17.4.14

Tracce #17 | Undressing my Mother

Ken Wardrop
Irlanda, 2004
6 minuti

Proveniente da una famiglia di contadini, Ken Wardrop ha frequentato la Irish National Film School specializzandosi in documentari e successivamente, assieme al compagno di studi Andrew Freedman, ha fondato a Dublino la Venom Film.
Per questo suo quarto cortometraggio, vincitore di vari premi internazionali, Wardrop opera concettualmente (viaggiamo comunque sui territori della docu-fiction) e in maniera simile a quanto fatto dal polacco Tomasz Sliwinski che in Nasza Klatwa, riprendeva il sofferto percorso del figlio appena nato, colpito dalla rara "Sindrome di Ondine" (una malattia che impedisce la respirazione durante il sonno). Qui invece, il regista irlandese decide di radiografare la propria madre alla soglia della terza età, esplorandone dettagliatamente e con cura minuziosa ogni centimetro, ogni piega del suo corpo (capezzoli, ombelico, unghie dei piedi, occhi, etc), senza tra l'altro rinunciare a una certa vena umoristica in alcuni momenti, come il divertente siparietto iniziale o la prospettiva dei seni appoggiati al tavolo. La donna accetta con naturale disinvoltura di mettersi a nudo davanti alla cinepresa del figlio, non solo fisicamente, ma raccontandosi e ponendoci così a conoscenza del suo rapporto con il defunto marito (interessante l'insistenza sulla fede nuziale) e delle sue amorevoli attenzioni rivolte soprattutto all'interiorità, di quel corpo che seppur in sovrappeso, l'ha sempre fatta sentire in armonia con se stessa, e sempre amata. Come per il film del polacco, con Undressing my Mother ci troviamo di fronte a un immensurabile atto d'amore: qui, verso i genitori (chiaramente citati allo scadere dei titoli di coda) e dall'altra parte, in direzione opposta, verso il figlio. A differenza però, di quanto possa essere discutibile lo sguardo di Sliwinski (forse provocatorio in alcuni frangenti, ma l'argomento è estremamente delicato), quello di Wardrop è genuino, e non mira a nessuna denuncia. Semplicemente, si rivolge con disincanto ed estrema sensibilità alla svestizione del corpo dall'ineluttabile scorrere del tempo, rivelandone un intimità non solo scolpita nell'immagine, ma che si libera con reale sentimento, attraverso le toccanti parole di una madre.

4 commenti:

  1. Bellissimo cortometraggio, e analisi che lo inquadra alla perfezione. Chissà perché, credevo ne avessi già parlato di questo film, ma controllando noto che mi sbaglio. Me l'avevi per caso consigliato/passato tu? Ricordo di averlo visto sotto suggerimento di qualcuno... Comunque sia, hai perfettamente ragione nel parlare di un immensurabile atto d'amore e, soprattutto, a sottolineare la genuinità con cui si forma il tutto: l'ho trovato commovente, davvero. Questo Wardrop deve essere in possesso di una sensibilità abissale.

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    1. Hai ragione, cortometraggio toccante e commovente, breve ma intenso. Mi piacerebbe vedere altro di questo Wardrop, da quel che so, finora ha fatto solo corti. Comunque, sicuramente te ne avevo parlato io, o forse avevi visto il mio voto su Mubi.
      A proposito di Mubi, vai sulla mia pagina a sbirciare l'ultimo film che ho appena votato :P

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    2. Momento, momento, momento. Hai dato più a Dolan che a Fellini, Antonioni e Bunuel? Davvero?!

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    3. Attenzione, attenzione, attenzione. Precisiamo: ho dato più a Dolan che a "quel" Fellini, "quell"Antonioni e "quel" Bunuel ;)

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