Tsai Ming-liang
Cina, Hk, 2012
26 minuti
Cina, Hk, 2012
26 minuti
Nulla a che vedere (e per fortuna) con il texas ranger norrisiano (ma non l'hanno ancora ucciso?) che da secoli monopolizza periodicamente le pre-serate mediaset. No, questo Walker ne è l'esatto opposto; lo straordinario (e profondissimo) cortometraggio di Tsai Ming-liang ci svela la figura di un monaco buddista che si limita a circolare a testa bassa per le vie di Hong Kong con un panino in mano e un sacchetto di provviste nell'altra. Nota distintiva: il suo cammino procede con una lentezza tale, da far sembrare la metropoli e tutta l'umanità che lo circonda, come una sorta di flipper impazzito.
Questa presenza vestita di rosso riesce a procedere inflessibile in mezzo al flusso urbano, senza che questi intralci minimamente il suo peregrinare da un'area all'altra. Non c'è interazione tra la folla e il monaco (se non qualche breve sguardo di curiosità rivolto al suo passaggio), e non c'è interazione dal momento che egli rappresenta la spiritualità che attraversa la materia; la modestia tra l'ostentazione; il silenzio tra il rumore (e significativo, nonchè memorabile, resta quel passaggio di fronte al manifesto pubblicitario su cui campeggia l'emblema del "corpo perfetto", occultato dalla sagoma sfocata del monaco). E' come un flusso di quiete che divide la caoticità del mondo, un'entità sovrannaturale che mediante quel suo passo letargico, talmente impercettibile, sembra avanzare senza mai toccare veramente terra. Questa si, una prova di fisicità sorprendente a cui si sottopone Lee Kang-sheng, attore feticcio di Min-liang (provate voi, a camminare anche per soli cinque metri, in quel modo). E discende, il monaco, sempre (dalle scale, prima, e successivamente, da quelle illuminate del Daily House), come può farlo un umile asceta che solca per la prima volta la superficie terrena, osservando, con lo sguardo dell'anima, una società opulenta sempre più accecata dall'avidità e dal consumismo frenetico, imprigionata in quel centro commerciale che è, la vita odierna. La vera forza in Walker risiede tutta nella profonda ricerca interiore, nel faticato processo di acquisizione di ricchezza spirituale; un cammino compiuto passo dopo passo, centimetro per centimetro e che necessita del tempo, di quel tempo, che il ritmo convulso della vita, ha oramai annullato.
Cortometraggio sorprendente, in pieno stile minglanghiano. Con l'ultima parte della rece, credo tu l'abbia centrato in pieno, anche se devo ancora capire cosa simboleggi il cibo.
RispondiEliminaIncredibile come un'opera così compatta ed essenziale possa celare una tale vastità di riflessioni. Effettivamente però, quello del cibo è un punto ancora oscuro, da cui al momento non sono riuscito a trarne interpretazioni valide... Ti eri fatto qualche idea?
EliminaNon proprio, l'unica cosa che ho pensato è che fosse una specie di ascesa e che il cibo fosse una specie di ricompensa, ma va' te a capire se è così oppure ho preso un granchio :/
EliminaLa ricompensa... secondo me non è proprio sbagliata, come interpretazione, comunque appena mi viene in mente un'idea, la scrivo qui!
EliminaGrazie!, davvero un bel regalo di fine anno. Fantastico!
RispondiEliminaEro sicuro che un Ming-liang in formato ridotto ti avrebbe fatto piacere ;) Grazie a te invece, per esserti aggregato a "schegge"!
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