Morning of Saint Anthony’s Day (Manhã de Santo António)
João Pedro Rodrigues
Portogallo, Francia, 2012
25 minuti
Tra i corti, forse il miglior Rodrigues.
Il regista portoghese rende omaggio, del tutto casualmente, alla propria città natale e alle celebrazioni della Giornata di Sant'Antonio (festa nazionale del patrono di Lisbona dove, per tradizione, gli innamorati sono soliti scambiarsi vasi di basilico con garofani di carta ed estratti di poesie), tratteggiando un'atipica parabola di romeriana memoria nella quale assistiamo a un'insolito risveglio.
João Pedro Rodrigues
Portogallo, Francia, 2012
25 minuti
Tra i corti, forse il miglior Rodrigues.
Il regista portoghese rende omaggio, del tutto casualmente, alla propria città natale e alle celebrazioni della Giornata di Sant'Antonio (festa nazionale del patrono di Lisbona dove, per tradizione, gli innamorati sono soliti scambiarsi vasi di basilico con garofani di carta ed estratti di poesie), tratteggiando un'atipica parabola di romeriana memoria nella quale assistiamo a un'insolito risveglio.
Un'avanzata di silenziosi corpi dall'andamento caduco per le strade ancora deserte di una Lisbona che ha appena spento le luci della notte. Un nuovo giorno è alle porte, e tra evasioni sui binari di una ferrovia, o segni di cedimento sulle rampe di una metropolitana, nella globale indolenza c'è ancora chi, smartphone e un vaso di poesie in mano, cerca di contrastare il tempo che fugge e stabilire un contatto, ma inutilmente. Finendo così per lasciarsi sommergere con le proprie aspettative dalle acque di un lago fino all'anno venturo, o scagliare la rabbia di un'occasione persa davanti all'effigie marmorea del patrono, spargendo a terra i frammenti dei versi del poeta che lo ha ispirato (Fernando Pessoa).
"L'idea per questo film è nata da una foto che ho scattato con il mio telefono cellulare mentre ero sulla strada di casa per Lisbona, alla prima fermata della metropolitana, nelle prime ore seguenti la vigilia delle celebrazioni di Sant'Antonio, il 13 giugno. Quella sera avevo preso l'ultima metro verso il centro città. Il treno era colmo di ragazzi e ragazze, varie tribù urbane in uno stato di piena euforia. Alcuni cantavano al suono dei bonghi, altri ballavano, altri ancora bevevano strani intrugli da bottiglie di plastica che venivano passate in giro. Quell'ultima corsa in metro ha segnato l'inizio di una festa che si è protratta per tutta la notte. Nelle prime ore del mattino, ho preso il primo treno per tornare a casa, alle 06:30. Il contrasto non poteva essere più netto. Anche se il convoglio era allo stesso modo colmo di gente come la sera prima, ora, in quel momento regnava un silenzio assoluto. Il treno non stava trasportando persone, ma corpi esausti e catatonici, mezzi addormentati e pronti a risvegliarsi come per istinto meccanico nell'istante in cui raggiungevano la loro destinazione. Sempre con lo stesso ritmo e avvolti nello stesso silenzio, senza alcun saluto, come se ognuno di loro fosse stato lì, da solo. Lasciando il convoglio non ho potuto resistere e, guardando attraverso il finestrino, ho visto un'immagine (quella che poi ho catturato con il mio cellulare) simile a molte altre che avevo già visto quella mattina, ma che mi sembrava riassumesse, in qualche modo, quella strana situazione d'apatia. All'interno, tre ragazzi dormivano, due sedevano uno di fronte all'altro e il terzo era disteso a faccia in giù sul pavimento, in parte occupando il corridoio longitudinale. Ho fatto il tragitto verso l'uscita a piedi, stando dietro a un gruppo di giovani. Quando ho raggiunto la strada, ho osservato le altre uscite. Da ognuna di esse, più giovani stavano uscendo, e tutti si muovevano allo stesso modo, silenziosamente, attraverso le vie di una città che stava ancora dormendo. Una volta in strada, ognuno tornava alle loro abitazioni con lo stesso andamento meccanico, un ritmo alcolizzato che nella mia testa mi è sembrato eminentemente coreografico. Ho inevitabilmente pensato alle coreografie geometriche e malinconiche di Buster Keaton o di Jacques Tati, ma anche alle performances danzanti di Pina Bausch. Ho pensato alla festa di Sant'Antonio come un'enorme coreografia, e così n'è uscito una sorta d'inconsapevole omaggio ad una delle celebrazioni più popolari di Lisbona."
João Pedro Rodrigues
L'ho visto proprio ieri! Formalmente è impeccabile e la sequenza finale lascia di stucco: che lo spirito del santo sia stato in qualche modo "disturbato"?
RispondiEliminaChe sia stato disturbato dall'azione dell'innamorato non so, ma dalla mia madornale svista nell'averlo scambiato, alla fine del testo, con Pessoa, sicuramente si ;) Errore che ho cercato di tamponare, ma del quale non mi sarei accorto se non fossi andato a rileggere il post, grazie al tuo commento. Conseguenze classiche, quando ti ritrovi con cinquanta cose per la testa che vorresti fare nello stesso momento, come in questo periodo, che va bè, è un pò così... Grazie Doinel!
Eliminaahah non mi ero neanche accorto io dell'errore Frank! Ma ti dico lo stesso, figurati! Mi sa che siamo un pò come il ragazzo del corto che dimentica lo skateboard, in stazione, ma dopotutto come non esserlo nel mondo assurdo in cui ci ritroviamo!
EliminaRiguardo proprio Pessoa, ho in programma di approfondirlo.
Ciao, seguo il tuo blog da non molto ma mi piacciono le cose di cui parli.
RispondiEliminaVolevo solo chiederti dove ti procuri in particolare questi cort. Diciamola meglio: c'è un modo di vederli in streaming? Sono diffusi da qualche parte?
Grazie :)
Ciao, per la reperibilità dei corti dipende. Su quello che si può vedere in rete cerco, per quanto possibile, di indirizzare alla visione mettendo i link ai video o, certe volte, incorporando gli stessi a fine articolo. Alcuni si possono trovare tramite i più noti mezzi di share. Per altri ancora, magari più recenti, è necessario invece rivolgersi direttamente a registi e produttori. Cmq, se hai bisogno di info più dettagliate puoi contattarmi per mail.
EliminaGrazie per il seguito :)