Capolavoro comunque, e speriamo che Fliegauf possa in qualche modo risalire, almeno in parte, la cima...

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    2. Ma "Just the wind" non ti ha convinto?

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    3. Diciamo che non mi ha convinto appieno, ma l'ho apprezzato molto più di "Womb". Soprattutto per quel suo pacato lavoro di camera a spalla, che segue costantemente i personaggi e la giovane, in modo particolare. E' anche vero se ci pensi, che siamo ben distanti dai primi lavori, sembra che da"Womb" in poi, l'ungherese abbia subito una mutazione e non vorrei che forse, sia proprio sua intenzione orientarsi diversamente...

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  2. Film straordinario...una visione difficilissima che mi ha messo duramente alla prova, ma non mi pento di avergli dedicato del tempo, ne è valsa la pensa. Quelle lunghe e lente carrellate circolari le ho trovate magnifiche!

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    1. Non è mai tempo perso con un film di tale fattura. Avvolgente in tutto, vedrai che se in futuro ti capitasse di rivederlo lo apprezzerai ancora di più!

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  3. Insieme a Japon di reygadas questo è il mio film preferito ! Ho sempre cercato altri film che avessero la stessa bellezza estetica ''chirurgica'' e al contempo quell'atmosfera tetra e opprimente ma non ho mai trovato nulla di simile :(
    Se conosci altre pellicole del genere e me le potessi consigliare ti faccio un monumento :D

    [Dries]

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    1. Grazie Dries! Hai ragione, effettivamente pellicole che fondano insieme quelle caratteristiche che tu citi, e che anch'io cerco costantemente, non sono molte. Al volo mi viene in mente "Zhit (Living)" del russo Vasili Sigarev, opprimente come pochi, ma anche "Rengeteg (Foresta)" dello stesso Fliegauf. Inoltre, visto che ti piace Reygadas, credo che sia uno dei pochissimi registi contemporanei assieme a Bruno Dumont, per i quali valga la pena di vedere tutto. Comunque se ti fa piacere possiamo discuterne, magari se mi indichi cosa di simile hai già visto, potrei indirizzarti meglio...

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  4. Bhe Reygadas per me è il messiah, i primi sub ita di PTL li ho rilasciati io ,non solo ho visto tutti i suoi lavori ( girati e prodotti) ma ho perfino appeso in camera il poster originale della premier inglese di Japon e lo contemplo ogni giorno come fa un musulmano con la mecca xD
    Fliegauf è stato uno dei miei idoli fino a Tejut, il cambio di rotta intrapreso con womb mi ha lasciato un po' perplesso ma ad ogni modo continuero' a seguirlo fino alla morte :D
    Dumont è un altro regista che amo moltissimo anche se ci ho messo un po' più di tempo per imparare ad apprezzarlo a pieno, e sono contentissimo di vedere che non sono l'unico che ci trova accostamenti con Reygadas :D

    Zhit invece mi manca, me lo segno subito :D Se no un altro regista che mi fa impazzire è Grandrieux, e condivito in toto quanto hai detto nella recensione su La vie nouvelle, un film che mi ha letteralmente ribaltato !

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    1. Noto con piacere che ci ritroviamo negli stessi registi, anche Grandrieux, è vero e sono contento che tu abbia apprezzato la recensione su "La Vie Nouvelle", ho scritto anche di "Un Lac", che cosnidero il suo film migliore. D'accordissimo anche sul percorso di Fliegauf, "Womb" ha lasciato perplesso pure me, con "Just the Wind" invece sembra esserci una ripresa ma bisognerà aspettare un nuovo film per poter trarre delle conclusioni su un eventuale cambio di direzione. A questo punto ti segnalo anche il regista estone Veiko Ounpuu (The Temptation of st.Tony, Sugisball), cinema parecchio interessante :)

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    2. Eh è una bella lotta fra un lac e la vie nouvelle ma io ho preferito quest'ultimo, la sequenza in negativo e il finale sono uno spettacolo raro !! MI piacerebbe recuperare anche White Epilepsy ma da quel che so è introvabile !

      Di Ounpuu li ho visti entrambi, Sugisball non mi ha entusiasmato, the temptation of st, tony invece è un capolavoro e la presenza di denis lavant ( il mio attore preferito) ha impreziosito il tutto *_*
      Ora grazie alle tue preziose recensioni mi sono segnato Phantom love, brownian movement e les saluds ( pero' claire denis non mi ha mai convinto , anche se cè da dire che ho visto solo un paio di film suoi , chi sa che possa essere l'occasione per rivalutarla :D )

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    3. A chi lo dici! "White Epilepsy" è qui sotto da un pezzo tra le visioni in attesa, e infatti al momento sembra proprio introvabile. Il trailer promette qualcosa di veramente oscuro, in puro stile Grandrieux d'altronde ;)
      "Sugisball" io l'ho apprezzato, certo è che con "The Temptation..." siamo a livelli capolavoro, hai ragione! Tra l'altro "Phantom Love", per la sua atmosfera onirica ci si avvicina parecchio, te lo consiglio vivamente. Claire Denis non è facile da prendere, anche a me ha lasciato più di qualche volta dubbi. Personalmente "Cannibal Love" resta ad ora il suo lavoro migliore.

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    4. Io invece Trouble every day non l'ho proprio digerito... non mi ha trasmesso nulla e ricordo che fu anche una visione pesantissima, ma lo vidi 3-4 anni fa in un periodo in cui non ero ancora avvezzo ad un certo tipo di cinema, forse dovrei rivederlo ora. Poi ho visto Beau Travail ,quello di recente, perchè c'era denis lavant, ma seppure sia un lavoro abbastanza onesto siamo alle solite, non mi dice nulla ! Spero di rivalutarla con les saluds e l'intrus che dai rispettivi trailer sembrano molto interessanti :D

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    5. Io credo che "Trouble every day" rientri tra quei film senza mezze misure, se non ti piglia subito, difficile che si possa apprezzare a una seconda visione. "Beau Travail" non lo conosco, ma se non altro per la presenza di Lavant mi incuriosice darci un'occhiata. "L'intrus" e "Les Salauds" sono sicuramente tra le cose migliori, personalmente ho preferito quest'ultimo (ne ho anche scritto: http://visionesospesa.blogspot.it/2014/01/les-salauds-bastards.html). "L'intrus" non mi ha convinto molto, dovrei rivederlo perchè a prima vista l'ho trovato alquanto criptico, anche se molto contemplativo anzi, forse è proprio il film più minimalista della Denis.

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    6. Cambiando discorso, l'hai mai visto Beyond the black rainbow , di panos cosmatos? Mi piacerebbe leggere una tua recensione in merito perchè è un film che seppure non si possa definire assolutamente un capolavoro credo sia degno di nota...visivamente è un vero spettacolo psichedelico , la trama è solo un pretesto ma tutto il resto è inquietante forte, ed è credo l'unico film che abbia mai visto che continuo a vedere nonostante non mi sia piaciuto nel senso stretto del termine, ha un che di incredibilmente affascinante e ipnotico !

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    7. L'ho visto molto tempo addietro e ne avevo anche scritto due righe, che però non ho mai pubblicato, non mi convincevano, come non mi ha convinto il film. Si, visivamente è impeccabile e giustamente, psichedelico, ipnotico, resta però solo una bella confezione priva di qualsiasi contenuto secondo me. Hai detto giusto, la "storia" è un pretesto (e forse anche un tantino pretenziosa), senza contare che dopo una prima parte abbastanza lineare, il regista va decisamente in confusione. Invece, restando in campo fantascientifico, piuttosto vale la pena recuperare il lituano "Vanishing Waves (Aurora), con un finale che si disperde nel buio come il miglior Grandrieux.

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    8. NO va be allora dillo che ci piacciono le stesse cose *:* Aurora è stupendo !!!!!!!!!!!!!! La scena della corsa nudi con quel tappeto musicale li me la continuo a rivedere su youtube quasi tutti i giorni ! Tralaltro c'è pure bartas in quel film xD

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    9. Tranquillo, che abbiamo gli stessi gusti si era già capito dai tuoi primi due commenti :D
      Vabbè, quella di Bartas è proprio un'apparizione fugace e comunque, sul Bartas attore è meglio stendere un velo, onestamente, era meglio che continuasse a stare solo dietro la cinepresa. Guarda caso, a me ha deluso un botto con il suo ultimo film "Eastern Drift"...

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    10. Non so, di bartas ho visto solo ''a casa'' e non so dirti se mi sia piaciuto o meno...propendo piu' per il no perchè comunque è talmente alienante che è quasi impossibile provare una qualsivoglia emozione , ho letto dalla tua splendida recensione che è un film complementare col precedente Koridorius ma penso che passera' mooolto tempo prima che mi avventuri nuovamente dentro ad un film del lituano xD Ad ogni modo credo che lui sia un personaggio interessante, mi piacerebbe conoscerlo dopo un paio di birre :D

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