Argentina, 2013
85 minuti
"Il personaggio principale è ossessionato dalle registrazioni audio, quindi ho registrato tutti i "suoi" suoni per Noche. Per almeno un anno, ho registrato ovunque: nei boschi, alle feste e sui treni. La maggior parte delle registrazioni non sono mai state utilizzate. I suoni che si sentono all'inizio del film provengono da una chiesa polacca e sono stati registrati durante una cerimonia di famiglia. Era buio pesto in chiesa e delle fievoli luci si accendevano solo quando il sacerdote entrava. Io non sono assolutamente religioso, ma quel posto mi creava soggezione." - Leonardo Brzezicki
Le personali aspettative non hanno deluso, anzi. Già presentato all'ultimo IFFR, l'esordio al lungometraggio dell'italo-argentino Leonardo Brzezicki approda anche nella sezione Onde del 31° Torino Film Festival. Noche non è un film facile; non è certo fruibile per una grande fetta di spettatori; potrà infastidire (molti) e potrà ammaliare (pochi altri); potrà anche venir tacciato da alcuni come un'opera di compiacente sperimentalismo il che, ovviamente non è vero. E non sarebbe nemmeno il modo corretto per penetrare un'opera la cui diegesi sonoro-visiva è si, il motore centrale ma che si risolve in continue stratificazioni, dove comunque ogni singolo livello può svelare un particolare stato d'animo dei sei protagonisti: gelosie, attrazioni, desideri repressi. Col tempo, Noche potrebbe rivelarsi come l'ennesimo film che seguendo il percorso lasciato dal von Trier di Antichrist sull'elaborazione del lutto (un'elaborazione di gruppo, in questo caso), potrà far discutere, dividendo critica e opinioni ma di certo, non lascerà indifferenti. Le parole del regista riportate qui sopra "suonano" (è proprio il caso di dirlo) come una conferma dell'autentica natura della pellicola: Noche è puro cinema percettivo (come il cinema di Grandrieux o come il greco Mesa sto Dasos - molto affine anche per sviluppo strutturale), un film che agisce come un propulsore sonoro e che quindi, va prima di tutto carpito mediante la sua auscultazione. E' una phonè, come avrebbe detto Carmelo Bene; è un assemblaggio metafisico di voci ovattate, onde radio, frequenze elettroniche, dissonanze e distorsioni sonore disseminate lungo la via della rievocazione, che dagli autoparlanti si diffondono attraverso una natura, e un naturalismo antropologico, dove l'istinto primigenio riaffiora con forza. La magnifica sequenza della tavola imbandita, per esempio, che come nel bartasiano Namai diverrà successivamente nutrimento per la "bestia selvatica", è metafora della liberazione allo stato brado delle pulsioni più recondite e inconfessabili: "vorrei scopare nella foresta come un animale selvaggio". Gli amici di Miguel, ossessionato dalle registrazioni audio e morto suicida forse (ma non verrà mai chiarito), proprio a causa di questa spirale fonica che lo divorava, si riuniscono nella sperduta casa colonica teatro del fatto e lo commemorano, riascoltando e registrando a loro volta quei suoni che attraverso una sorta di trascendentalismo, prendono forma negli oggetti a lui più cari: il vestiario - le apparecchiature analogiche - un paio di occhiali rosa. Una registrazione della registrazione, dove il corpo si scompone assieme alle dissolvenze pittoriche tra le cascate dello scenario subtropicale, tra gli arbusti intrichi da cui echeggiano ancora i versi di una poetica del sonoro. E al contempo, è lo stesso corpo-cinema che si smaterializza; muore e si ricompone ad ogni stadio temporale rivivendo sotto un'ottica nuova, rafforzando così una tendenza (nella tendenza contemplativa) che dal Reygadas di Post Tenebras Lux (simultaneamente termine, e riformulazione del mezzo cinematografico), sembra aver trovato nel film di Brzezicki (e in quest'ultima edizione del TFF: vedi La Ultima Pelìcula, "miracolo cinematografico" di Raya Martin) un altro luogo ideale dove installarsi per una continua rigenerazione.
Le personali aspettative non hanno deluso, anzi. Già presentato all'ultimo IFFR, l'esordio al lungometraggio dell'italo-argentino Leonardo Brzezicki approda anche nella sezione Onde del 31° Torino Film Festival. Noche non è un film facile; non è certo fruibile per una grande fetta di spettatori; potrà infastidire (molti) e potrà ammaliare (pochi altri); potrà anche venir tacciato da alcuni come un'opera di compiacente sperimentalismo il che, ovviamente non è vero. E non sarebbe nemmeno il modo corretto per penetrare un'opera la cui diegesi sonoro-visiva è si, il motore centrale ma che si risolve in continue stratificazioni, dove comunque ogni singolo livello può svelare un particolare stato d'animo dei sei protagonisti: gelosie, attrazioni, desideri repressi. Col tempo, Noche potrebbe rivelarsi come l'ennesimo film che seguendo il percorso lasciato dal von Trier di Antichrist sull'elaborazione del lutto (un'elaborazione di gruppo, in questo caso), potrà far discutere, dividendo critica e opinioni ma di certo, non lascerà indifferenti. Le parole del regista riportate qui sopra "suonano" (è proprio il caso di dirlo) come una conferma dell'autentica natura della pellicola: Noche è puro cinema percettivo (come il cinema di Grandrieux o come il greco Mesa sto Dasos - molto affine anche per sviluppo strutturale), un film che agisce come un propulsore sonoro e che quindi, va prima di tutto carpito mediante la sua auscultazione. E' una phonè, come avrebbe detto Carmelo Bene; è un assemblaggio metafisico di voci ovattate, onde radio, frequenze elettroniche, dissonanze e distorsioni sonore disseminate lungo la via della rievocazione, che dagli autoparlanti si diffondono attraverso una natura, e un naturalismo antropologico, dove l'istinto primigenio riaffiora con forza. La magnifica sequenza della tavola imbandita, per esempio, che come nel bartasiano Namai diverrà successivamente nutrimento per la "bestia selvatica", è metafora della liberazione allo stato brado delle pulsioni più recondite e inconfessabili: "vorrei scopare nella foresta come un animale selvaggio". Gli amici di Miguel, ossessionato dalle registrazioni audio e morto suicida forse (ma non verrà mai chiarito), proprio a causa di questa spirale fonica che lo divorava, si riuniscono nella sperduta casa colonica teatro del fatto e lo commemorano, riascoltando e registrando a loro volta quei suoni che attraverso una sorta di trascendentalismo, prendono forma negli oggetti a lui più cari: il vestiario - le apparecchiature analogiche - un paio di occhiali rosa. Una registrazione della registrazione, dove il corpo si scompone assieme alle dissolvenze pittoriche tra le cascate dello scenario subtropicale, tra gli arbusti intrichi da cui echeggiano ancora i versi di una poetica del sonoro. E al contempo, è lo stesso corpo-cinema che si smaterializza; muore e si ricompone ad ogni stadio temporale rivivendo sotto un'ottica nuova, rafforzando così una tendenza (nella tendenza contemplativa) che dal Reygadas di Post Tenebras Lux (simultaneamente termine, e riformulazione del mezzo cinematografico), sembra aver trovato nel film di Brzezicki (e in quest'ultima edizione del TFF: vedi La Ultima Pelìcula, "miracolo cinematografico" di Raya Martin) un altro luogo ideale dove installarsi per una continua rigenerazione.
Orpo, t'è proprio piaciuto: non l'avevo capito! :P
RispondiEliminaScherzi a parte, anche tu sei una scheggia a scrivere, comunque. E che recensione! Non potrei che aggiungere altro, se non complimenti (specie per la citazione beniana), ti quoto in tutto. Il capolavoro del TFF31, assieme a "La ultima pelicula" - non c'è che dire. Cinema percettivo, come "Lezuo" - ammaliante e sconfortante al contempo, phonico, "assemblaggio metafisico di voci ovattate, onde radio, frequenze elettroniche, dissonanze e distorsioni sonore disseminate lungo la via della rievocazione, che dagli autoparlanti si diffondono attraverso una natura, e un naturalismo antropologico, dove l'istinto primigenio riaffiora con forza. "Una registrazione della registrazione, dove il corpo si scompone assieme alle dissolvenze pittoriche tra le cascate dello scenario subtropicale, tra gli arbusti intrichi da cui echeggiano ancora i versi di una poetica del sonoro. E al contempo, è lo stesso corpo-cinema che si smaterializza; muore e si ricompone ad ogni stadio temporale rivivendo sotto un'ottica nuova, rafforzando così una tendenza (nella tendenza contemplativa) che dal Reygadas di Post Tenebras Lux (simultaneamente termine, e riformulazione del mezzo cinematografico), sembra aver trovato nel film di Brzezicki (e in quest'ultima edizione del TFF: vedi La Ultima Pelìcula, "miracolo cinematografico" di Raya Martin) un altro luogo ideale dove installarsi per una continua rigenerazione": hai colto in pieno, e anzi anche secondo me il suicidio del tipo è dovuto al fatto che si sentisse divorato dalla spirale di rumori e suoni che andava registrando o, forse, che registravano, plasmavano, materializzavano lui stesso.
Non potevi capire, non ho capito nemmeno io se mi era piaciuto anzi, non c'è proprio niente da capire, è un film che non esiste, non è più cinema, trascende il cinema e trascende il trascendere del cinema, supera se stesso e si fa capolavoro, un capolavoro mancato però, che è quello che conta, alla fine. Anche se però non esiste, lo sai meglio di me... :p
EliminaOk, facciamo i seri. Che sia un altro film originale, abbastanza unico, come ha detto rombro, è vero. Definirlo capolavoro non saprei anche se come sai, l'impatto per me è stato forte e per la sua potenza visiva lo metterei alla pari con il film di Martin. Quindi, in quel senso potrebbe essere il secondo film del festival. Come già ti accenavo a Torino però, il secondo capolavoro secondo me è proprio il film di Serra, solamente che HdMV necessita di altre visioni, e parecchio approfondite...
Spero comunque di aver colto il più possibile da questo "Noche", che era veramente sentito. Grazie, Yorick!
Ah ma allora c'eri (c'eravate?) alla proiezione con Brzezicki...concordo che sia potenzialmente il migliore di questa edizione, pur se devo ancora vedere La ultima pelicula. Anche io l'ho associato più volte a In the woods durante la visione..ma il lavorìo sonoro che troviamo qui, lo rende abbastanza unico e poco accostabile persino ai colossi sopracitati (senza scomodare C.B.). E non sono sorpreso che a fine proiezione quasi tutti si siano dileguati...
RispondiEliminaBravi comunque..te e yorick avete un bel fiuto..potreste essere gli Holly e Benji del cinema contemplativo :D
maLOL!!
EliminaAh ah ah, bella rombro!... Sono contento che il film ti sia piaciuto, comunque non erevamo alla proiezione con Brzezicki, almeno. C'è lo siamo gustati alle nove di sabato mattina il che, come puoi immaginare, è stato un inizio giornata di quelli tosti. Mettendo in conto oltrettutto, che nel pomeriggio ci aspettava il film di Serra e alla sera il greco "Sto Lykos". I morti in sala ci sono stati, è vero, mai quanti come alla proiezione de "La Ultima Pelìcula" però, quello si, il capolavoro del festival.
EliminaCiao Frank, volevo chiederti se potessi indirizzarmi nel reperimento del film di Leonardo Brzezicki e se fossero indispensabili i sottotitoli italiani.
RispondiEliminaGrazie mille ;)
Ciao, ultimamente non ho cercato ma credo che non sia ancora reperibile. Io l'avevo visto al Torino Film Festival.
EliminaAl limite, per info più dettagliate potresti sempre provare a sentire quelli della Asmara films, qui: http://www.asmarafilms.com/film-prodotti/noche/
Un saluto :)
Ok grazie comunque.
EliminaCiao!
Ciao, a breve sarà disponibile in VOD. Lo distribuiamo con FilmTv, sul canale streaming FIlmtVOD. Ciao!
EliminaQuesta è una bella notizia, ti ringrazio per l'informazione. Ciao!
EliminaCiao,
RispondiEliminastavo disperatamente cercando il film "Noche" di Leonardo Leonardo Brzezicki
Ho anche spedito una richiesta di amicizia su Facebook al regista in Argentina.
Ma dubito che prenda in considerazione l'ipotesi di spedirmi il link con lo streaming.
Hai un'idea di dove possa trovarlo?
Grazie per un'eventuale risposta.
Giacomo
Ciao, mi spiace ma come già risposto qui sopra, il film lo vidi al TFF e da quanto ne sappia, al momento è ancora irreperibile. Tra l'altro, piacerebbe anche a me rivederlo, mi aveva lasciato sensazioni fortissime. Dubito che il regista possa risponderti se non sei un blogger o un critico, ma non si sa mai. Al limite, rinnovo anche a te il consiglio che ho dato a Pietro, fare un tentativo e scrivere a quelli della Asmara Film, se non altro per sentire se è prevista una distribuzione in dvd (o altro) in tempi brevi...
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