25.3.15

Apariciones (Aparitions)

Maria Luz Olivares Capelle
Austria, 2014
23 minuti

Di concreto è la luce, che iscrive per intero, ammantandola di poetiche riverberazioni, la pellicola dell'artista di origini argentine Maria Luz Olivares Capelle. È la luce del sole, che se immaginassimo come un proiettore naturale puntato in direzione del cielo (lo schermo) dopo un temporale, finirebbe col generare quell'arcobaleno visibile agli occhi del mondo esattamente come un'apparizione (un film); una registrazione della vita se vogliamo, o meglio, una possibile registrazione di esistenze, remote, che abbiano attraversato un arco temporale.
Seguendo quindi uno schema che si rifà concettualmente a quest'evoluzione fenomenica della comparsa/scomparsa dell'arcobaleno, la Olivares scandaglia nell'imperscrutabile con l'obiettivo di svelare, di riportare alla luce (attraverso una graduale evoluzione della luce, fino alla sua completa diffusione) quell'invisibile che probabilmente ci circonda (l'illusione dell'inquietante). Per farlo, è necessario riscolpire un'immagine partendo da uno spazio di primordiale assenza come può esserlo quello di uno schermo totalmente nero; il buio ("una notte senza luna"), mediante l'elaborazione di svariati fenomeni luminosi. In origine, infatti, è un semplice bagliore sferico a infrangere (a illudere) quell'oscurità che produce e fagocita presenze dalle reminiscenze deorbeiane (Aita, 2010) a noi invisibili, ma delle quali possiamo udire le voci (voci che a loro volta raccontano di apparizioni, eventi soprannaturali, luminescenze inspiegabili*) e che gradualmente la luce illumina, rendendole via via figure percepibili allo stesso modo di un'immagine in continua trasformazione (mai però, attenzione, a definitiva formazione), dove, ad esempio, un campo di fiori può riacquistare momentaneamente colore al passaggio di una mano. Se dapprima, suddette presenze sono catturate come sagome acetiche ed imperfette, sospese in un determinato tempo (come quello dell'infanzia) e quindi intrappolate tra le emulsioni fotochimiche di una pellicola la cui immagine possa rappresentarne il ricordo, successivamente, esse vengono liberate dalle stesse fonti luminose come figure angeliche, succinte in bianche vesti, intente a rincorrersi per i prati. E probabilmente, è proprio qui (in questa meravigliosa ripresa in soggettiva che destabilizza la percezione dell'occhio, guidato a seguire il virtuosismo di questi corpi fluttuanti durante il loro inatteso gioco di apparizioni e sparizioni) che Apariciones si sostanzia; nell'illusoria formazione dell'immagine evocata, nel suo impeccabile bilanciamento (la sommità dell'arco; l'apogeo fenomenico; il perfetto centro tra l'apparire e lo scomparire). Ma di fatto, come accennato poc'anzi, resta comunque un'immagine impossibilitata a stabilizzarsi (come per la vita), sia in un determinato tempo, che in una forma definita, poichè la luce contemplata nella sua progressiva espansione la dirompe, ne abbacina inevitabilmente le forme, destinandola di conseguenza all'annientamento, al proprio acromatismo. Si finisce così per tornare alla riedificazione di uno spazio uniforme, in fondo, sul quale poter proiettare nuovamente, a fasi cicliche, registrazioni di vita; inestingubili tracce dell'esistenza.

Apariciones - Olivares 1

*Storie di fantasmi e lucenti apparizioni
Erano le nove di sera e mia mamma, in città, ci stava aspettando. Stavamo passeggiando a cavallo lungo un percorso che non conoscevamo bene, perché il mio amico era passato di lì solo una volta.
La notte era senza luna. Quando abbiamo guardato il cielo, non c'era alcuna differenza tra esso e i pini, tutto era uniforme. Abbiamo pensato di scendere dai nostri cavalli e camminare al loro fianco.
Poi, mentre stavamo camminando, di fronte a noi è apparso un tunnel bianco.
Ho detto al mio amico: "Cos'è quel tunnel bianco?"
E lui mi ha risposto: "Non è un tunnel."
Fino a quando non ci siamo avvicinati e abbiamo visto che invece si trattava di una roccia bianca, su cui era inciso il nome della città. Ma non potevamo credere ai nostri occhi, quel fenomeno ci aveva messo i brividi. Così abbiamo continuato a camminare, finchè non abbiamo visto davanti a noi una croce, con delle luci. Una luce in alto, una in basso e due ai lati. Così abbiamo pensato: "dev'essere la città", dato che ci sono quattro case. Abbiamo deciso di seguire la croce, passeggiando lentamente con i cavalli al nostro fianco. Siamo arrivati alle 11 di sera, e mia mamma piangeva spaventata a morte, accompagnata da cinque cittadini che ci aspettavano nella piazza della città. Pensavano che ci eravamo persi e ci stavano cercando.
Per prima cosa ci hanno chiesto: "Come avete trovato la strada?"
Abbiamo detto loro: "È stato grazie alla croce."
Essi risposero: "Quale croce? Non c'è una croce."
Così ho detto loro: "Sì! C'erano quattro case a forma di croce."
Al che hanno assicurato: "Non ci sono case in montagna, solo pini. Nessuno vive lì, ci sono solo cespugli."
Non potevamo crederci, perché avevamo entrambi visto la croce. Voglio dire, abbiamo trovato il modo di raggiungere la città grazie a quella dannata croce. Erano molto religiosi. Così hanno pensato che il Signore ci avesse guidati.

Apariciones - Olivares 2
 
Quella luce galleggiava per tutta la stanza, si muoveva un po' su, un po' giù, un po' ai lati ed era così strana; c'era qualcosa di sinistro in essa. Inoltre c'era un silenzio che mi spaventava. A un certo punto non ho potuto più guardarla e ho chiamato mia mamma. I miei genitori sono arrivati, e accesa la luce mi hanno chiesto cosa stava succedendo. Ho detto loro che avevo visto una luce che galleggiava sopra il mio letto.
- Quale luce?
- Era come una palla di luce con i tentacoli.

Mi hanno detto che non era possibile.
- Andiamo a spegnere le luci, così vedrai che non è vero.
Così hanno spento le luci e, naturalmente, non c'era più nulla.

- dialoghi tradotti dal film

Apariciones - Olivares 3

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