3.12.13

Echi #10 | L'epilogo di Salomè

Salomè (Carmelo Bene)
Italia, 1972
73 minuti

Chiariamo subito che sono l'ultima persona in grado di poter argomentare a dovere su un personaggio/summa qual'è stato Carmelo Bene; sulla sua breve incursione cinematografica/o anti-cinematografica ('67-'73) e sul suo rapporto/demolizione col (e del) cinema per il quale, non posso che indirizzarvi direttamente qui (Dialogo con C.B.), all'analisi senz'altro più ferrata dell'amico Yorick.
Chiariamo anche che non amo particolarmente il "cinema" di Carmelo Bene (mi sto avvicinando solo di recente a lui, come personaggio e lo ammiro come persona, per la sua filosofia) tanto da non essere riuscito mai ad arrivare in fondo alla visione di Nostra Signora dei Turchi, per fare un esempio (e dubito che possa arrivarci in futuro) in quanto semplicemente, amo il cinema. Chi conosce a fondo "l'opera" dell'autore, ma anche qualsiasi vero cinefilo che abbia avuto modo di accostarsi a un suo film, credo possa capire esattamente cosa intendo. Della sua filmografia però, mi piace Salomè o meglio, mi affascina in modo specifico l'epilogo di Salomè; l'unico film di Bene che forse più di qualunque altro si avvicina a un concetto di cinema, di un cinema, del cinema che prediligo e che imprime queste pagine. Negli ultimi giorni l'ho rivisto tre volte, questo finale abbacinante che si conclude con la danza dei veli, dove una Salomè androgina spella un Erode che si discioglie al sole (e con esso, la pellicola), mentre lo supplica di consegnarle la testa del Battista. Ora, visto che questa non è una recensione ma un "eco" (un riflesso, una citazione dal passato) e come tale deve rispettare una continuità con gli altri articoli di questa sezione, mi affido, con il più profondo rispetto alle parole di quella che credo sia la prima persona, in grado di poter argomentare a dovere su un personaggio/summa qual'è stato Carmelo Bene e quindi, anche su Salomè e il suo epilogo: Enrico Ghezzi (presentazione del film dal Fuori Orario di Rai 3)  


"Salomè, come tutti i grandi film, e non c'è dubbio che lo sia, un grande film, di quel grande cineasta o di nuovo, autore. Autore/riautore, pensiamo al modo in cui è stato riautore, mille volte di Amleto mediante altre maschere d'autore fino all'Hamlet suite, che è l'inghiottimento di Amleto nel nulla. Hamlet suite potrebbe durare pochi secondi di riavvolgimento digitale, come accade in quell'abisso, in quella "namib", che è l'Amleto. Anche Salomè è un abisso; un abisso in cui si precipita il personaggio dell'annucio... Il personaggio che alla fine, nel volto di Carmelo Bene si sbianca; si sbianca in un tentativo di raggiungere l'effetto ottico della cancellazione al bianco, della pura dissolvenza al bianco oppure bruciatura, al bianco, al calore bianco del nero, che sono le figure nel nero, nel disegno del nero che è il colore, stesso. Cancellato così, come in un gesto, da Pinocchio, davvero l'altra grande figura proiettivo/autobiografica insieme all'Amleto, di Carmelo Bene. Ecco, Salomè (come tutti i grandi momenti di cinema, i momenti casualmente impigliati nel reticolo di frame, di sguardi di nessuno che sono, che è, il cinema) è un film che si centra solo in quest'aura di fine, si centra in questo bordo, in questo non poter esser centro, se non nello svanire."

12 commenti:

  1. Testimonianza preziosissima, per la quale non posso che ringraziarti. Comunque sia l'epilogo di "Salomè", effettivamente, si avvicina molto al cinema che, da quanto ho capito, sta nelle tue corde, però ti consiglio sinceramente di farti una nuova immersione nel cinema di Bene e di coglierlo in un'altra ottica, ovvero un'anti-cinema, un cinema suicida, che si fa per distruggersi. Ogni film di Bene, secondo me, è un film fatto contro il cinema, anzi contro un certo cinema, perché credo proprio che Bene, date le sue considerazioni, avrebbe davvero apprezzato il CC, tant'è che in "Salomè" si affaccia a questa maniera di considerare il cinema, mentre, per esempio, in NSdT ne è distante perché vuole distruggere un altro cinema. A ogni modo, ripeto, preziosissimo intervento, del cinema di Bene non se ne parla mai abbastanza ed è un piacere vedere anche su questo blog, che sai quanto stimi, uno spazio dedicato all'Artaud italiano.

    E grazie per la citazione!! :)

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    1. Sono io che ti devo ringraziare invece; perchè se non fosse stato per te (i filmati che mi hai passato) forse questa "testimonianza preziosissima" ora non ci sarebbe, o magari ci sarebbe stata, ma chissà quando. Oltre agli interventi di Bene al Costanzo e all'intervista di Veronesi (le cose migliori, alcuni passaggi ho voluto rivederli più e più volte e li rivedrei continuamente) ho voluto rivedere anche Salomè e NSdT. Hai ragione, con quest'ultimo Bene vuole sicuramente "distruggere" un altro cinema e purtroppo, rimane ancora un concetto a me stante. Ho tentato, credimi di farmelo piacere ma è veramente arduo arrivare fino in fondo. Seguirò comunque il tuo consiglio, in futuro ci riproverò, ma solo dopo aver approfondito maggiormente sulla figura di Bene, come persona e sul suo pensiero. Sicuramente aveva ragione rombro, in un commento da te, quando diceva che "comprendere Carmelo Bene è una cosa che penso arrivi spontanea, da sola"...

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    2. Comunque, se posso, ti consiglio di iniziare con l'Amleto da Laforgue a Shakespeare, per approcciare Bene. Un'opera densissima e iconoclasta, geniale. Sappi, inoltre, che esiste un testo di Deleuze su Bene e una risposta di Bene a Deleuze, altro indispensabile strumento per avvicinarsi a questa figura.

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    3. Era già mia idea infatti, l'Amleto da Laforgue... sarà la prossima opera beniana a cui mi accosterò, senz'altro. Ero a conoscenza anche del testo di Deleuze e devo dire che m'interessa parecchio: si trova?

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    4. Non so, sicuramente in qualche biblioteca lo trovi. Mal che vada, io ce l'ho fotocopiato, e quando torno a casa per le vacanze te lo scannarizzo e te lo invio per mail ;)

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    5. Sei gentile, grazie mille!

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  2. Anonimo16:26

    http://www.lafeltrinelli.it/products/9788874624638/Sovrapposizioni_Riccardo_III_di_Carmelo_Bene_Un_manifesto_di_meno_di_Gilles/Carmelo_Bene.html
    e http://www.scribd.com/doc/104285933/Deleuze-Saggio-Su-Carmelo-Bene-e-Risposta-Di-C-B-ITA-eBook

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    1. E pensare ai salti mortali fatti per procurarmelo... >.<

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    2. Ottimo, grazie rombro!

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    3. @ Yorick: quale dei due?

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    4. Anonimo22:47

      E' sempre "Un manifesto di meno" con risposta di C.B. annessa, solo che nella ristampa di Sovrapposizioni, come puoi vedere, è insieme alla rilettura del Riccardo III..e yorick penso si riferisca proprio al saggio di Deleuze. A proposito yorick..per caso ti è capitato di leggere "Il teatro senza spettacolo"? Quello si che sembra introvabile, se non a prezzi improponibili...

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    5. Ce l'ho fotocopiato anche quello, ma devo ancora leggerlo. Mi ci ero messo, ma non avevo il tempo necessario per dedicargli l'attenzione dovuta.

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