Dane Komljen
Serbia, Bosnia, Montenegro, 2016
100 minuti
"Il cinema è uno spazio di rifugio, e una macchina fotografica è in un certo senso un'entità disinteressata. Ha il potere di abbracciare tutto ciò che si trova di fronte ad essa. Mi è sembrato logico includere il mezzo cinema nel mio film..."
Serbia, Bosnia, Montenegro, 2016
100 minuti
"Il cinema è uno spazio di rifugio, e una macchina fotografica è in un certo senso un'entità disinteressata. Ha il potere di abbracciare tutto ciò che si trova di fronte ad essa. Mi è sembrato logico includere il mezzo cinema nel mio film..."
All the Cities of the North, esordio al lungometraggio per Dane Komljen dopo una serie di short films con i quali si è procurato una certa fama nei migliori circuiti festivalieri (da Rotterdam al FID di Marsiglia), si apre proprio sul fermo immagine sgranato di una sala cinematografica vuota. Luogo che oltre a simboleggiare una sorta di rifugio per l'umanità rappresentata si fa al contempo spazio proiezionale del sogno utopico che da lì a poco ci verrà svelato: quello di due uomini, dimoranti in un complesso alberghiero abbandonato al confine tra il Montenegro e l'Albania. Isolati, senza elettricità ne acqua, si nutrono di bacche raccolte dagli alberi e all'occorrenza cucinano su un fornelletto a gas. Dormono su vecchi materassi o all'interno di una tenda blu montata in una delle stanze. La loro presenza in quel luogo non è spiegata poichè non c'è comunicazione verbale, allo stesso modo di come appaiono interrotti i contatti con il mondo esterno. Ma sta per arrivare un terzo uomo, e successivamente, l'inaspettata apparizione di una troupe cinematografica (ulteriore rafforzo dell'aspetto finzionale del mezzo cinema). Elementi, forse, di possibile dissesto all'interno di un nucleo intenzionato a (ri)costruire un habitat autonomo ma che, nonostante l'epilogo faccia poi insorgere qualche perplessità sul reale funzionamento di questo collettivo, sembra aver comunque trovato una propria appagante dimensione.

* La struttura alberghiera dove è stato girato il film è in demolizione. Ne resta solo una parte, che Komljen ha utilizzato per le riprese: una serie di bungalow a schiera dal disegno futurista, che ricordano la forma di un cubo bianco.


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