6.9.13

Biennale (Venezia 70) 5-9-13 | Jiaoyou (Stray Dogs)

L'attesa per poter rivedere quest'ultimo, immenso lascito (a quanto si dica) al cinema da parte di Tsai Ming Liang, sarà veramente febbrile. Perchè su Jiaoyou sarebbe semplice, nonchè immeritevole, scriverne solo superficialmente elencandone i vari segmenti che compongono la sua struttura epidermica, quella è scontato; nel bene o nel male, s'imprime all'istante e resta indelebile, senza alcuna possibilità di fuga dalla mente dello spettatore, per qualunque corrente cinematografica esso sia portato, poco importa. Una sola visione è niente, per un'opera di tale potenza impressionistica; Jiaoyou và innanzitutto vissuto, metabolizzato e poi rivisto, per poterlo analizzare dettagliatamente in tutta la sua interiorità.
Il film dunque sarà una tappa obbligatoria in questo spazio, ma che da parte mia necessita di tempo, per non rischiare di ridurne la grandezza con uno scritto di quattro righe non adeguatamente valutato, un tempo che però si può colmare leggendo le perspicaci impressioni dell'amico blogger di l'emergere del possibile (con cui ho avuto inoltre il piacere di assistere al film). Una cosa al momento è certa, basterebbe solamente quell'immensurabile piano sequenza che precede l'altrettanto controcampo finale; quanti saranno stati, quindici? O forse addirittura venti minuti, che globalizzano tutto l'universo di Ming Liang e lo congelano a summa, riversandosi su quella fissità dei volti "la cui espressività si ricava da un'assenza emotiva che il tempo dispiega e distrugge" (qui), osservanti verso un punto (un luogo/non-luogo) che diventa percorso palindromo e dove difficilmente, oltre, potranno mai osservare. Basterebbe questo, per fare di Jiaoyou un capolavoro, se non (il) capolavoro dell'autore taiwanese e di questa 70a Mostra del Cinema di Venezia?... Devo dire che onestamente, la speranza di una probabile vittoria o almeno, di qualche riconoscimento non è da escludere. Nell'attesa quindi, vale la pena di rivivere ed accontentarci dei lunghi applausi che Ming Liang ha ricevuto a fine proiezione.

 

12 commenti:

  1. Grandissimo, condivido in pieno: bisogna aspettare e poi rivederlo e rivederlo con disciplina e costanza per poter pensare anche solo lontanamente di riuscire a decifrarlo. A ogni modo un film grandioso, e questo post era d'obbligo, non fosse altro per il valore documentario di averlo visto e apprezzato, a differenza di molti (troppi, ma soprattutto troppe!) altri.

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    1. Hai pienamente ragione, non potevo esimermi dallo scrivere e le annotazioni erando d'obbligo, grazie anche ai tuoi consigli. Poi, il vero post arriverà col tempo, dopo addebita revisione (speriamo quanto prima). Intanto, questo capolavoro continua a mulinare in testa...

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    2. Fatto bene, almeno ad accennare al fatto che, con questo, ci si trova di fronte a un film con la f maiuscola: troppi ormai ne stanno parlando male...

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    3. Dovere! Lasciamoli parlare Yorick, tanto era prevedibile... Comunque la curiosità per le premiazioni di stasera cresce.

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    4. ahahahahahahahahahah http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0c027e53-52a0-4466-ba61-325150c5e00f.html

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    5. Prima non riuscivo a visualizzare il video, poi ha funzionato... Il film palindromo :D
      Comunque è vero che ci sono molte opinioni negative... Bè, quello che dice: "è una vergogna spendere soldi per distribuire film del genere" è da strozzare, dai!

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    6. Hai visto, hanno intervistato anche la "professoressa degli dei" :D

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    7. Sì, vabbé, quello là è da prendere a pugni in gola anche solo per aver occupato inutilmente una poltrona. La prof, non l'avevo vista: c'è da dire che si dà alla camera in una maniera encomiabile :P

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  2. Ecco, questo mi sarebbe piaciuto poterlo applaudire! Deve essere, da come ne scrivete, un vero capolavoro!!

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    1. A noi avrebbe fatto piacere averti lì bombus :) Il momento è stato grande e Jiaoyou è, un capolavoro! Come ha scritto giustamente Yorick, è una cosa che almeno noi, nel nostro piccolo, dobbiamo far notare.

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  3. Film straordinario, di stacco chilometrico rispetto a tutti gli altri film in concorso, un braccio di ferro con lo spettatore devastante, che ripaga di cento volte lo sforzo. Come ha detto Barbera in un intervista:

    "Jiaoyou di Tsai Ming-Liang, dove c’é solo contemplazione e la profondità sta dentro l’inquadratura, nell’immagine che sei costretto a guardare per molti minuti e ti fa ritrovare la densità del mondo"

    Il film di Groning, invece, l'hai visto?

    Ottimo blog, tra parentesi.

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    1. Precisa e più che condivisibile da parte mia la frase di Barbera. Il film di Groning non l'ho visto, purtroppo a Venezia ho potuto farci solo una giornata, toccata e fuga come si dice, visto che comunque ci abito abbastanza vicino. M'interessava soprattutto beccarmi Ming-Liang (e mi sembra che abbia ripagato, eccome) e Garrel, che rimane uno dei miei autori preferiti anche se con quest'ultimo lavoro, bisogna ammettere che mi ha alquanto deluso.
      Grazie a te per il seguito ;)

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