10.8.14

Tracce #23 | Y las chimeneas decidieron escapar

Oliver Laxe, Enrique Aguilar
Spagna, Ecuador, 2006
12 minuti

In programmazione avrebbe dovuto esserci il finalmente visionato Arraianos, folgorante capolavoro di Eloy Enciso sul quale, però, trovo sia più giusto scriverne dopo accurata revisione, per non rischiare di sminuirne la potenza in quattro righe non correttamente ponderate. E' agosto, ma soprattutto, domani Locarno aspetta il sottoscritto, che per il momento intende concentrarsi al meglio sull'invitante scaletta di proiezioni che lo attendono. Di Arraianos quindi se ne parlerà al rientro, e solo dopo, le eventuali segnalazioni locarnesi.

Nel frattempo, ma restando in qual modo coerenti con il film di Enciso, punto nel segnalare questo Y las chimeneas decidieron escapar (qui), suggestivo cortometraggio dai tratti vintage diretto da Oliver Laxe (in collaborazione con Enrique Aguilar). Il nome di questo giovane regista figlio di emigranti spagnoli, è infatti emerso grazie alle attenzioni della Zeitun Films, proprio la stessa casa di produzione artefice del succitato Arraianos nonchè, del sublime Costa da Morte di Lois Patiño e dell'ormai attesissimo, in questo spazio, O quinto evanxeo de Gaspar Hauser di Alberto Gracia, che da un paio di giorni ha sostituito, appunto, il film di Enciso nel banner delle attese a fondo pagina. Tornando a Y las chimeneas decidieron escapar, il film di Laxe, seguendo chiaramente le correnti contemporanee più avanguardiste, si edifica (visivamente) sui ricordi personali dell'autore; con molta probabilità, partendo dalla sua stessa infanzia. E' certamente un viaggio intimo, ma all'interno del quale, allo stesso modo, ognuno di noi può riconoscersi emozionalmente, facendo riemergere un qualsiasi frammento del proprio passato. L'immagine della memoria attraversa un tempo che, come tale, non può che assumere lentamente l'aspetto di una fotografia destinata ad invecchiare, consumandosi infine sotto la pioggia battente, e nel buio di quello schermo chiamato, Cinema... Ad maiora!

2 commenti:

  1. Appena rivisto. Visione impagabile: fluttuante e intima, e anche cupa, soffocante. Che la Zeitun sia un miniera d'oro, ormai, è un dato di fatto. Sul podio assieme alla dGenerate, altroché.

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    1. Cupissimo, altrochè! E credo anche che questo progressivo giocare sull'immagine sfocata la si possa interpretare come tutti quei ricordi più remoti, che con l'avanzare del tempo sono destinati a sbiadirsi. La dGenerate non riesco a metterla a fuoco, però mi sembra che l'altro giorno ne parlavi con Ciavoni...

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