12.4.13

Tracce #1 | L'ipnosi di Benedek Fliegauf

Hypnos (Benedek Fliegauf)
Ungheria, 2001
16 minuti


Categoria ideale per racchiudere tutti quei segni, piccoli frammenti di cinema o tracce, per l'appunto, che sono parte di un determinato percorso autoriale ma che tendono poi, per ovvi motivi commerciali, a rimanere schiacciate sotto il peso di un'impronta maggiore. Nel caso in questione mi riferisco al tragitto intrapreso da uno dei più talentuosi autori della nuova generazione del cinema ungherese, Benedek Fliegauf e alla differenza ben evidente, direi quasi abissale, che passa tra il recente e flebile Womb (2010) e le opere che lo precedono. Non conosco ancora a fondo i trascorsi del regista, ma già la visione di un film cupo e ipnotico come Dealer (2004), ripaga di gran lunga e non può che far entrare suddetto autore tra la schiera delle mie preferenze.
Tracce si diceva, che vanno cercate tra i suoi cortometraggi, realizzati prima dell'esordio vero e proprio (Rengeteg, 2003), tra cui emerge questo Hypnos, opera inquietante che si addentra nelle più recondite memorie dell'essere umano, svelandone cose di cui ignoriamo l'esistenza e che possono turbare profondamente.
Al momento, sulla citata pellicola non trapela quasi niente che possa portare il sottoscritto a delinearne un profilo più accurato, se non le sensazioni (molte) provate durante i 16 minuti di visione e le informazioni (pochissime) sparse in giro nel web (nemmeno uno stralcio di sottotitoli, forse il greco?).
Immediato è comunque l'accostamento a Dealer (sperando che anche gli altri lavori volgano in questa direzione); carrelli lentissimi, di una lentezza quasi "tarriana" (la terra d'origine dà i suoi frutti), che ipnotizzano già dalla seconda sequenza, dove il movimento circolare della cinepresa in senso orario (ancora Dealer), svela volti e coscienze dormienti, accentuata dilatazione spazio temporale, fotografia livida, tappeti sonori profondi e ossessivi. In due parole: oscuro e penetrante. L'ipnosi messa in atto da Fliegauf è di tipologia regressiva di gruppo; rievocazione di un passato sepolto che a volte può rivelarsi dannoso. Il film si apre con l'inquadratura del petto di un uomo con un crocifisso al collo e si chiude con lo sguardo di una bambina in braccio alla madre. Una cantilena infantile accompagna i titoli di coda e purtroppo, l'ipotesi più aberrante, non può che farsi spazio nelle nostre menti.

5 commenti:

  1. Ti invidio moltissimo. Riesci a vedere un film ungherese senza sottotitoli. Ci ho provato anch'io ma quello che sono riuscito a capire è davvero poca cosa. Ma Fliegauf è decisamente un grande regista e anche questo corto merita! Grazie!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho solamente analizzato tramite sensazioni, poi vabbè, due appigli in inglese nel web si trovano (quasi) sempre. Se lo segui con attenzione comunque non è difficile estrarne il filo portante.

      Elimina
  2. Purtroppo, di lui ho visto soltanto "Womb", che pur essendo (mi dicono) il suo peggiore non mi ha fatto così schifo. Di questo regista, ne sento solo parlare bene. Adesso spero che il suo nuovo lavoro venga stampato in DVD o almeno distribuito nei cinema... A ogni modo, hai ragione: c'è una generazione di registi con i controtutti in Ungheria, come in Grecia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Neppure a me è dispiaciuto Womb, ma credimi, quando successivamente ho visto Dealer, ho stentato per un attimo a credere che fosse di Fliegauf. L'ultimo che intendi è questo? (JUST THE WIND - Csak a szél)

      Elimina
    2. Sì, quello lì. E sembra davvero tanta roba!

      Elimina