28.4.16

Minotauro

Nicolás Pereda
Messico, 2015
53 minuti

"Il sonno viene come l’avanzare della marea. Opporsi è impossibile. È un sonno così profondo che né lo squillo del telefono né il rumore delle auto che passano fuori mi arrivano all’orecchio. Nessun dolore, nessuna tristezza laggiù: solo il mondo del sonno dove precipito con un tonfo."
- Banana Yoshimoto

Ho visto un'umanità destarsi con i migliori propositi, ma con i pensieri ancora intorpiditi, affaticati dalle persistenti letture di romanzi incompiuti. Ho visto questa generazione di umani alzare il mattino gli occhi verso uno spazio dalla luce sempre uniforme, spinti dal tentativo di reazione a una crescente inazione che finisce per dominare progressivamente sulla loro vitalità, come una crisalide che saluta la sua ultima metamorfosi. E li ho visti morire, prima del tramonto, con la testa curva ed oscillante, come fiori appassiti deposti in un attico botanico, unica area a diretto contatto con il vigore del sole e le vibrazioni del vento. Attraverso una fotografia prettamente diurna (che contrasta con la penombra degli interni) e un minimalismo atto a risaltare l'espressione dei corpi, Pereda delinea il ritratto di una generazione perduta, di un'umanità narcolettica colpita da una sorta d'incantesimo ipnotico (carico di magnetismo), accudita e confinata negli essenziali spazi di un appartamento claustrofobico che diviene covile della loro esistenza, decretandone ineluttabilmente la morte della volontà, dei desideri, di qualsiasi intenzione relazionale con la vita e il mondo esterno. È un'umanità asfittica privata dell'energia emotiva: nessuna liberazione dalla stasi letargica nella quale è sprofondata, nessun'aria impetuosa sfiora le vallate della loro identità, dei lineamenti sui loro volti, della coreografia scultorea dei loro corpi caduti tra le braccia di Morfeo, vinti da un sonno innaturale che diviene universo olimpico. Qualcuno cercherà anche un ultimo afflato di vitale resistenza a quell'oblio delle emozioni, scivolando fuori dal letto o strascinandosi a terra verso uno spazio esterno dove ora, però, la notte ha fatto calare le proprie ombre. Ho visto quello che, con alte probabilità, è il capolavoro del cineasta messicano; la vetta massima finora raggiunta di una filmografia da ripassare, attentamente, nel tempo.

6 commenti:

  1. Oh, ti sei deciso a scriverne alla fine! :) Curiosa l'impostazione della rece ed interessanti anche le tue riflessioni. Si tratta sicuramente di uno dei migliori lavori di Pereda.

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    1. Certo, mi sembra che eravamo d'accordo no? ;) È che film così necessitano di sedimentare per un pò, probabilmente per me è più facile gettare due appunti al volo su film che hanno destato un interesse minore, alla fine. Per l'impostazione devo ancora una volta ringraziare Lautremont, che è un'infinita fonte d'ispirazione ;)

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  2. Vale lo stesso discorso per me, i film che amo di più sono sempre quelli ai quali faccio più fatica ad approcciarmi (non ho ancora trovato il coraggio di scrivere della Kawase, per esempio). Per il momento comunque credo che "Los ausentes" rimanga ancora il miglior Pereda, ma mi sa che qui siamo in disaccordo.

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    1. Credo che della Kawase il film che più mi ha colpito finora è Mourning Forest, ma tutta la sua è una gran filmografia. Riguardo a Pereda, non siamo poi tanto in disaccordo alla fine, Los Ausentes e Verano de Goliat sono film che devo ripassare perchè prima di vedere questo, li consideravo cmq i suoi massimi vertici, sta solo a decidere quale dei due può detenere la seconda posizione. Los Ausentes mi entusiasmò parecchio in quel di Locarno, ma nel tempo ho un pò ridimensionato il giudzio. La cosa certa, è che tutti gli altri lavori finora visti al di fuori di quelli qui citati, non superano le tre stelle, quindi...

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  3. Non l'ho fatto attendere troppo...;)
    Pazzesco! Mi ha entusiasmato (quasi) al pari degli altri due lavori di Pereda che ho avuto la fortuna di vedere. Il quasi sta indicare la mia ancor viva preferenza per Los Ausentes e Verano, ma questo sono convinto sia dovuto alla maggiore accessibilità di quei due film. Questo l'ho trovato infatti dannatamente affascinante e più meritevole/bisognoso di una seconda visione ;)
    Complimentissimi per tua analisi la quale, seppur breve, ho trovato perfetta. Grande Frank!

    P.s. i voti su mubi quasi si toccano...

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    1. Assolutamente no, sappi che qui, film e post non invecchiano mai ;)
      Io, al contrario, dovrei rivedere proprio i due Pereda da te citati, specie Los Ausentes, che in quanto a minimalismo mi pare sia quello più simile a Minotauro. Di certo è, che con questi tre film Pereda ha raggiunto i suoi massimi vertici.

      P.S. Non quasi, direi che si toccano, effettivamente 4,5 anche per me, tendente al 5 dai ;)

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