22.6.14

Tracce #21 | The Ethereal Melancholy of Seeing Horses in the Cold

Scott Barley
Uk, 2012
4 minuti

Vale assolutamente la pena, quando ci si imbatte in un cortometraggio come The Ethereal Melancholy of Seeing Horses in the Cold, concentrare il proprio tempo su una maggiore esplorazione alla ricerca di autori emergenti che possano contribuire, in futuro, alla diffusione e alla crescita di nuove realtà artistiche nel campo della cinematografia, purtroppo, ancora da molti vista (e concepita) con sguardo alquanto desueto.

Entrando nel merito: Bruno Dumont, giusto per citare uno (s)conosciuto qualunque, equiparando la realizzazione di un film all'arte pittorica, ha dichiarato come il paesaggio, dal momento in cui lo si filma, cessa di essere tale, divenendo il clima interiore del personaggio. Nel caso di questo primo lavoro del promettente Scott Barley (qui, il suo canale vimeo), la landa algida e crepuscolare ripresa in tre brevi cicli temporali che determinano il graduale sopraggiungere dell'oscurità, non può che innalzarsi ad espressione interiore degli animali che la popolano. La mestizia che chiaramente traspare dallo sguardo del cavallo, eternato nella bruma assieme ai suoi simili, come in un affresco (ancora osservazioni che riportano al pensiero dumontiano, per il quale, l'ispirazione migliore non proviene dai cineasti ma bensì dai pittori), figura inamovibile, se non per l'effetto ondulatorio di una cinepresa privata della stabilità del cavalletto (nota curiosa, vista la concezione strutturale tipica del piano sequenza fisso) non potrà essere la stessa, con costui rappresentato in un paesaggio e contesto diversi. Allo stesso modo, l'interiorità dell'animale, la sua sensibilità, non emergerebbe senza l'alternarsi di quegli alberi a cadenzare l'ineluttabile scorrere del tempo, e che attraverso le loro ramificazioni assumono l'aspetto di quella geografia melanconica ed eterea, appunto, della quale questo straordinario ritratto cine/pittorico, vive. Visionatelo, costa solo quattro minuti del vostro tempo.

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10 commenti:

  1. Va be', sai bene cosa ne pensi di 'sto corto: è magistrale, non ho parole per descriverlo né per descrivere ciò che mi ha fatto provare. Immenso, eppure esile, fragile... c'è l'universo, in quella landa. Uno delle (tante) riprove che Truffaut, dopotutto, non aveva ragione a sostenere che l'ambientazione di un film non è - e non fa - il film.

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    1. Lo so che ti ha entusiasmato, si. Se non ricordo male, tra l'altro lo avevi scoperto te, su vimeo. Comunque, è il classico corto che puoi vedere e rivedere in loop, come direbbe James Franco :) Con tutto il rispetto per Truffaut, magari all'epoca poteva anche valere questa regola, ma come accennavo a inzio post, ad oggi, il cinema va necessariamente visto e concepito con sguardo nuovo. Personalmente, trovo attuale il pensiero di Dumont (che è chiaramente lo stesso di moltissimi altri autori/artisti contemporanei), per il resto; appoggiarsi ancora a mega-set artefatti, copioni chilometrici e "attori" considerati come uniche funzionalità alla resa del film, trovo sia sorpassato. Poi per carità, i tradizionalisti sempre ci saranno, ed è bene così in un certo senso...

      P.S. Di Barley merita forte anche questo: https://vimeo.com/57283085

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    2. Sì, avevo visto anche quello, comunque, ma allora come ora non l'ho capito >.< Questo, invece, hai visto che roba? https://vimeo.com/24973578 O.o

      Per quanto riguarda Truffaut... be', sì, il rispetto è obbligatorio trattandosi di Truffaut, ma credo che quella sull'ambientazione non sia l'ultima o la sola delle castronerie che era andato dicendo, così come sono abbastanza convinto che, per dire, un Rossellini (quello di "Stromboli" o "Viaggio in Italia", per fare solo due nomi) aveva già da prima ben chiara l'enorme importanza dell'ambientazione.

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    3. Ci ho gettato un'occhiata veloce ieri, ma voglio vederlo tutto, con più calma. Videoarte pura, comunque!

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  2. This article was brought to my attention by a friend. I just wanted to say thank you for the write-up on my work; it is very kind.
    The comments here and comparisons have been wonderful too. Thank you, all.

    I am currently working on a new, as-of-yet, untitled project, that focuses on the beauty of ephemerality and joy to be found in both life and death.
    Here are a few stills from the film:
    http://scottbarley.com/photos/

    I hope you continue doing great write-ups in the future.

    Best,
    Scott.

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    1. Hi, Scott
      I am very pleased your comment on the article. Thanks to you for giving us these four minutes of intense emotion.
      I had already noticed on vimeo channel an extract of your new work "Untitled" and I can just add that the expectations are high.
      I shall await with curiosity to see it. Good continuation with your work, and thanks again!

      Best regards,
      Frank.

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  3. viste le mucche tristi, non c'è bisogno di parole, quella grigia in primo piano sembra una foto, ma l'altra si muove...

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    1. Anche il cavallo, in maniera impercettibile, ma si muove al secondo passaggio. Comunque hai ragione, sembra veramente una foto, tutto il corto è praticamente un quadro, bellissimo!

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    2. ho scritto mucche ed erano cavalli, dovrò farmi visitare dal veterinario :)

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    3. Su quello grigio era chiaro il tuo errore, ma su quelli ripresi da lontano... pensa che per un attimo avevi fatto sorgere dubbi pure a me XD

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