14.9.13

Locarno 66 #5 | Nasza Klatwa (Our Curse)

Tomasz Sliwinski
Polonia, 2013
27 minuti


"La candela accesa respira e la si chiama fiamma. Il corpo respira e lo si chiama vita. Ne' fiamma ne' vita sono sostanze ma processi. La fiamma differisce dallo stoppino o dalla cera come la vita dal corpo o l'amore da un ormone."
- John Severinghaus
 

Con questo short-film del polacco Tomasz Sliwinski, siamo nei territori della docu-fiction; una drammatica testimonianza personale a cui il regista ci sottopone con fermezza, documentando la crudele realtà che quotidianamente è costretto a vivere, assieme alla moglie e il bambino appena nato.
Swilinski registra la vita della sua famiglia nei mesi successivi alla nascita del figlio, a cui è stata diagnosticata una terribile e rara malattia, un tempo chiamata "Maledizione di Ondine" (termine adottato nel 1962 dal professore/anestesista John Severinghaus) ma ora, più comunemente nota come "CCHS: sindrome da ipoventilazione centrale congenita", un disordine del controllo della respirazione autonoma, che può risultare alterata od assente, associato ad una disfunzione del Sistema Nervoso Autonomo. In pratica, le persone affette da questa malattia cessano di respirare durante il sonno e quindi, per sopravvivere necessitano di un sistema di ventilazione automatica, che dovrà accompagnarle per il resto della loro vita. Toccante ma severo, forse troppo, Nasza Klatwa mostra il doloroso processo di adattamento che Tomasz e Magda dovranno intraprendere, lasciandosi alle spalle l'iniziale sgomento alla diagnosi e le relative paure. 
Ora, pur riconoscendo l'importanza informativa di tale operazione, la necessità di documentare una realtà che purtroppo, nonostante la sua infrequenza, colpisce in tutto il mondo un neonato su duecentomila (in Italia, circa due/tre l'anno), bisogna ammettere che l'opera di Sliwinski, fà sorgere anche molte perplessità; in quanto si pone con sguardo eccessivamente impietoso agli occhi dello spettatore, insinuando il dubbio che con l'intento iniziale, sia pur lodevole per il suo coraggio, subentri però un certo autocompiacimento nel mostrare la sofferenza. E' chiaro che Sliwinski voglia colpire allo stomaco e per far ciò, eccede inflessibile sulla sofferenza di suo figlio, soffermandosi su quel corpicino che piange incessantemente nell'istante in cui le viene incanalato il tubo del ventilatore; un piano sequenza centrale di discutibile cinismo e che di conseguenza, può disturbare (molte le persone che hanno abbandonato la sala, e se pensiamo, per un cortometraggio è alquanto inusuale)...
C'è comunque d'appuntare, che al di là delle reali intenzioni registiche e della discutibile opinabilità sull'opera, Nasza Klatwa resta certamente, una tra le cose più interessanti e singolari viste a Locarno. Qui il trailer.

6 commenti:

  1. Effettivamente il trailer lancia una certa curiosità riguardo questo cortometraggio, che mi segno. Certo che, da Locarno, hai tirato fuori delle cose parecchio interessanti, prima tra tutte quel cinese "Distant", per cui ancora sbavo. Comunque, da come ne parli, questo "Nasza Klatwa" sembra un pugno allo stomaco, ma è il gesto di un padre e insomma mi stuzzica vederlo sviluppato.

    Tra l'altro, davvero inquietante il mito di Ondina... O.o

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    1. L'ho letto anch'io: "il Re delle Ninfe che maledisse il traditore di Ondine facendogli dimenticare di respirare una volta addormentato"... stuzzicante per farne un film vero e proprio! Comunque sì, visto in sala devo dirti che fà un effetto ansiogeno, soprattutto per la scena che ho citato, impressiona non poco.
      Con la programmazione della Biennale però te mi hai superato alla grande ;)

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  2. No, questo non lo segno nemmeno. Film del genere non riesco a vederli (avrei abbandonato subito la sala) e se poi il protagonista è un bambino ancora peggio! Altro che "autocompiacimento nel mostrare la sofferenza", questo è un sadico, un cinico, un "disgraziato!!

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    1. Ti comprendo benissimo bombus e conoscendo almeno un pò i tuoi gusti, immaginavo la tua reazione. Infatti, anche se avessi voluto segnartelo, ti avrei sinceramente risposto di lasciar perdere. Bisogna però anche valutare, come scrive Yorick, che ci troviamo pur sempre di fronte a qualcosa di strettamente intimo, al gesto di un padre, che per quanto discutibile sia, dall'esterno di una tale situazione, non potremmo mai comprenderne le vere intenzioni...

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    2. Anonimo12:58

      Questo documentario è reale non è una finzione. Capisco che può dar fastidio la sofferenza altrui ma pensate che nel mondo ci sono almeno 1000 famiglie colpite dalla Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita ( CCHS o Sindrome di Ondine) malattia rarissima, senza una cura che dura tutta la vita ma soprattutto sconosciuta) che lottano quotidianamente con la malattia e l'ignoranza della gente.
      Mi spiace molto leggere parole come: sadico, cinico e disgraziato ... vi auguro che non capiti mai a voi !

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    3. A me spiace invece constatare come all'interno di un discorso si finisca sempre per cogliere solo quello che più ci fa comodo, senza soffermarsi a riflettere attentamente sui vari punti di vista. Qualcuno ha sicuramente esagerato con le parole, è anche vero, ma se leggi bene l'intera conversazione, questo non vuole assolutamente essere un banco d'accusa, tanto più che si discute comprendendo il dramma e, soprattutto, cercando di comprendere il gesto del padre (e ripeto, è uno dei documentari più interessanti visti in quel festival). Al contempo, mi sembra però anche lecito chiedersi quale sia (o se ci sia) un limite nel mostrare, in queste operazioni di sensibilizzazione. Perchè se per una manciata di minuti ti soffermi a camera fissa sulla sofferenza di tuo figlio mentre le viene inserito un tubo in gola, mi permetterai, ma qualche reazione è legittimo aspettarsela non credi? E a mio vedere, il fatto che moltissime persone abbiano abbandonato la sala proprio durante quella sequenza, non mi sembra affatto indice di ignoranza, ma al contrario, proprio di un'accentuata sensibilità.
      E la prossima volta, magari, se tu ti firmassi prima di metterti a contestare in casa altrui, sarebbe anche gradito, grazie!

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