29.5.13

Madre e Figlio

Aleksandr Sokurov
Russia, 1997
78 minuti

"E' bello vivere quì, non è vero?"
"Sì, è vero... però c'è qualcosa che mi opprime sempre."


Ecco, proprio questa frase diciamo che rispecchia, almeno in parte, il mio rapporto con il cinema di Aleksandr Sokurov. Premetto che conosco ben poco della sua ricca filmografia e quelle rare pellicole che ho avuto modo di vedere fino ad ora, si sono rivelate a tratti convincenti o meno; per l'appunto, opere tanto affascinanti (Arca Russa, per esempio), quanto il più delle volte estremamente malinconiche. Ma il caso in questione ripaga decisamente delle ultime cose viste... Un grazie all'acuta segnalazione del sempre attento poor yorick
Facendo addebito paragone con l'ultimo post, se Tejùt si delineava sequenzialmente attraverso una suggestiva galleria di quadri, con questo piccolo (si fa per dire, visto la durata) capolavoro di Sokurov si potrebbe pensare ad un unico, sublime dipinto che assorbe totalmente l'esistenza umana. E anche se mi viene difficile condividere appieno alcune scelte stilistiche ricorrenti nella filmografia dell'autore russo (tipo l'eccessivo uso di lenti deformanti e filtri dai colori seppia o desaturati), non posso che considerare questo Madre e Figlio, uno dei suoi lavori migliori tra quelli da me visionati, nonchè il più minimalista. Il diretto erede del maestro Andrei Tarkovskij trova la sua fonte d'ispirazione in vari pittori russi dell'Ottocento e, specificatamente, prende come modello l'opera "Monaco sulla riva del mare" del pittore tedesco Caspar David Friedrich, realizzando così non un film, ma bensì una meravigliosa opera che abbraccia tutta l'arte possibile oltre a quella cinematografica: poesia, pittura, letteratura, musica. Da Tarkovskij a Wagner, il risultato è uno struggente poema d'autore, Madre e Figlio è la tela su cui Sokurov imprime il sentimento più importante della vita: l'amore tra una madre e un figlio rifugiati ai confini del mondo. Un figlio mitigatore della sofferenza della madre durante gli ultimi giorni della sua malattia. Una madre in procinto di raggiungere la nuova realtà ultraterrena, con timore, preoccupata non tanto dell'istante della morte in sè, ma per l'abbandono che procurerà dolore e solitudine a quel figlio (Tu lo sai che ho paura della morte - Allora non morire, chi ti obbliga? - Tu!), che ha sempre vissuto al suo fianco colmandola di costanti premure. Quel figlio che la porta in braccio per l'ultima volta, attraverso le sconfinate distese autunnali che Sokurov rimodella come di consuetudine, trasformandole in magnifici paesaggi innaturali, sospesi in un tempo il cui silenzio è interrotto solamente dal suono del vento. Un figlio che adagia la madre sulla panchina di un parco addornato di foglie e rivive insieme a lei, i sereni istanti di una vita attraverso la lettura di cartoline del passato. Sopra di loro il cielo sarà sempre plumbeo, un magma nebuloso che tanto ricorda l'oceano avvolgente di Solaris, incombente e minacciosamente infausto. Ora, quel figlio si ritrova solo, smarrito ed inglobato nel ventre di un'altra Madre; assorto a contemplare quell'universo macroscopico che è la Natura. E di fronte ad una delle sue più piccole forme viventi, una farfalla adagiata passivamente tra le dita della mano inerme, quel figlio attenderà con speranza il momento di un possibile ricongiungimento e forse, questa volta, definitivo.

6 commenti:

  1. Mi avete convinto, se ho tempo, stasera lo vedo, anche se, sembra, di una drammaticità unica. Ieri ho visto Arrugas,un altro film non proprio divertente, non vorrei cadere in crisi depressiva!

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    1. E' terribilmente triste, non c'è dubbio, però in questo caso è una sofferenza ben ripagata. Ad ogni modo, potresti fare una pausa di una sera, ti guardi qualcosa di più sereno e rimandi a domani ;)

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  2. Capolavoro assoluto di Sokurov, paragonabile solamente all'"Arca russa". Colla recensione, penso tu abbia colto in pieno il nocciolo del film, l'ho riguardato anch'io (stasera), ho provato a stenderci una mezza recensione ma non ci sono riuscito, claudicavo. Quindi complimenti per essere riuscito a dire più o meno tutto quello che ho visto, provato e sentito anch'io guardando "Madre e figlio", un film bellissimo, certo, ma che credo sarà anche un'obliterazione dei tuoi sentimenti nei confronti del suo cinema, la cui visione non può che far soffrire. Ecco, per me "Madre è figlio" è il massimo della sofferenza.

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    1. Sofferenza pura, ma sensazione ben diversa da film come "Salva e Custodisci" e "I Giorni dell'eclisse". Col tempo vedrò di recuperare altro di Sokurov, per il momento penso anch'io che "Madre e Figlio" se la giochi alla pari con "Arca Russa". Come dicevo da te, la recensione mi è venuta di getto ed è raro perchè di solito non scrivo quasi mai dopo una sola visione. A dirti il vero mi sorprende un pò questo tuo attimo di difficoltà... sono più che sicuro che al momento giusto troverai le parole giuste e ne scriverai qualcosa di straordinario, non può essere altrimenti, quindi aspetto la tua recensione ;)

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  3. Un film pazzesco, dalla bellezza sfolgorante, intenso e profondo.
    Uno dei vertici indiscutibili dell'arte di Sokurov.
    Ottima recensione: non è facile parlare di opere come questa.

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    1. In effetti non è stato proprio facile, ma ho sentito subito la necessita di buttar giù due righe, ed è un caso raro che scriva di un film dopo una sola visione. Comunque mi fa piacere la tua opinione positiva, un Sokurov ad altissimi livelli, grandioso!

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