25.7.13

Echi #5 | Quelle finestre sulla Giudecca

Nero Veneziano (Ugo Liberatore)
Italia, 1978
89 minuti


"e quando saranno finiti i mille anni, Satana verrà sciolto e uscirà dalle tenebre per sedurre le genti che sono ai quattro angoli della Terra"
- Apocalisse 20-7

Sarebbe stato forse più appropriato l'inserimento nella sezione Digressioni, visto che questo curioso e vecchio film di Ugo Liberatore, poco o nulla c'entra con "visioni sospese o cinema dell'assenza" essendo puro film di genere e più precisamente, cinemabis: cioè quell'espressione utilizzata oggi per descrivere tutti quei film catalogati di serie (dalla B alla Z, dall'horror al poliziottesco, dall'erotico alla commedia sexy) realizzati tra gli anni '60/'80 con budegt ridottissimi (ma veramente tanta passione), divenuti col tempo dei cult e destinati al pubblico più popolare.
La decisione finale è ricaduta quindi sulla categoria Echi, perchè non è mia intenzione fare una recensione completa di Nero Veneziano, ma segnalarlo per un'azzeccata sequenza (in alto a sinistra) che, rivista con occhio ben diverso da quello di allora, è valevole di metafore e citazionismi. Nonchè fondamentale, a mio avviso, come possibile interpretazione dell'unica frase di un certo spessore: "Il male è il negativo del bene come una foto non ancora sviluppata, così come il nero è invidia di colori e invidia di luce", pronunciata paradossalmente da un Fabio Gamma completamente sbronzo, ma mai così lucido nell'aver individuato nella nascita del proprio figliastro l'avvento dell'Anticristo, concepito da una vergine e resuscitato come recitano le Sacre Scritture, ma destinato a rimanere sulla Terra fino alla fine dei tempi. Ecco dunque che nella sequenza presa in esame, dove il protagonista Mark, Renato Cestiè (dopo una delle sue allucinazioni premonitorie dell'avvento del Male) si appoggia terrorizzato alla finestra del bagno di quella fatiscente pensione sulla giudecca, abbiamo già un riflesso speculare del negativo, perchè la ragazzina vestita di bianco che scorgiamo alle sue spalle, inquietantemente affacciata alla finestra del palazzo confinante, appare come una sorta di angelo protettore. Non a caso la sua figura è costantemente presente, non solo nella riproposizione di tale scena (quando Mark, feritosi con i vetri della finestra, viene soccorso da Dan, "il Dio Nero", artefice del Male che invaderà il mondo), ma in tutti i frangenti in cui il ragazzo viene colto dalle visioni di morte, nonchè per tutto il corso della pellicola. Basti pensare alla prima apparizione della giovane, col cane nero al guinzaglio mentre attende l'arrivo del traghetto avvolta nella foschia caliginosa, pura figura evanescente nella suggestiva cornice veneziana.


Impressionante inoltre il richiamo a Polanski, che due anni prima, con L'Inquilino del Terzo Piano mette in scena presunti fantasmi della follia, affacciati immobili alle finestre del suo macabro albergo, pittoricamente troppo simili per essere solo una casualità.
Per quanto concerne il film infine; sorvolando sulla confusionaria e travagliata lavorazione (Liberatore aveva perfino minacciato di suicidarsi!) e sulle solite scarsità attoriali, nel complesso però funziona, grazie soprattutto all'atmosfera malsana e degradata, inserendosi abbastanza dignitosamente nel filone demoniaco italiano dell'epoca e non disdegnando nemmeno una consistente dose di scene gore, tra cui la morte di Olga Karlatos, trafitta con un bastone e che l'anno successivo, subirà sorte analoga con la famosa enucleazione oculare nel fulciano Zombi 2.

6 commenti:

  1. Pensa che questo film, da piccolo, non mi ha fatto dormire, e ora lo ricordo in maniera ridottissima. L'ho visto proprio oggi nel tuo MUBI, e l'ho subito segnato... del resto, leggere ora quell'apostrofe a Polanski non può che farmene venire ancora più voglia. Comunque, hai un occhio formidabile per le citazioni e i riferimenti: impressionante!

    (Tra parentesi, stasera o domani al massimo vedo "La quinta stagione" :D)

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    1. Bada che il riferimento a Polanski riguarda solo la sequenza citata, non prenderlo troppo sul serio, è un film piccolo piccolo che però ai tempi, aveva fatto una certa impressione pure a me. In giro lo sottovalutano troppo, secondo me nel calderone di quel cinema c'è stato molto, ma molto di peggio... bah!

      Bene, La Quinta Stagione... ma è ancora al cinema oppure hai già trovato qualche fonte?

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    2. Sì, il peggio c'è stato, come dici te, anzi in quegli anni là c'era un peggio che aveva un fondo a dir poco abissale (hai visto "Il dio serpente"? Ecco) e che oggi mi ritrovo revisionato da tarantiniani convinti che pensano che Fulci fosse un genio (oddio, qualche bel film l'ha fatto pure lui, ma da qui alla genialità ce ne passa) e che quelle trashate (spaghetti-western compresi, per quanto mi riguarda - genere nato morto in partenza salvato soltanto da quella mente fina che fu Leone e da qualche altro film che però non raggiunge le vette della trilogia del dollaro), in realtà, fossero dei piccoli gioielli adatti soltanto a palati raffinati; cioè, non so che ambienti frequenti tu, ma qui, chi non si filava il western, ha iniziato a farne incetta dopo "Django unchained", così come, dopo aver scoperto "Pulp fiction" e "Le iene" ha ben creduto fosse il caso recuperarsi i Fulci, i Di Leo eccetera. Takashi Miike? E chi era, prima di "Kill Bill"?! Sfogo a parte, "La quinta stagione", l'ho trovato sempre in quel sito che ti inviai per mail segnalandoti di pTL. Purtroppo, al cinema non sono riuscito a beccarlo :(

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    3. Mai sentito questo "il dio serpente"... Comunque la (s)cultura per certe cose nell'ambiente qui è la stessa anzi, forse addirittura peggio. Un tempo frequentavo spesso le provincie di Treviso e Venezia e nelle persone che ho conosciuto ho sempre avuto modo di costatare una maggior affabilità e apertura mentale a differenza di qui. Fulci però a me è sempre piaciuto, non un genio, ce ne vuole, ma un grande artigiano, quello sì. Per esempio l'ho sempre preferito ad Argento, che trilogia 75/80 (profondo rosso, suspiria, inferno) a parte, personalmente l'hanno sempre sopravalutato all'esagerazione. Nel western riconosco l'importanza di Leone e dei suoi film, ci mancherebbe, ma purtroppo è uno dei generi che più odio :P
      Per quanto riguarda Tarantino, è un grandissimo osservatore e citazionista, diciamo un bravo manipolatore di generi (un pò come Ridley Scott se vogliamo, se ci pensi ogni suo film è il rifacimento non riconosciuto di qualche classico: Alien/il mostro dell'astronave, Il Gladiatore/ Spartacus, ecc.) ma non lo considero di certo tra i registi migliori, ricordo che mi aveva letteralmente folgorato nel suo primo periodo (le iene e pulp fiction in primis, kill bill e a prova di morte, in misura ridotta, ma comunque godibili), mentre degli ultimi due non me ne può fregare di meno. E' stato contagiato anche lui dalla moda "cartoonesca" della sempre più deprimente Hollywood, capace oramai solamente di rifare, copiare, riproporre cose già viste fino alla nausea senza più inventarsi nulla, meno male che ci sono gli indipendenti(come vedi ho anch'io i miei momenti di sfogo :)
      Continuando sul periodo tarantiniano, a mio parere il cosiddetto filone "pulp" scoppiato dalla metà dei '90 è stata l'unica ventata di freschezza in un decennio in cui il cinema era praticamente morto. Tarantino a parte, film come Strange Days, Killing Zoe (forse il più micidiale di tutti) e Assassini Nati di Stone, hanno fatto la storia di quegli anni... Che ne pensi?

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  2. Ricordo di averlo visto chissà dove qualche anno fa. Mi colpì la recitazione pessima, la trama allucinata e, dici bene, malsana. Il riferimento a Polanski de "L'inquilino del terzo piano", anche se su ben altri livelli, non lo avevo notato, ma tu hai un occhio più attento di me a questi riferimenti. Il cinema di "serie z" italiano, degli anni '70-80 non lo conosco proprio, credo però che non approfondirò più di tanto!

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    1. E' stata un'incursione temporanea, solo perchè rivisto dopo molti anni mi è saltata all'occhio quella sequenza che allora non avevo notato. Quel genere, per quanto mi riguarda è stato sondato a dovere in passato!

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