17.8.14

67° Festival del Film Locarno: personale resoconto dei migliori #1

Giunti anche quest'anno alla conclusione della maratona festivaliera locarnese, vediamo intanto di tracciare un veloce bilancio sui film che più hanno suscitato l'interesse del sottoscritto, nell'attesa di futuri approfondimenti. Premiazioni a parte, comunque gioiosamente favorevoli alle aspettative (Pardo d'oro tutto filippino a Mula sa kung ano ang noon di Lav Diaz e Pardo per la miglior regia al portoghese Pedro Costa), per questo resoconto ho voluto attenermi alle stesse piccole, ma fondamentali regole, usate per quello stilato alla fine dell'anno (vedi i migliori film ViS 2012/2013). Quindi, più che una vera e propria classifica, si tratterà piuttosto di una sorta d'inventario personale del meglio dove comunque, le pellicole, seguiranno un loro ordine di apprezzamento:
1) I film sono nove (sei lungometraggi e tre corti) e verranno suddivisi in quattro post (tre per i lungometraggi e il quarto, per i corti), ognuno dei quali (escluso l'ultimo) varrà come un livello preferenziale. Volendo dunque fare un'ipotetica votazione con un punteggio massimo di cinque, qui si parte dal tre, per poi procedere in crescendo fino ai due film che considero i capolavori assoluti del festival.
2) Per chi vuole approfondire sui film elencati, reindirizzo alle recensioni dell'EdP (basta cliccare sul titolo)
3) Per chi invece, volesse conoscere anche quei film del festival che non hanno superato "l'esame d'ammissione" in questo spazio, può tranquillamente visitare la lista Locarno 2014 (qui) sulla mia pagina Mubi.  

Livello 3/5
The Iron Ministry (J.P. Sniadecki) 
Cina, Stati Uniti, 2014
82 minuti

Il favorito di Yorick, al sottoscritto purtroppo non ha entusiasmato alla stessa maniera. Ma per lui la new-wave documentaristica cinese è qualcosa di profondamente sentito, ed è naturale, che in codesto territorio ci viaggi alla grande. E di un viaggio (in treno) infatti tratta, The Iron Ministry; in poco più di ottanta minuti, Sniadecki ricompone i tre anni di riprese effettuate sulla più ampia rete ferroviaria cinese. Frammenti storico/politici di una Cina in continuo movimento, rivissuti attraverso le testimonianze della vasta popolazione (in termini di etnia, classe, età, etc.) che quotidianamente coabita gli angusti scompartimenti di quel treno ad alta velocità (già memorabile la frase enunciata da un bambino all'inizio del film: "Passeggeri, attenzione per favore! Il treno si sta muovendo rapidamente, quindi si prega di sporgere il più possibile le mani dai finestrini, così è più facile perderle all'improvviso... E se vi ritrovate con i piedi sopra la testa, siete arrivati all'ultima fermata: il cielo"), mutando in un unico corpo di carne e metallo; sudore e pattume. Incipt da brividi, con l'ipnotico e assordante rumore meccanico che risuona dal nero dello schermo per qualche minuto, finchè l'immagine assume gradualmente la sua forma diramandosi tra le arterie del convoglio.


Lisbon Revisited (Edgar Pèra) 
Portogallo, 2014
66 minuti

Anche il psichedelico film del portghese Edgar Pèra può considerarsi un viaggio. Ma in questo caso, un viaggio sinfonico della memoria, riecheggiante le molteplici voci che compongono il pensiero di Fernando Pessoa nell'omonimo poema del 1923. E' un periodo d'avanguardie dove l'Europa, principalmente, sente la necessità di un cinema che possa modificare la consueta visione della realtà; che attraverso l'immagine che ci scorre dinnanzi, si possa leggere una realtà altra. Riformulando quindi in maniera eccelsa quel tipo di cinema (alla Brakhage, per intenderci) che in molti, oggi, sembrano ripercorrere, e optando per un'inversione quasi totale della pellicola in negativo (ma probabilmente, con una calibrazione più equa, il risultato finale poteva essere migliore), Pèra enfatizza questa stupefacente incursione nella capitale portoghese (con i suoi monumenti, i parchi - suggestiva la statua ripresa dal basso - e gli animali che li popolano) avvalendosi di un 3D sfruttato al massimo delle sue potenzialità. Ciò che ne esce è un'autentica esperienza metamorfica; un caleidoscopio di forme e colori vividi dove il paesaggio si trasforma in un organismo liquido che tutto fagocita (noi compresi), animato da pesci che si affastellano boccheggianti alterando la percezione del nostro sguardo, e fiori, piante, le cui foglie ci sovrastano completamente, ponendoci così in ginocchio di fronte a tutta la maestosità di tale creatura.

6 commenti:

  1. Frank , molto interessante il tuo post,..
    Non ho mai sentito parlare delle due pellicole che ha recensito..davvero singolari..
    Grazie e serena serata!

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    1. Eh, naturale che non ne hai sentito parlare, le hanno appena presentate solo a Locarno. Calcolando inoltre che di questo festival i media non parlano proprio, solo chi è interessato, ne segue l'evolversi attraverso il web.
      Grazie, e buon cose anche a te!

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  2. Però Sniadecki all'ultimo posto dell'inventario personale... per fortuna che hai deciso di iniziare con lui, il che significa che non c'è il rischio di ritrovarsi tra i piedi "Amori e metamorfosi" o "La creazione del significato", quindi, insomma, hai deciso di classificare solamente i grandi film.

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    1. Solo i migliori, certamente, non saprei nemmeno che scrivere su obrobri quali AeM o lCdS. E da un lato mi dispiace, perchè quei due film mi attiravano, ma sono stati due grandi delusioni, aimè :(
      A ogni modo, se può esserti di conforto, puoi sempre leggere la "classifica" in maniera inversa e cioè, autoconvincendoti che Sniadecki svetti comunque al primo posto :P Tanto sai già come si evolverà, e quali sono per me i due capolavori del festival.

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    2. Stavo giusto pensando che hai avuto una fortuna sfacciata a non ritrovarti in programma un Benning, altrimenti la classifica avresti pensato due volte a stilarla :p

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    3. Molto difficile. Vorrei ricordarti che al contrario di te io non sono un timorato di Benning :P

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