28.3.13

Echi #1 | Bruno Dumont

Nell'attesa di ispirazione per parlare di qualche altro film, voglio nel frattempo inaugurare una nuova sezione (categoria, etichetta, chiamatela come vi pare) che battezzerò ECHI e che utilizzerò per inserire citazioni, pensieri, riflessioni e frasi più o meno celebri di vari autori/artisti. Naturalmente, tutto quello che per una cosa o per l'altra, possa rientrare in sintonia con il cinema quì rappresentato. E Mi sembra giusto iniziare con uno degli esponenti più significativi di questo cinema, Bruno Dumont e una sua frase, detta durante un intervento alla Cineteca di Bologna e che rispecchia molto da vicino il mio pensiero.
"Io credo molto nella catarsi… Non credo che il cinema debba essere gentile, per me il cinema dev’essere orribile, tremendo, doloroso, affinché lo spettatore possa liberarsi e “lavarsi” partecipando, in maniera abbastanza attiva. Io sono molto lontano dal cinema di divertimento, il cinema di divertimento ci addormenta, i cineasti e gli amanti del cinema devono svegliarsi, e per questo il cinema deve coinvolgerli, deve prenderli e catturare la loro attenzione, lo spettatore deve essere attivo, e non lasciarsi addormentare."
Bruno Dumont | 22.10.04 | Cineteca di Bologna

8 commenti:

  1. Stava presentando "Holy motors"? Perché sarebbero parole perfette per un'introduzione a quel film.

    Comunque è curioso che vari cineasti usino la metafora del cinema dormiente, da dover risvegliare. Anche von Trier, ai suoi esordi da regista, parlava del dovere dei registi di risvegliare il cinema; ci fece pure un manifesto - poi inabissato (ma neanche tanto) dal successore Dogma 95 - e anche lì, accanto all'immagine del film come amante voluttuosa, parlava di voler risvegliare il cinema dal sonno in cui era caduto.

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    1. Risveglio favoloso quello di Holy Motors! E' vero, è un discorso che potrebbe aver fatto benissimo anche Carax. La cosa che mi stuzzica assai, è che proprio Dumont parla di coinvolgimento del pubblico, quando la maggioranza di questo si addormenta di fronte al suo cinema ;) A me fa impazzire!

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    2. Anche con quello di Carax. La prima volta che vidi "Holy motors" mi prese l'abbiocco, la seconda mi risvegliai da me stesso, la terza lo adorai. Un po' come mi successe con Tarr. Ugualmente Dumont, di cui ho visto solamente "Hors Satan": d'accordo, la prima volta - se non sei preparato - rischi di addormentati, ma se lo segui, sei attento e, soprattutto, bendisposto è un cinema che non può non risvegliarti. E non solamente in termini cinematografici, ma da te stesso: "il cinema è vita", direbbe qualcuno. Questi registi - Dumont, Carax, Tarr, Lanthimos &cc. - stanno facendo quello che Godard e Truffaut fecero (in un periodo storico più "predispisto") colla nouvelle vague.

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    3. A me "Holy Motors" invece ha preso subito, tanto che pochi giorni dopo ho voluto coinvolgere nella visione anche un amico. E con "Hors Satan" avevo la strada già spianata da "L'Umanità", dunque sapevo benissimo a cosa sarei andato incontro. L'ho seguito proprio come dici te, attentamente e bendisposto e il risultato finale è stato talmente positivo, che nel giro di una settimana ho recuperato tutta la filmografia di Dumont. E' vero: Godard, Truffaut, ed aggiungerei anche Akerman, Bresson, Garrel, Reisnas. Tutta gente, che è importante punto di riferimento per questo nuovo movimento contemporaneo.

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  2. perfettamente d'accordo, c'è il cinema per passare il tempo e il cinema che è altro (è quello che mi piace e che dovrebbe essere il cinema, e basta, ma siccome è minoritario lo chiamo l'altro cinema, ci capiamo).

    e "Holy motors" l'ho già messo fra gli immensi, calza a pennello per quelle parole.

    di Dumont ne ho visto un paio al cinema quando eravamo giovani, dovrò riprenderlo, sicuro

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    1. Non posso che confermare, ci capiamo ;)
      Holy Motors avrebbe meritato molto di più, ma a Cannes diciamo pure che la Palma morale è sua.
      Di Dumont li ho visti tutti (tranne Camille Claudel naturalmente) e non c'è nè uno che non abbia apprezzato.
      Hors Satan è comunque la vetta!

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  3. E' esattamente anche il mio pensiero sull'arte cinematografica. Anch'io dormo guardando film come Avatar.

    Di Dumont apprezzo particolarmente il lavoro con gli attori, riesce davvero a catturare la loro purezza. In questo ci ho visto molto Bresson, nonostante lui stesso quasi si arrabbi ad essere paragonato a lui, precisando sempre che lavora in maniera opposta. Eppure i risultati ricordano qualcosa di molto vicino all'idea di Cinematografo.
    Ho visto solo tre film, probabilmente i suoi più noti: L'età inquieta, Hadewijch e Hors Satan. Quali altri
    suoi film mi consigliate?

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    1. Mi piace un sacco questa "inversione di ruoli", l'ultimo che mi è capitato di vedere è stato Contagion di Sodenberg, dopo 20 minuti il contagio era già entrato in circolo peggio di un anestetico. Non se può più vedè stè cose dai :)
      Hai perfettamente ragione, una volta in un commento su Mubi ho addirittura definito Bresson come "il Dumont degli anni '60".C'è poco da fare, il caro Bruno può anche prendersela, ma mi sembra che il paragone sia evidente, lo dicono tutti!
      Potrei darti un consiglio in base alle mie preferenze. Se hai già visto Hadewijch e Hors Satan, probabilmente hai visto il meglio, dunque opterei prima di tutto per Flandres e successivamente a tua scelta, Twentynine Palms o L'Umanità (questo è un bel mattone però, ed è anche il più lungo). Poi mi farai sapere la tua opinione, ciao!

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