25.5.14

Winter Silence (Winterstilte)

Sonja Wyss
Olanda, Svizzera, 2008
68 minuti

Una vedova e le sue quattro figlie vivono nella baita di una sconfinata zona montana, costantemente immersa nel manto nevoso. La morte del capofamiglia, precipitato da una rupe, porterà a un prolungato periodo di lutto durante il quale arcane presenze faranno la loro apparizione, penetrando nei lascivi sogni delle ragazze, e spezzando come un incantesimo le catene di una pressante rigidità cattolica che la figura materna, con la sua carismatica presenza, ha imposto...
Già dalla primissima inquadratura, dove l'occhio della cinepresa si dischiude con una panoramica sulle imponenti alture innevate che assumono i tratti di un affresco, si percepisce l'aura surreale che avvolge questo claustrale esordio al lungometraggio di Sonja Wyss (classe 1967), originaria delle Bahamas. Con Winter Silence, infatti, possiamo finalmente assistere a un mirabile esempio di come il surrealismo (o più specificatamente, un surrealismo atipico, dai risvolti favolistici), compenetri alla perfezione quel minimalismo contemporaneo che oramai detta legge in gran parte del cinema autoriale. A cominciare da una sottrazione dialogica sulla quale prevalgono canti litanici, attuata allo scopo d'innalzare (come le vette dominanti) quella quiete, e quell'assenza, che una tale scenografia naturalista non può che esigere. E' opportuno sottolineare però, che mediante questa riduzione si può facilmente incorrere nel rischio di interpretazioni scorrette, trovandoci effettivamente dinanzi a un'opera dalla lettura astrusa, che vive di simbolismi non sempre decifrabili come il gufo, o la misteriosa figura che appare durante il funerale del padre (forse un angelo diurno, a contraltare dei "demoni" che popolano l'oscurità?) o ancora; le uova "covate" sotto i piedi delle figlie nonchè, l'enigmatica espressione della madre di fronte allo specchio (dopo aver scoperto le corna dei cervi giacere sui letti al posto delle figlie), che suggella il tutto rimettendo in discussione le possibili analisi avanzate fino a quel momento. Winter Silence, necessiterebbe dunque di svariati approfondimenti prima di centrarne in qual modo la sua reale natura. A ogni modo, avvalendosi degli indizi messi a disposizione, resta alquanto chiara la componente iniziatica che pervade l'opera e che lentamente si delinea precedendo l'avvento "soprannaturale" (l'apparizione degli uomini-cervo e la loro successiva trasmutazione in uomini-amanti, ai quali le quattro donne si abbandonano). Un segnale, identificabile nel gesto malizioso di una delle figlie allo sguardo di due giovani, appostati a spiarne i movimenti, e che mette già in luce quella condizione di ascetismo e superstiziosità nella quale versano le ragazze; sorvegliate a vista (emblematica la sequenza del ricamo) da una madre dalla condotta monastica, che alla corona del rosario alterna assurdi rimedi (il fondo di una statuetta della Madonna, polverizzato nel bicchier d'acqua) a eventuali sintomi disfunzionali, che possano in qual modo ledere alle caste regole imposte. Ciò che al momento emerge, quindi, è l'intenso desiderio evasivo delle figlie, che può concretarsi solamente di notte, durante il sonno (allo spuntare dei primi raggi solari, esse avranno già appagato i loro sensi, e conquistato l'agognata libertà); un centro onirico, che come in Phantom Love (2007), è fondamentale per l'affrancamento delle proprie pulsioni, e dei pensieri più inconfessabili.

12 commenti:

  1. Intrigante e fortemente interessante..
    Grazie cara Amica e buona serata!

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    1. Una storia dai tratti fiabeschi, con delle immagini parecchio suggestive, potresti apprezzarlo.
      Buona giornata a te!

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  2. trovato, dopo "Die Wand" mi sembra che ci sta bene :)

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    1. Stavo pensando che film fosse "Die Wand". Ora ho capito (conosciuto anche come "The Wall"), ho giusto visto il trailer qualche giorno fa dopo aver letto il tuo post. Attira l'idea del muro invisibile, lo recupero, grazie :)

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  3. Manca. Da come ne scrivi, però, merita parecchio, e anzi sembra giusto il film che non poteva mancare nella tua ricerca di una conglomerazione tra surrealismo e minimalismo. Mi incuriosisce, e un po' m'inquieta, quel centro onirico di cui parli nel finale: sembra qualcosa di tumultuoso...

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    1. Eh si, credo sia un un tassello indispensabile per la coniugazione di questi due stili; bilanciato alla perfezione, ne troppo da una parte, ne dall'altra. Spero però tu possa apprezzarlo almeno la metà di quanto ho fatto io, forse potresti trovare qualcosa da ridire sul simbolsimo troppo ermetico. Al contrario, se invece riesci a trarne qualche riflessione che io ho faticato a cogliere, te ne sarò grato :)

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    2. Oddio, più simbolista di "The temptation of st. Tony"?

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    3. Be, quello è micidiale, credo sia più criptico. E' comunque un film totalmente differente, molto meno oscuro.

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  4. Mi ispira moltissimo questo film Frank adesso lo cerco!

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    1. Una suggestiva favola dai toni mistici, poi fammi sapere che ne pensi Romina...
      Grazie per aver transitato da queste parti :)

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    2. Visto ieri notte e devo dire che la tua recensione aggiunge significato al film che, sinceramente è molto bello a livello di estetica ma mi è sembrato un po' troppo costruito, manca di profondità a mio avviso, stessa sensazione che ho avuto con Phantom love, bellissimi esteticamente ma non mi han coinvolto :)

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    3. Sicuramente, questi film più prettamente onirici trovano il loro maggior punto di forza nella costruzione estetica. I significati, le allusioni, credo siano celati appositamente per far in modo che ognuno di noi possa cercarli e interpretarli a proprio piacimento, o a seconda delle sensazioni che ha lasciato il film. Questo, effettivamente si sviluppa molto alla leggera, come scrivevo, una sorta di fiaba. Trovo che "Phantom Love" però sia un gradino superiore, è più psicologico, più lynchiano se vogliamo.

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