8.3.15

Echi #19 | Pour toutes les femmes: America

Valérie Massadian
Francia, 2013
7 minuti

Rievocando la formula dell'anno scorso (qui, Réponses de femmes di Agnès Varda), per la giornata dedicata alle donne trovo sia calzante segnalare opere (ancor meglio se brevi, frammentarie ma incisive) realizzate da donne, e nelle quali, la donna, è sotto tutti gli aspetti, assoluta protagonista.
Dall'estatico panoramica orizzontale su di un paesaggio desolato, ci si addentra nel ventre della Hoh Rain Forest (la foresta pluviale situata nella parte occidentale dello Stato di Wasghington), dove una donna, avanza tra le radici di felce in direzione dell'obiettivo. Il suo sguardo, dapprima fisso sul nostro, si chiude al diffondersi di una preghiera elegiaca, per poi lasciare spazio ad un manto latteo, uniforme, che suggella il micro-poema filmico della francese Valérie Massadian. Nella sua esile durata di soli sette minuti (fin troppo breve per la sua maliosa bellezza), America raggiunge vertici d'intensità poche volte riscontrati in opere della stessa caratura, formandosi attraverso una magica sicronia artistica: l'immagine; la versificazione; il suono. Elementi che, progredendo nel loro esemplare connubio, amplificano l'atmosfera (specie negli ultimi minuti, grazie ad una particolare attenzione per il suono ambientale), fino a condurci percettivamente a quel simile stato di sospensione (obnubilamento della visione del reale) risentito dalla giovane donna, durante la sua invocazione.

L'elegia (narrata in terza persona)
 

Il Grande Spirito che attraversa i quattro venti ascolta la voce di una donna che ha viaggiato per molto tempo.
Si sente stanca, affaticata, e nel suo cuore alberga la tristezza, perchè il viaggio compiuto l'ha portata in una terra che non comprende e che la inquieta.
I suoi occhi non riescono più ad osservare la bellezza del creato, posto alla vista di tutti, ma solamente le ombre e le tenebre.
Le sue orecchie non riescono più ad ascoltare le risate dei bambini che giocano, ma possono solamente udire il silenzio della notte e il battito del proprio cuore.
Teme di aver smarrito la strada, e ad ogni calar del sole, la tristezza appesantisce il suo cuore, perchè durante il suo cammino è venuto a mancare il giusto equilibrio tra l'universo e la terra.
Ora, la donna invoca il Grande Spirito: "perchè devo perdermi come una pietra in una montagna di rocce? Dovrò sempre vagare nelle tenebre?" ...
Chiede quindi che le si possa donare la saggezza del fratello a quattro zampe: il bufalo. O magari, la rapidità e l'acuta vista della sorella piumata: l'aquila. Poichè possa rinascere come i fiori della primavera dopo una lunga nevicata invernale.
E ancora, chiede che i suoi occhi possano tornare ad ammirare la luce del sole, la bellezza della nostra terra. E che le sue orecchie possano riudire il fruscio del vento che accarezza le foglie, e il suono dell'acqua che scorre sulle pietre di un ruscello.
E ancora, la donna chiede che il suo cuore torni nuovamente a danzare sulle note dell'infinito canto degli uccelli in primavera. Vuole conoscere la felicità e avvertire quella sicurezza nel poter camminare in equilibrio con la Madre Terra. Così, quando la sua vita volgera al termine, come il tramonto del sole, potrà chiedere di presentarsi al Grande Spirito con cuore puro, sguardo franco, e senza vergogna.

A tutte le donne, i migliori auguri !

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