29.11.13

Loubia Hamra (Fagioli Rossi)

Narimane Mari
Algeria, Francia, 2013
77 minuti

Una paradisiaca spiaggia dell'Algeria fa da cornice a un gruppo di ragazzini che gioca, sguazza tra le onde, si riposa sotto i raggi del sole per poi inscenare all'improvviso una guerra, che è un'allegoria del dramma storico vissuto dalla popolazione algerina...
All'opposto del magnetico Noche, Loubia Hamra è invece il film del 31°TFF che ha deluso maggiormente le mie aspettative ma al contempo, merita comunque d'esser segnalato per un fattore, fondamentalmente soggettivo a livello emozionale: il suono. Perchè paradossalmente, nella sua musicalità Loubia Hamra è la pellicola che meglio si accosta proprio al film di Brezicki; entrambi ne danno estrema rilevanza, con la sola differenza che se il suono in Noche era il motore centrale, la diegesi su cui spingeva l'intera opera per tutto il suo estendersi, nel film di Mari il suono è quasi puramente extra-diegetico (se escludiamo quei momenti in cui i ragazzini cantano in spiaggia) e funziona come un mirabile corteo che accompagna: le danze "tribali", le incursioni notturne nei casali abbandonati, nei cimiteri. Dal cuore dei suoi settantesette minuti (che si potevano benissimo dimezzare) "d'innocua politicità" (cfr. EdP) affiora proprio questo segmento, che si delinea a partire dall'abbacinante sequenza di un bagno notturno, fino alla conclusione di tutta l'ispezione cimiteriale. Uno sprazzo di tempo, dove Loubia Hamra diventa un'attraente coreografia pop (techno-pop) in cui la compenetrazione di corpi, luci, ombre e suoni (per l'appunto) ne fanno un momento altamente suggestivo e veramente difficile da scordare. Il problema è che la magia funziona fino a un certo punto; Loubia Hamra è un film inoffensivo, ingenuo, che non spinge fino in fondo. Ecco dunque, che depurata di questo flusso coreografico la pellicola risulta fallace, perdendosi nel mare di un finale prolisso e increscioso (oltre che telefonato) che vuol farsi contemplativo quando non esiste nulla, di realmente interessante da contemplare, visto che anche i fatui riferimenti storico-politici non servono a salvare un film, che poteva funzionare solamente come cortometraggio. E' un vero peccato, perchè con qualche accorgimento strutturale, Loubia Hamra avrebbe potuto rientrare anch'esso, nella schiera dei titoli più originali di questa edizione del Torino Film Festival. Chimerico.

6 commenti:

  1. Ci vuole una certa sensibilità (e capacità critica) per estrapolare una recensione del genere da un film come questo "Loubia hamra", che sai s'è guadagnato un certo odio da parte mia per il piano-sequenza (noiosissimo e inutile) finale. Complimenti, però sappi che, per assurdo e pur conoscendo la tua opinione a riguardo, la tua recensione mi ha fatto venir voglia di rivedere questo film, quasi in realtà ci fosse non solo poca roba da salvare.

    "Un finale prolisso e increscioso (oltre che telefonato) che vuol farsi contemplativo quando non esiste nulla, di realmente interessante da contemplare." Su questo ci sarebbe davvero molto da discutere, perché come accennavi tu c'è una certa andatura del cinema che punta al contemplativo, ma è davvero qualcosa di puramente formale: un piano-sequenza lungo senza una sostanza da contemplare, come a dire la noia e il fastidio, oltre che l'arroganza del regista. Prova ne sono pure "Canìbal" e "Sceneries of new beginning".

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    1. Hai ragione, e soprattutto sarebbe interessante capire il vero scopo, di questo "andamento tendenzioso", ma fasullo, e a dove vuole effettivamente portare, in film che fondamentalmente non ne hanno la natura. Come ti accennavo a Torino, è un discorso che si riscontra anche (e soprattutto) nella musica, almeno nella musica che ho seguito io finora. Alla fine però, non saprei se è peggio un finale del genere in un film come "Loubia Hamra" o "Sceneries...", tanto per dirti, oppure in ciofeche totali quali "Au nom du fils"... In quel caso è fastidiosamente pretenzioso, perchè non c'entra nulla col film proprio.
      Riguardo "Loubia Hamra", ho voluto scriverne due righe per la stessa motivazione tua. Bene o male, almeno per quel segmento centrale, il film continua a circolarti in testa... E vorrei rivederlo anch'io, credimi.

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    2. "Au nom du fils" è un film che va preso in giro e basta, che non rivedrei per nessuna ragione al mondo. Questo "Lubia hamra", invece, lo rivedrei e, magari, riuscirei anche ad apprezzarlo di più, una volta consapevole dell'ingenuità di fondo che fondamentalmente sprofonda il film. Mah, speriamo che giri qualcos'altro, almeno mi chiarisco le idee sul regista.

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    3. Ho letto tra l'altro che questo è il primo lungometraggio di finzione della regista. Non resta che aspettare un prossimo lavoro, giustamente per farci un'idea. E speriamo anche che Mubi aggiorni la programmazione del TFF, sarebbe anche ora, visto ci sono ancora molte cose da votare.

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    4. Orpo, vero, devo ancora affibbiare il mio cinque a "Mary is happy, Mary is happy"!

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    5. Ho dato un'occhiata ieri, ma la pagina non era ancora disponibile, volevo schiaffarle un bel 1... :D

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