1.6.13

Las (The Forest)

Piotr Dumala
Polonia, 2009
76 minuti


"Nelle profondità della tomba..."

Nei lavori di Piotr Dumala, il nero è tinta fondamentale, perchè rappresenta la superficie su cui l'artista polacco inscena le sue opere: tavole in gesso che vengono graffiate una ad una tramite appositi aghi e raschietti, lasciando così trasparire segni e linee bianche che lentamente acquistano forma. Questa particolare tecnica d'animazione viene chiamata "destructive animation" e Dumala ne è l'artefice da più di trent'anni. Da sempre ispirato al mondo dello scrittore Franz Kafka, nel corso di questo tempo Dumala ha realizzato una decina di cortometraggi d'animazione intrisi di ombre e oscurità, fino al 2009, anno in cui con Las, decide di esprimersi attraverso la sua prima opera puramente filmica,
con attori e ambientazioni reali, ma che include comunque un prologo animato in stop-motion e slegato (presumibilmente) dalla storia che si sviluppa in seguito. Las si regge su due piani temporali che scorrono paralleli, alternando un presente (gli interni di un'umile abitazione) e un passato (un'irreale bosco arcano) ed intersecati da fulgidi momenti onirici. Questa volta abbiamo un padre e un figlio, un legame forte, anche se alquanto complesso, ma la situazione che si delinea, non è poi così distante da quella raccontata da Sokurov in Madre e Figlio. Le azioni compiute sono le medesime in entrambi i tempi, ma rappresentate attraverso un'inversione di ruoli: nel presente c'è un padre al termine del suo ciclo vitale, ormai immobilizzato su un letto in legno e c'è un figlio, che premurosamente si cura di lui (e che sul quel letto, si sdraierà dopo la sua morte). Nel passato c'è il figlio che viene condotto dal padre, rude ma protettivo, attraverso il misterioso paesaggio che li circonda: una foresta popolata da sfuggenti creature, mimetizzate con le corteccie degli alberi, o insidiate e striscianti tra la folta vegetazione. E ancora, tra le mura di casa, il figlio lava e nutre il padre che rifiuta il cibo; viceversa, all'interno del bosco, il padre cura una ferita del figlio e davanti al fuoco, lo incita a cibarsi della carne procurata durante una delle loro escursioni. In quella zona (Stalker docet) che assorbe i ricordi del figlio, possiamo già osservare i loro volti segnati dalla sofferenza che da lì a poco invaderà corpo e anima. Possiamo percepire una solitudine incombente, accompagnata da una nebbia assidua, resa ancor più algida dall'impeccabile fotografia, scolpita in un bianco e nero graffiante, che non può che rievocare il cinema di Béla Tarr e in particolar modo, gli immensi scenari di Satantango. Una nebulosità che avvolge ogni istante di quell'esistenza, compreso quell'ultimo, doloroso abbraccio che lascerà spazio al grande vuoto incolmabile.


Opera di una potenza oscura e impenetrabile Las, ma che al tempo stesso emana abbacinanti lampi metaforici (la sequenza del sogno, il figlio che corre incontro al padre in difficoltà, ma che non riesce ad aiutarlo) e accende fiamme luttuose (i sensi di colpa) che divampano nell'oblio della notte. E l'acqua, elemento ciclico e rigenerante (il catino, il rubinetto, il fiume), non si manifesterà mai attraverso la pioggia, ma bensì, sarà culla ialina per quel padre, che ora naviga rassenerato nell'incantevole finale.

"il padre ha tempo."

10 commenti:

  1. "Che non può che rievocare il cinema di Béla Tarr e in particolar modo, gli immensi scenari di Satantango."

    Fremo. Dove l'hai recuperato? :D

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    1. Sì, per fotografia è molto Tarr e le scene nel bosco mi hanno ricordato Satantango. Questo è proprio nelle tue corde... Muletto ;)

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  2. Dopo aver visto "Madre e figlio", penso che farò passare un po' di tempo per vedere questo film. Intanto lo cerco; lo vedrò quando sarà il momento. Sembra una proposta interessantissima, come devono anche esserlo i cortometraggi in "destructive animation". Mi incuriosiscono moltissimo.
    Almeno il finale sembra pacificato "E l'acqua, elemento ciclico e rigenerante (il catino, il rubinetto, il fiume), non si manifesterà mai attraverso la pioggia, ma bensì, sarà culla ialina per quel padre, che ora naviga rasserenato nell'incantevole finale.".

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    1. E' vero che c'è un'accostamento con Madre e Figlio, ma quì la sofferenza è più celata, il film di Sokurov è decisamente più straziante, anche come finale.
      Dei corti ho visto solamente "Franz Kafka", con un pò di calma vedrò di gettare uno sguardo anche al resto.

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  3. Dumala è uno che fa poche cose perché ci mette molto a farle (e bene).
    il film su Kafka è più che perfetto, di uno che ha letto Kafka, lo ha digerito, si è immedesimato in Kafka e lo ha fatto come lui lo avrebbe fatto (insomma Dumala è un genio).
    quando ho visto "Las" ho avuto paura che perdesse rispetto a prima, in realtà assomiglia molto a una sua animazione, per il fatto di non essere parlato, se non qualche parola alla fine.
    da vedere e rivedere.

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    1. In effetti, nel film traspare tutta l'atmosfera che contraddistingue i suoi lavori animati, anche se ho visto solo quello su Kafka, ma lo si capisce comunque già dall'incipt. Non mi sembra che Dumala abbia fatto altro di puramente cinematografico dopo Las e sarebbe interessante una sua riconferma. Grandissimo artista!

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  4. Sul tubo ci sono un bel po' di suoi cortometraggi, non so se ti sia capitato di vederli tutti. Comunque, appena hai tempi, vediti quello su Dostoevskij, http://www.youtube.com/watch?v=gknIrdEx6VI. Da gelare il sangue nelle vene.

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    1. No, avevo visto solo quello su Kafka, mi segno anche questo allora, grazie.
      Hai trovato "Las" alla fine?

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    2. Sì, trovato :P

      Scherzi a parte, grazie, visto oggi. Un film bellissimo, che probabilmente rivedrò stasera per stenderne due righe. Certo, minimalista e contemplativo, però arduo da decifrare, visto il finale così "dualistico", con quelle due morti che, in linea teorica, dovrebbero escludersi a vicenda. Tu come l'hai interpretato? Comunque un film toccante e riflessivo, insomma magnifico. Grazie ancora, ViS.

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    3. Mi fa piacere che tu sia riuscito finalmente a recuperarlo :P

      Guarda, quello che avevo colto ho cercato di riportarlo al meglio nella rece. Io spero vivamente (ma ne sono certo) che tu riesca ad esaminarlo più in profondità, afferrandone aspetti che a me possono essere sfuggiti. Attendo curioso la tua recensione!

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