8.3.13

Lost Song

Rodrigue Jean
Canada, 2008
106 minuti


La cantante lirica Elisabeth e suo marito Pierre, decidono di trasferirsi con il loro primo figlio appena nato in una capanna nel bosco, un luogo in cui Pierre ha vissuto parte della sua infanzia e dove sua madre, Louise vive nella cabina accanto. L'uomo pensa che l'allontanamento dalla città per un breve periodo, sia la cosa migliore per il riposo della neo-mamma. In realtà, Elisabeth si sente presto isolata dal resto del mondo e questo suo stato d'animo viene esacerbato dalla continua irrequietezza del bambino, che tra continui pianti isterici non vuole saperne ne di mangiare, ne di dormire (ricordando molto da vicino una situazione simile a quella che vive Noomi Rapace in Daisy Diamond di Simon Staho).
Nonostante l'appoggio di Louise, che si dimostra sempre disponibile ad aiutarla con il piccolo, in Elisabeth comincia a crescere un forte senso di inadeguatezza come madre che non fa altro che peggiorare le cose. Se poi aggiungiamo, che il rapporto con Pierre inizia ad incrinarsi e che dalla soffitta provengono rumori alquanto strani, alla donna non resta altro da fare che prendere il bambino con sè e intraprendere una lunghissima e disperata fuga attraverso il bosco...


Premiato per il miglior film canadese al TIFF nel 2008, Lost Song, come i rami che invadono lo schermo durante la proiezione, affonda le sue radici nel dramma psicologico, affrontando un tema interessante come quello della depressione post-partum e mettendo al centro dell'opera il rapporto tra donna e natura. L'ambientazione sperduta, con i suoi silenzi, con i fitti arbusti che circondano le abitazioni dei protagonisti, contribuisce a dare quel senso di isolamento ed oppressione che progressivamente cresce nell'animo di Elisabeth; il bambino e il luogo sono certamente i fattori principali dello stato di profonda depressione in cui la donna scivola, ma un peso non indifferente proviene dal comportamento egoistico del marito, il quale, per tutto il film non si sforza mai di comprendere veramente a fondo i problemi che affligono la moglie, contribuendo così a spezzare quell'armonia famigliare a cui assistiamo nelle prime inquadrature del film (il viaggio in macchina, con il CD dell'opera "Le Tempeste" in sottofondo). Gli unici brevi momenti di serenità, Elisabeth li trova nella complicità di una giovane vicina di casa, con la quale condivide le più piccole e semplici cose della vita (fumare una sigaretta assieme, nuotare nelle acque del lago). Nemmeno la musica, che tenta inutilmente di comporre, riesce a distrarla dal suo malessere; la melodia viene interrotta dai rumori che albergano in soffitta, percepiti dalla sua mente come presenze soprannaturali, quando in realtà, materia palpabile e terrena (un gatto che verrà poi seppellito nel bosco). E proprio quel bosco, negli ultimi 20 minuti diventerà teatro assoluto della scena, assimilando la protagonista tra il verde delle foglie, fondendosi con lei, globalizzandola al suo interno, dove emerge solamente il silenzio dell'ambiente naturale; camera a spalla, il regista segue incessantemente Elisabeth nel lungo e tormentato percorso finale attraverso quella natura, affascinante ed insidiosa al tempo stesso, da cui vuole assolutamente fuggire. Una natura che diventa culla della disperazione di una donna e del suo bambino, strappato alla madre dalle minacciose acque di un torrente in piena, perduto per sempre... come quell'ultima canzone mai conclusa!

4 commenti:

  1. interessante cercherò di vederlo, complimenti per il blog, mi sono unita anche io ai tuoi lettori :)

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    1. Eh, gli altri lettori sono momentaneamente invisibili perchè sospesi sull'Altra Terra in attesa di trasferimento :) A parte gli scherzi, calcolando che ho messo il blog in linea ieri, mi fa piacere che tu sia la prima. Grazie per il seguito e benvenuta su Visione Sospesa!

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  2. Un film molto interessante, come del resto l'intero blog. Una vera miniera di opere poco conosciute, da scoprire assolutamente. Grazie. Unito anch'io :) Ciao

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    1. Grazie per i complimenti e per il tuo interessamento. Benvenuto su Visione Sospesa!

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