21.7.13

Lo Spirito dell'alveare (El Espiritu de la Colmena)

Victor Erice
Spagna, 1973
94 minuti


"Se sei suo amico, puoi parlargli quando vuoi. Chiudi gli occhi e chiamalo."

Spagna, anni '40. In un paesino dell'altopiano castigliano, un cinematografo ambulante proietta con grande successo il celebre Frankenstein di James Whale. Tra il pubblico vi è la piccola Ana che resta impressionata dalla figura del mostro e soprattutto, dalla scena in cui esso viene ucciso dopo il ritrovamento del cadavere di una bambina con cui stava giocando. La sorella maggiore Isabel, confida ad Ana che in realtà il mostro non è morto ("perchè nel film è tutta finzione") ma che si nasconde in un casolare abbandonato della zona. La piccola crederà quindi di ritrovarlo quando, durante una delle sue perlustrazioni al casolare, incontrerà un repubblicano ferito...
Esordio col botto per Victor Erice, uno degli autori che al contrario del connazionale Jess Franco, si è rivelato tra i meno prolifici della storia (soli quattro film e una manciata di corti in più di trent'anni), ma che ha lasciato un'impronta non indifferente nel panorama del cinema iberico contemporaneo. Grazie a Lo Spirito dell'alveare, giustamente considerato uno dei migliori esempi di Cinema che la Spagna abbia mai prodotto, il nome di Erice è entrato di diritto nella cerchia dei grandi maestri della modernità; oltre alla stupenda fotografia di Luis Cuadrado, che ci regala un paesaggio rurale di straordinaria bellezza, la poetica di Erice riesce ad articolarsi con perfetto equilibrio tra reale e immaginario, rifiutando di appesantire sulla messa in scena di quel microcosmo sociale, ancora emanante gli odori acri della guerra civile e quindi, costantemente in tensione per qualsiasi improvviso evento. Evitando di spingere il pedale sui facili sensazionalismi dell'epoca, Il regista predilige l'assenza, lavorando di incredibili sottrazioni e puntando sul non detto, su sguardi intensi che non hanno bisogno di parole (i silenziosi tormenti della madre, rinchiusa nel ricordo di un ipotetico amore di gioventù, lo scambio di sguardi tra Ana e il rifugiato o tra lei e il padre, le lunghe riprese per i campi della Castiglia). Per questo, il film si distacca nettamente dagli stereotipi del cinema di genere (e tra cui a torto, è stato spesso catalogato) diventando una creatura aliena, rifugiata in un universo naturalistico visto attraverso lo sguardo dell'infanzia, inabissata nel vuoto di panorami sconfinati che tolgono il fiato.
Un mondo dove la figura dell'adulto in questo caso resta ai margini, ancora troppo vessato dalla situazione allora imposta dal regime franchista per poter occuparsi delle fantasie, più immaginarie o meno (le prime avvisaglie d'erotismo di borowczykiana memoria riscontrabili nella sorella maggiore, il gioco della finta morte) che popolano le giornate delle figlie. Ma è attraverso gli occhi della piccola esordiente, Ana Torrent (che rivedremo tre anni dopo in Cria Cuervos di Carlos Aura e successivamente, ormai donna, nell'esordio di Alejandro Amenabar, Tesis), che possiamo scorgere tutti i meccanismi del sentire e dell'agire infantile (indimenticabile per esempio, la sequenza della ferrovia dove le sorelle appoggiano l'orecchio sui binari per percepire il sopraggiungere del treno) e la fascinazione che "l'altro/il diverso", esercita sull'innocenza; l'incontro con il repubblicano, la tenerezza con cui Ana lo cura in segreto fino alla sua fucilazione (ripresa attraverso un campo lungo del casolare all'imbrunire, da cui risuona l'eco degli spari) e la successiva ricomparsa fantasmatica. Basta allora affacciarsi alla finestra, chiudere profondamente gli occhi e pronunciare "espiritu": si potrà percepirne così l'arrivo (sublime, quella dissolvenza tra il volto di Ana e la soggettiva del treno in corsa) o vederlo finalmente riflesso, sulle acque di quello stagno al chiaro di luna.

14 commenti:

  1. Una meraviglia assoluta, uno dei film più belli che ho mai visto.
    Probabilmente e paradossalmente la censura franchista ha giovato al film, costringendo il regista, per aggirarla, a puntare sull'onirico, sul visionario, su un simbolismo spesso oscuro.
    Grazie, mi è venuta voglia di rivederlo.

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    1. Infatti, nel periodo franchista c'è stato un boom di pellicole che deviavano nel fantastico, proprio perchè in realtà era un cinema di forte denuncia. Ma fino al '76, anche nel fantastico/horror dovevano andare cauti nel non mostrare più del dovuto. Erice ha saputo arginare il problema con intelligenza, bravissimo!

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  2. visto negli anni '80, bellissimo, mi tocca rivederlo.

    di Victor Erice, a chi non l'ha visto, consiglierei "El sol del membrillo", un capolavoro, e anche più.
    sembra non succeda nulla, invece...

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    1. Sono sicuro che "El sol del membrillo" sia un'altro filmone, lo recupero con piacere, grazie Ismaele!

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  3. Film bellissimo e disturbante, che ai tempi mi consigliò il buon ormai ex blogger Moderatamente ottimista.
    Ottimo recupero!

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    1. A proposito Ford, nessuno sa che fine ha fatto "moderatamente ottimista"? Quando avevo il vecchio blog lo seguivo, poi è sparito, sarà più di un anno ormai...

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  4. Semplicemente stupendo ..e non aggiungo altro!

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    1. Hai ragione, un film indimenticabile!

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  5. Lo diede Ghezzi nei tempi che furono e lo vidi là. Onestamente, ricordo ben poco (la sequenza ferroviaria la ricordo, ma il resto - per esempio la fucilazione - è nebbia totale), tranne quello che mi lasciò, e cioè un totale senso di smarrimento e apatia, o qualcosa del genere. Lo recupero come gli altri qui sopra, e complimenti per questa rece: utilissima.

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    1. Forse non hai ricordi perchè nella scena della fucilazione si vede solo il casolare da lontano e si sentono gli spari, non viene mostrato l'atto. Le sequenze sulla ferrovia rimangono invece, giustamente stampate nella memoria. Il senso di smarrimento effettivamente c'è. Come piace a noi, c'è una grande assenza in questo film!

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    2. Sì, effettivamente lo ricordo come uno di quei film in cui si punta all'essenza/assenza (cit.)... comunque, scaricato da poco, in settimana lo vedo e ripasso ;)

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    3. Immancabile Yorick ;) Aspetto anche qualcosa di nuovo da te però... Intanto stasera mi guardo "Delta", finalmente il mulo ha completato il suo lavoro!

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    4. "Delta", l'ho fatto vedere ieri a un'amica, cui è piaciuto ma non ha entusiasmato. Mah, spero di non averti consigliato male, anche perché i film che ti ho rubato sono pressoché tutti delle perle non da poco...

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    5. Ma no, figuriamoci, qualsiasi produzione arrivi dalla terra di Tarr è sempre degna di attenzione! Ti saprò comunque dire.

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