John Hough
UK, 1973
96 minuti
"Ciò che lo spiritista chiama, ectoplasma, proviene quasi interamente dal corpo del medium. Il resto proviene dal pulviscolo, dagli abiti del medium, residui di fibre tessili, particelle di cibo. Ma il nucleo, è materiale organico vivente, il pensiero che prende forma organica: il pensiero, materializzato". - Clive Revill (Dr. Barrett)
UK, 1973
96 minuti
"Ciò che lo spiritista chiama, ectoplasma, proviene quasi interamente dal corpo del medium. Il resto proviene dal pulviscolo, dagli abiti del medium, residui di fibre tessili, particelle di cibo. Ma il nucleo, è materiale organico vivente, il pensiero che prende forma organica: il pensiero, materializzato". - Clive Revill (Dr. Barrett)
Rivisto a distanza di anni, in alta definizione, non posso che riaffermarne le sensazioni avute in passato: The Legend of Hell House (in Italia: Dopo la vita) mantiene tutt'ora un proprio fascino e, a detta di chi scrive, rimane tra i migliori horror-soprannaturali britannici di sempre. Benchè se ne dica, il film di Hough è un autentico gioiellino del genere, spesso dimenticato e ingiustamente sottovalutato. Un interessante raffronto tra le leggi della fisica e l'immaterialità dello spirito, al fine di confermarne o meno, la sopravvivenza oltre la morte. Una regia tecnicamente superba tra ambientazione gotica dalle reminiscenze/atmosfere baviane, gestione delle luci, appropriata calibrazione dei tempi e della tensione (che porta almeno in due occasioni, a farti scattare dal divano). Ma soprattutto, avvince nell'imperante utilizzo di un grandangolo ossessivo ed impetuoso, sollecito ad introdursi tra gli spazi ferali, deformando i volti attoniti e i corpi (posseduti; lesi; paralizzati: "Io vedo, terminazioni delle estremità") dei malcapitati presenti, con la stessa vorticosa ed esoterica forza che invade quel luogo "perverso e nauseabondo" denominato, Villa Inferno... O Villa Belasco, come preferite. In ogni caso, il solito felino nero vi attenderà, accovacciato sul cancello d'entrata, per darvi il benvenuto.
Da riscoprire!
Da riscoprire!
grazie della segnalazione!
RispondiEliminaFigurati, prego!
EliminaVisto ieri sera per la prima volta. In sostanza c'è tutta quella roba mascolina/femminina. Fischer è il personaggio più interessante, una figura un pò di mezzo che riesce ha rendere visibile e deridere la mitologia di Belasco. Donna penetrata dallo spirito e dalla croce, battaglia finale tra improbabile eroe (antitesi della forza virile) e metafisico/metamarionetta. Molto fatta bene la sequenza deve c'é la sensazione della casa svuotata dalla presenza spirituale.
RispondiEliminaSono d'accordo, Fisher è il più interessante anche perchè, inizialmente, il suo appare un ruolo marginale, con quel starsene in disparte per tutta la prima parte del film, evitando così di scatenare il peggio (vista l'esperienza avuta precedentemente). Quindi ti aspetti la reazione/sorpesa proprio da lui. Un altro grande momento, infatti, è quando si libera dal blocco psicologico che gli impediva di "connettersi" con le forze della casa e sprigionare appieno la sue capacità di medium a effetto fisico.
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