Arrival (Denis Villeneuve)
USA, 2016
116 minuti
Trovo che il sottostante e breve pensiero, a suo modo si coniughi abbastanza bene con le tematiche presenti nel film dell'articolo precedente: All the Cities of the North.
Comunicazioni, contatti, liberalità. Il linguaggio rappresentato in Arrival dovrebbe far riflettere un pò tutti (sottoscritto compreso, s'intenda), sulla sua importanza.
USA, 2016
116 minuti
Trovo che il sottostante e breve pensiero, a suo modo si coniughi abbastanza bene con le tematiche presenti nel film dell'articolo precedente: All the Cities of the North.
Comunicazioni, contatti, liberalità. Il linguaggio rappresentato in Arrival dovrebbe far riflettere un pò tutti (sottoscritto compreso, s'intenda), sulla sua importanza.
Perchè è interessante pensare come Villeneuve immagini di costruire così rapidamente e in modo quasi istintivo un dialogo, e un avvicinamento con creature provenienti da altri mondi quando ancora oggi, tra noi stessi, chiusi nel nostro piccolo nucleo sociale fatichiamo spesso a comprenderci e ad aiutarci, già a partire dalle più semplici cose. Purtroppo, nella sua incontenibile iperattività il tempo odierno ha raggiunto velocità tali da farci dimenticare troppo rapidamente delle parole dette o scritte, di chiedere o di rispondere, delle conversazioni avute, di mantenere vivi quei rapporti ritenuti di gran pregio e che potevano magari rafforzarsi nel tempo. Così le distanze aumentano e ognuno finisce per allontanarsi dall'altro, quando invece il film di Villeneuve ha il grande valore di insegnarci proprio l'opposto: l'importanza del contatto. Basterebbe solo avere la volontà (magari anche liberandosi di quel pizzico d'orgoglio personale che a volte c'impedisce di fare il primo passo) di non smettere mai nel ricercare dialoghi e comunicazione, scambi e sodalizi. Possiamo quindi dire che Arrival è come uno specchio al contrario, funzionando se vogliamo un pò alla stregua di Another Earth di Mike Cahill (2011): rappresenta un riflesso positivo del nostro modo di rapportarci agli altri. E a conti fatti, penso oltremodo che sotto la sua algidità d'immagine, attraverso quella velatura asettica che apparentemente lo riveste, Arrival riesca a esprimere con risoluta chiarezza un linguaggio ancora più potente della sola "comunicazione" istituita: che è quello dei sentimenti, ma che il più delle volte, il solo pensiero non basta a trasmettere.
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