25.2.15

Riflessi della follia #1 | Ames Perdues

Un magistrale Vittorio Gassman parla dell'immaginario fratello schizoide (praticamente, di lui stesso, in quanto sdoppiamento della propria personalità) al nipote, in Anima Persa (Italia/Francia, 1977). Un'opera dai risvolti torbidi, spiazzante, e che con molta probabilità, verrà ricordata negli anni come la più cupa dell'intera filmografia di Dino Risi.

21.2.15

The Poacher Woman of the Montafon (Die Wilderin von Montafon)

Evamaria Schaller
Germania, Austria, 2011
21 minuti

Non è una casualità, che The Poacher Woman of the Montafon, presentato all'ultimo IFFR all'interno del programma Follie surrealiste, trovi adeguata collocazione dopo la segnalazione di Oilfields Mines Hurricanes. Con l'opera di Altenried, infatti, è possibile riscontrare analogie, soprattutto per quanto riguarda la simbiosi naturalistica e la riacquisizione di uno spazio intimo, connaturale alla propria individualità, o che possa ricomporne i frammenti. Nell'operato performativo di Evamaria Schaller, i tagli sono evidenti (Handarbeiterin, verschwestern), e nel caso dell'inscrutabile docu-film/performance preso in osservazione,

16.2.15

Oilfields Mines Hurricanes

Fabian Altenried
Germania, 2014
122 minuti

Salpa viaggia a bordo di una vecchia Golf II verso una destinazione ignota, alla ricerca di qualcosa che non troverà mai. Egli percorre un mondo nel quale ogni altra presenza umana sembra essersi estinta, o meglio, esiste, ma totalmente estranea alla dimensione embrionale che ingloba quest'uomo dalla personalità frammentata. L'unico corpo/organismo che lo accompagna, è un pesce primitivo (una Salpida Maxima - qui) che costui porta come una protesi sul mento e con il quale può interagire, nel corso del suo viaggio involutivo...

11.2.15

Silent Ones (A Csendesek)

Ricky Rijneke
Olanda, Ungheria, 2013
97 minuti

Csilla, una giovane donna ungherese, si sveglia all'interno di un'auto capovolta nelle campagne di un luogo imprecisato. Il suo primo pensiero è rivolto al fratello minore, Isti, che viaggiava con lei e che ora, sembra scomparso senza lasciare traccia. Sconvolta dall'accaduto, la donna incontra Gabor, un'imprenditore poco affiidabile che la convince a lavorare per lui a bordo di una nave mercantile diretta verso l'Europa Occidentale.

6.2.15

44° IFFR Short #2 | You're Dead to Me

Ting Min-Wei
Singapore, 2015
15 minuti

Predomina un silenzio perpetuo in You're Dead to Me; un silenzio che non si limita esclusivamente all'ambientalità, poichè proprio quel determinato ambiente (il cimitero di Bukit Brown, a Singapore) lo diffonde in maniera tangibile nel nostro animo. Diviene quindi un silenzio peculiare di quel limbo che ci separa dalle persone più care nell'istante dell'abbandono; quelle che abbiamo salutato, per l'ultima volta, allo svanire di questa fragile condizione d'esistenza terrena.

3.2.15

Segnalazioni: 44° IFFR International Film Festival Rotterdam

Si è conclusa pochi giorni fa la quarantaquattresima edizione dell'IFFR. Venerdì, la giuria dell'Hivos Tiger Award (i film in competizione) ha infatti proclamato le sue scelte, incoronando ben tre film: La obra del siglo di Carlos M. Quintela; Vanishing Point di Jakrawal Nilthamrong e Videophilia (and Other Viral Syndromes) di Juan Daniel F Molero. Nella ricchissima sezione cortometraggi, invece, è doveroso ricordare i premi a due tra gli autori più significativi del cinema etnografico/sperimentale: gli immancabili Ben (Russel & Rivers), il primo con Greetings to the Ancestors, e il secondo con Things. Il terzo Canon Tiger Award è andato al francese La fièvre di Safia Benhaim, mentre Naše telo del serbo Dane Komljen, è stato selezionato per competere nella categoria cortometraggi EFA (European Film Awards)

1.2.15

44° IFFR Short #1 | Temp(l)i e segnali; analogici e crepuscolari

Pan (Anton Ginzburg)
USA, Uzbekistan, 2014
6 minuti

Partendo dalla suggestiva esplorazione di un tempio islamico avvolto in un silenzio tombale (il sonoro è completamente assente) nello stato dell'Uzbekistan (una volta repubblica dell'Unione Sovietica), l'artista newyorkese ma originario di San Pietroburgo, Anton Ginzburg, costruisce un'originale indagine sull'interazione tra le tecnologie di riproduzione attraverso il tempo. In Pan, la materialità della pellicola cinematografica si pone a confronto con l'immagine video di una tv analogica (ma il rapporto può valere anche per il digitale), che ne diffonde i propri segnali di crominanza.