12.12.14

Luton

Michalis Konstantatos
Grecia, 2013
96 minuti

Jimmy, Mary, Makis. Rispettivamente: un apatico liceale di famiglia borghese, una giovane avvocatessa inappagata dai propri incontri sessuali, il gestore di un negozio di merci varie, con moglie e figli a carico. Tre persone all'apparenza comuni (o quasi), ognuna di loro con la propria vita fatta di (in)soddisfazioni quotidiane nel lavoro, nello studio, nelle relazioni all'esterno e all'interno della famiglia. Tre individui che nel corso della vita potrebbero non incontrarsi mai, ma che l'inesplicabilità del destino ha comunque deciso di congiungere sulla stessa strada, con risvolti assai inquietanti...
Breve aneddoto: ricordo che da ragazzino, rimasi parecchio impressionato da un film (Il Giorno della Locusta di John Schlesinger) esclusivamente per una sequenza, terribile, ovvero quella in cui un Donald Sutherland ebbro, calpestava con inaudita violenza il corpo di una bambina che giaceva a terra, su un parcheggio auto. Ecco, direi che un simile turbamento me l'ha restituito questo Luton, nell'efferatezza di una scena in particolare, che ovviamente non svelerò perchè mai, come in questo film, è doverosa la preservazione di certi dettagli per non guastare la visione a chi non ha ancora avuto modo di fruirne. Viene spontaneo, per prima cosa, domandarsi quale sia la causa scatenante del germe endemico che continua a infettare la Grecia, anche dopo che questa si sta in qualche modo riassestando dalla stangata della recente crisi economica. Certo, la popolazione ellenica ne riporta comprensibilmente tutti i traumi visibili (come i segnali premonitori del disagio interiore di Jimmy, che possiamo captare attraverso un semplice gesto delle sue mani già a venti minuti dall'inizio), cicatrici chiaramente difficili da rimarginare. Ma dev'essere qualcosa che si annida proprio a livello genetico territoriale che stavolta, però, si propaga all'esterno del nucleo domestico (Kynodontas, Miss Violence), effondendone insidiosamente i miasmi per le strade; nei negozi, i locali, gli istituti. Inoltre, sembra che il focolaio lanthimosiano origine della cosiddetta new wave greca che nel corso degli ultimi anni ha visto formarsi veri e propri talenti, con la bomba ad orologeria innescata dall'ultimo arrivato in casa, Michalis Konstantatos, abbia ora incanalato tutta la perversa glacialità del cinema più nordico: da quello austriaco di Haneke e Seidl, fino a raggiungere la Danimarca di von Trier e seguaci. Probabilmente, mai come ora, Luton è quindi quel film a rappresentanza di una cinematografia che meglio di chiunque altra riesce a sconfinare dal proprio territorio, espandendone il suo contagioso cancro sociale a livello collettivo. E diciamolo subito, Luton fa male, e parecchio; è un film che stende con la violenza di un calcio diretto nello stomaco senza nemmeno avere il tempo di chiedersi come, e perchè. Per poi affondare il colpo nel vivo della sensibilità dello spettatore lasciandolo riverso a terra, in uno stato di totale impotenza; violentato, privato di qualsiasi appiglio per tentare di comprendere anche la più banale delle motivazioni nella messa in atto di una ferocia disarmante per la quale, a subirne le conseguenze, saranno sempre i più deboli, gli indifesi e gli emarginati. Ma come dimostrano tristemente gli eventi della cronaca odierna, sembra non sussistere un sostanziale movente al dilagare di questa violenza contagiosa se non, forse, quello attribuibile all'espansione di un'ingiustificabile noia esistenziale o (più esilmente, a dire il vero) a quell'inasprimento dovuto alla condizione sociopolitica in cui vessiamo. E d'altronde, lo stesso Konstantatos non si pone la questione, non condanna e non assolve, semplicemente, ci sbatte in faccia una realtà cruda, disturbante, con la sola forza di una costruzione asciutta e silente che rinuncia fin da subito a qualsiasi orpello narrativo ed estetico (tipico taglio stilistico di fattura lanthimosiana, con inquadrature anticonvenzionali volte a confinare i volti ai margini dello schermo, ben attenti a non svelare l'altra metà oscura della propria personalità) attraverso una fotografia desatura, il cui pallore emanato dai fotogrammi è metaforicamente esemplare dell'inquietante rappresentazione di un'umanità ingrigita, avvolta nel cinismo delle proprie deplorevoli azioni. E' un film angosciante e pericoloso, Luton, perchè proprio nel suo calmo incedere apparentemente asettico, nella meccanicità dei gesti compiuti quotidianamente (lavoro, studio, cibo, sesso) cela ancora una volta quel morbo disfunzionale, marcescente, pronto a deflagare da un istante all'altro in qualcosa di veramente spiazzante dal quale, alla fine, se ne esce inevitabilmente atterriti, e tumefatti dai colpi inferti. Se pensavate d'aver trovato nel film di Avranas, il massimo sgomento di fronte alle aberrazioni che potevano generarsi all'interno del protettivo ventre famigliare, in Luton, troverete molto di più.

12 commenti:

  1. Questo mi ricordo era l'altro di cui si parlava da me quando o te o Locatelli avevate citato Sto Lyko (mi sembra pure io li avessi confusi credendo fossero lo stesso film).
    Come al solito non leggo, sperando entro breve di vederlo.
    Poi mi dici come lo trovo

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    1. Ricordo benissimo, quella volta ti nominai Sto Lyko e tu lo confondetti con questo, che ne aveva scritto Locatelli. Dopodichè è anche intevenuto lui stesso, se non erro... Mi farai sapere, ma sono certo che ti colpirà forte, vista la tua inclinazione per Lanthimos e soci!

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  2. questo l'ho tradotto io ù.ù

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  3. Devo ancora riprendermi dal terribile Kynodontas (grande film). Mi hai molto incuriosito, però dopo il passaggio a Torino l'anno scorso è sparito. Si trova?

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    1. Kynodontas è un capolavoro, e anche se questo è decisamente più feroce, il film di Lanthimos a mio avviso resta ancora insuperato, se non altro per originalità. Comunque è reperibile, se vuoi info scrivimi una mail, la trovi visualizzando il mio profilo, qui sotto...

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  4. Ne ho timore.
    Credo che aspetterò il momento giusto (quando?) per visionarlo.
    Io mi devo ancora riprendere dal finale di "Twentynine Palms" a distanza di quasi un anno!
    Comunque la cinematografia greca ha colpito nel segno... i loro film li sento vicini, terribilmente vicini.
    Descrivono perfettamente la decadenza in cui ci siamo ridotti.

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    1. Che bella sorpresa Doinel !
      Fai bene ad aspettare il momento adatto, soprattutto per una persona come te, che ha sempre dimostrato una profonda sensibilità, credo sia fondamentale...d'altronde, le persone serie si "pesano" con il tempo, che risulta utilissimo in questi casi.
      Un mio amico mi ha detto che negli ultimi mesi, Twentynine Palms l'hanno programmato in tv più volte (non si ricorda il canale, è solito fare zapping notturno :) e rivanga continuamente quel finale, difficile cancellare dalla memoria una mattonata del genere.
      I greci hanno fatto centro, senza dubbio, ma se vuoi vedere anche l'altra loro faccia (quella povera, antiborghese, decadente perchè ridotta alla miseria più nera - è sempre un punto di non ritorno), ti consiglio di recuperare "Sto Lyko".

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    2. Non mi meraviglio di Twentynine Palms! Per assurdo è il film più trasmesso in tv, e uscì anche in Italia se ben ricordo, c'è anche un'edizione dvd. Di Hadewijch e Hors Satan invece niente :(
      "Sto Lyko" mi manca, segno subito!

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    3. È vero, finora è l'unico Dumont edito in Italia. "Hadewijch e HS", eh si, capolavori dumontiani per eccellenza!

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  5. Siamo in disaccordo soltanto sull'impatto, perfettamente in simbiosi sul giudizio e sulle tematiche (in molti passaggi sono due recensioni fotocopia).
    Perchè, devo ammetterlo, a me Luton ha disturbato meno degli altri titoli che citi(amo).
    Anzi, nelle sequenze che svelano finalmente l'anima del film e anche narrativamente gli danno senso, io ho provato non dico "godimento" ma mi sono detto "oh, bellissimo, ecco cos'era". Insomma, ho visto più il colpo di teatro che la forza dello stesso.
    Per il resto rece perfetta come sempre.
    Oh, io dopo la linea ho messo degli spoiler.
    Ma te paradossalmente non mettendone nemmeno uno senza volerlo ne hai messi più di me :)

    SPOILER

    Mi riferisco a 3 foto. Se uno le vede non arriva a un'ora di visione senza pensare accada nulla.
    E capisce anche che i tre si vedranno :)

    ahaa

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    1. A me invece "Miss Violence" ha disturbato molto meno, in questo ci ho trovato più impatto nell'esplosione della ferocia, sicuramente dovuto proprio a quella calma che si prolunga, forse troppo anche (come hai fatto notare nella tua rece) ma è un tempo decisivo per il risultato finale, secondo me. Riguardo agli spoiler hai pienamente ragione, in questo caso, con le immagini ho fatto un errore. Ma è tutta colpa della mia (de)formazione per l'estetica, l'immagine mi frega sempre, ma non riuscirei a scrivere senza il supporto di immagini, farei addirittura recensioni solo con quelle ;)

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