Light Horizon (Randa Maddah)
Siria, 2012
7 minuti
Si può rimanere incantati da un solo, unico, estetizzante piano sequenza fisso di sette minuti?
La risposta è si, se ci si trova di fronte ad uno spaccato panoramico qual'è Light Horizon, presentato fuori concorso, nella sezione "Focus Syria" all'ultimo Festival del Film Locarno.
Le luci in sala si spengono e dopo aver udito un rumore di spazzole che strofinano incessantemente su qualche superficie, dal nero dello schermo ecco apparire un'altra luce: quella della Siria, che illumina il villaggio di Ain Fit (distrutto dalle forze israeliane nel 1967) nelle alture del Golan, stagliate all'orizzonte, oltre uno schermo che si fà triplice ai nostri occhi.
Verso di noi, le fatiscenti mura di un'abitazione in rovina fanno da cornice a un paese, oggi più che mai devastato dai conflitti fratricidi e nello stesso istante, al centro, sono involucro di un'esistenza umana colpita dal dramma, ma che ancora guarda al futuro con ferrea speranza. Ed è tramite i gesti e le azioni di una giovane donna, che il dolore lenisce; nell'attesa urge la necessità di ritornare alle abitudini del passato, ricreando uno spazio domestico, accuratamente preparato e contornato esclusivamente dagli oggetti essenziali (un tavolino, un quadro, una sedia), per poter così riappropriarsi dei propri ricordi durante un istante di rinvenuta serenità. Ed è attraverso gli infissi di quella finestra decadente, che Randa Maddah (quì al suo primo lavoro) indirizza per sette minuti il nostro sguardo, abbacinato da cotanta poetica fino a che giungerà quell'attimo di reciproche osservanze su cui calare il sipario. Allora i tendaggi avvolgeranno una vita nella propria intimità e a noi, non resterà che ritirarsi circondati dal silenzio ambientale, speranzosi di poter nuovamente assistere in futuro, ad altri luminosi frammenti in celluloide di questa lodevole artista.
Le luci in sala si riaccendono... Applausi!
Siria, 2012
7 minuti
Si può rimanere incantati da un solo, unico, estetizzante piano sequenza fisso di sette minuti?
La risposta è si, se ci si trova di fronte ad uno spaccato panoramico qual'è Light Horizon, presentato fuori concorso, nella sezione "Focus Syria" all'ultimo Festival del Film Locarno.
Le luci in sala si spengono e dopo aver udito un rumore di spazzole che strofinano incessantemente su qualche superficie, dal nero dello schermo ecco apparire un'altra luce: quella della Siria, che illumina il villaggio di Ain Fit (distrutto dalle forze israeliane nel 1967) nelle alture del Golan, stagliate all'orizzonte, oltre uno schermo che si fà triplice ai nostri occhi.
Verso di noi, le fatiscenti mura di un'abitazione in rovina fanno da cornice a un paese, oggi più che mai devastato dai conflitti fratricidi e nello stesso istante, al centro, sono involucro di un'esistenza umana colpita dal dramma, ma che ancora guarda al futuro con ferrea speranza. Ed è tramite i gesti e le azioni di una giovane donna, che il dolore lenisce; nell'attesa urge la necessità di ritornare alle abitudini del passato, ricreando uno spazio domestico, accuratamente preparato e contornato esclusivamente dagli oggetti essenziali (un tavolino, un quadro, una sedia), per poter così riappropriarsi dei propri ricordi durante un istante di rinvenuta serenità. Ed è attraverso gli infissi di quella finestra decadente, che Randa Maddah (quì al suo primo lavoro) indirizza per sette minuti il nostro sguardo, abbacinato da cotanta poetica fino a che giungerà quell'attimo di reciproche osservanze su cui calare il sipario. Allora i tendaggi avvolgeranno una vita nella propria intimità e a noi, non resterà che ritirarsi circondati dal silenzio ambientale, speranzosi di poter nuovamente assistere in futuro, ad altri luminosi frammenti in celluloide di questa lodevole artista.
Le luci in sala si riaccendono... Applausi!
Il ritorno alla "normalità" dopo tanto percepibile dolore è quasi commovente. Bellissimo!
RispondiEliminaMeraviglioso! E nello schermo di una sala, alle 9 di mattina la commozione raddoppia, credimi.
EliminaMammamia che corto. Ma erano tutti a quest'altezza, quelli di Locarno? Per fortuna che sei riuscito a recuperarlo sul Tubo, grazie: è intimo, minimalista, ammaliante, triste eppure commosso, silenzioso e riflessivo - insomma, ha tutte le carte in regola per farmi segnare questo Randa Maddah tra gli artisti da tenere sott'occhio. Grazie ancora.
RispondiEliminaCome ti dicevo, questo è quello che mi ha colpito all'istante, sicuramente tra i migliori, se non il migliore proprio. C'è ne un altro però, che anche se di tutt'altra impostazione, secondo me se la contende quasi alla pari: "An Extraordinary Person", canadese. Tra l'altro, vedendolo mi è venuto in mente il cinema di Xavier Dolan e guarda caso, ho poi scoperto che il montaggio è suo.
EliminaPer "Light Horizon" sul Tubo è andata bene, ho fatto un tentativo visto che è del 2012 ed è stato presentato fuori concorso, diciamo che quasi me la sentivo... Anzi, ora mi hai messo la pulce nell'orecchio, voglio vedere se combinazione trovo altre cose inerenti all'ultimo Locarno, in modo da poter condividere senza aspettare troppo tempo.
Ah, sì, avevo visto il tuo votone in MUBI (tra l'altro ho visto che hai visto un altro Escalante, devo recuperarlo anch'io in attesa di "Heli"), però a me "J'ai tué ma mère" non ha convinto molto: l'ho trovato estremamente schizzato, troppo disperato ed esagerato, (in un certo modo) adolescenziale. A bombus mi pare sia piaciuto e anche a una mia amica, ora se piace anche a te mi tocca rivederlo :)
EliminaVolevo proprio informarti a proposito di Escalante. Guardati assolutamente "Los Bastardos", se riesci a mantenere (e non ho dubbi che c'è la farai) il ritmo estremamente pacato e minimalista fino a 15 minuti dalla fine, non te ne pentirai (mi raccomando, non leggere niente in giro): una mazzata micidiale!
EliminaAvevo anche pensato di scriverne, ma la voglia di spoilerare è troppa, per il momento quindi, aspetto che tu lo veda, poi ci divertiamo ;)
Personalmente Dolan mi piace, direi anche tanto! Oltre a quello che hai citato ho visto "Les Amours Immaginaires" e "Laurence Anyways" e posso darti ragione sullo stile frenetico, epilettico, ma al contempo trovo affascinante la cura meticolosa nei dettagli e soprattutto nel colore. Quando penso al cinema di Dolan vedo "il colore", una vivacità che paradossalmente racchiude intrecci amorosi in costante conflitto, anime in perenne tormento. Senza contare la scelta musicale che orchestra i suoi lavori, basterebbe la sequenza del ballo in "Laurence" con la mitica "Fade to Grey" dei Visage, per restarne ammaliati. Capisco comunque che se non ti prende subito, lo stile di Dolan potrebbe anche risultare alquanto insopportabile.
Orpo, ora sono in fregola per "Los bastardos"! Lo procuro e lo guardo subito, così magari mi piglio l'occasione per revisionare "Sangre".
EliminaPer quanto riguarda Dolan, ora che mi dici questo, non posso che pensare di averlo visto in maniera assai superficiale e svogliata, concentrandomi più sulla trama che sull'estetica, di cui però ho un bel ricordo. Il problema è che nel vedere "J'ai tué ma mère" mi sembrava di ritrovarmi davanti a una sceneggiatura ebefrenica, il che mi ha parecchio infastidito. Lo rivedo senz'altro, magari dopo aver recuperato "Laurence", che mi intriga parecchio.
C'è da dire però che "J'ai tué ma mère" è il suo primo film e giustamente, si nota ancora una certa acerbezza (cavolo, Dolan aveva 20 anni quando l'ha diretto). Quindi ti consiglierei di gettarti direttamente su "Laurence", che a mio avviso raggiunge la piena maturità. Tra l'altro l'ho rivisto ieri sera proprio perchè stuzzicato dalla nostra conversazione. Ed è stata una riconferma: personalmente, al momento (vedremo l'ultimo lavoro che sarà proiettato a Venezia) il suo apice!
EliminaMi intrometto, arbitrariamente, nella vostra discussione :)
EliminaA me è piaciuto molto "J'ai tué ma mère". E' vero che è un'opera prima, e l'immaturità, soprattutto a vent'anni, è da mettere in conto, ma l'ho trovato comunque un film "potente". Sarà che i film che indagano sulla psiche, se lo fanno non banalmente, mi entusiasmano. E il rapporto odio amore del protagonista con la madre era davvero ben reso.
Ti volevo chiedere invece, se di Laurence si trovano i sub, al limite spagnoli.
Questi dovrebbero essere i suoi, http://www.opensubtitles.org/it/subtitles/5056356/laurence-anyways-it. Spero. Me lo sto procurando anch'io...
EliminaGrazie, mi erano sfuggiti!
EliminaDovere! :)
EliminaConfermo, sono quelli! Li ho procurati anch'io ieri sera perchè la prima volta avevo solo quelli english.
EliminaIpnotizzante direi!
RispondiEliminaAndrea
myblog http://pensieripergioco.blogspot.com
Un quadro vivente.
EliminaGrazie!
bellissimo, pieno di forza e speranza
RispondiEliminaInnegabile, sto constatando che piace a tutti questo gioiellino!
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