22.7.16

Echi #28 | Macula

Carole Arcega
Francia, 2004
16 minuti

"La particolarità del mio lavoro è la fusione tra il corpo e il corpo pellicola. Una sorta di "film biologico", qualcosa che esiste in pittura, come in Francis Bacon, ad esempio."
- Carole Arcega


Il corpo preme, compresso/oppresso; esso si contorce, celato dietro una superficie lattea che ne disegna esilmente le forme. Strati di epidermide maculosa si generano, muovendosi al ritmo febbrile di una luce intermittente. Sonoro incalzante, traccia portante ed insistente. Emulsioni liquide rivelano tutta la (in)consistenza del corpo: abbacinato dal bianco; larvato in un nero che ne capovolge l'anatomia (aracnea; baconiana). E ancora, inversioni: positivo e negativo, abisso e luce. Fendenti di luce, che attraversano questo corpo, effigiandolo. Esso è materia fotosensibile mutante, che brucia sulla via di un'interminabile processo di (s)composizione atto a ricorrere, nel tempo. Poichè organismo impossibilitato ad una reazione volontaria, e che raggiunto l'effimero acme della sua "danza" concitata, nuovamente è destinato a dissolversi; ad affogare nello stesso strato/pellicola albuminoide che l'opprimeva, in principio, riacquistando così la sua originaria fragilità.

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