26.6.13

Sangre

Amat Escalante
Messico, Francia, 2005
86 minuti


Diego lavora come portiere in un edificio pubblico e vive con la moglie Blanca in un appartamento popolare di periferia. Le loro giornate scorrono nella più totale apatia, scandite da un'alienante quotidianietà composta di rituali ciclici: colazione, lavoro, cena, telenovela serale, sesso programmato, colazione.... e così via. Un giorno l'arrivo improvviso della figlia di Diego, Karina, porterà disordine nella monotona vita dell'uomo...
In apertura, su di un inusuale sfondo bianco dove scorrono i crediti, bisogna porre attenzione a due nomi che equivalgono a garanzia: Pedro aguilera e Carlos Reygadas, rispettivamente assistente alla direzione e co-produttore di questo interessante esordio del giovane Amat Escalante (classe 1979), che si è aggiudicato il premio Fipresci nella sezione Un Certain Regard a Cannes.
Già dalla prima pittorica sequenza, un uomo disteso sul pavimento di una stanza vuota, incorniciato in un orizzontale perfetto, si evincono le coordinate di un cinema improntato all'essenza ed all'assenza, che il regista spagnolo, ma naturalizzato messicano, intende costruire seguendo le orme dei nomi sopracitati, soprattutto quel Reygadas di cui è stato (assieme ad Aguilera) assistente in Battaglia nel Cielo ed i cui stilemi si notano preponderanti in Sangre. Specialmente nella messa in scena di una sessualità di coppia meccanizzata e totalmente priva di erotismo, dove i corpi sgraziati consumano i loro rapporti con regolare pianificazione, come conseguente impostazione di un'esistenza spenta, basata su un'ordinarietà ferrea, impensabile da poter infrangere. Basti pensare al dialogo tra marito e moglie sul divano di fronte alla loro telenovela preferita ("potresti masturbarmi quì, mentre guardiamo Cuore Stregato"), oppure all'invito dei colleghi di lavoro a spezzare la routine quotidiana passando una serata in birreria. Il sangue del titolo è quello che macchia la fronte di Diego nella prima sequenza: l'ennesima cicatrice causata da un rapporto in cui Blanca ne tiene indiscutibilmente le redini. Lui è vittima consenziente ed è quindi comprensibile, che nel momento in cui si ripresenta la figlia per chiedere di stabilirsi a casa sua, l'equilibrio abituale imposto inizia a vacillare, per tramutarsi successivamente in disordine mentale con la morte della ragazza. Suicidio? Semplice fatalità? Una causa possiamo forse dedurla dal breve colloquio tra padre e figlia al McDonald. Ma ad Escalante importa principalmente tracciare la personalità di un uomo che agisce come un automa, un cadavere ambulante perso nel vuoto della sua soporifera esistenza, composta da azioni e dialoghi (c'è qualcosa di Lanthimos e la new-wave greca) ridotti all'essenziale e sistematicamente programmati. L'ultima parte poi è memorabile, con il vagare assente di costui, in "cerca della figlia" tra i rifiuti (materiali ed umani) di un'immensa discarica popolata di bestiame, assorbito da una radura in antitesi con il contesto urbano visualizzato fino a questo momento. Oltremodo, nel finale c'è un sottotesto simbolico di indubbio interesse, ma che al momento purtroppo affonda (come il protagonista dopo aver camminato sulle acque di quel ruscello) restando alquanto indecifrabile e forse, la giusta interpretazione va cercata in quella mela che cade dall'albero e che successivamente, vedremo appoggiata sul sedile dell'auto. Tuttavia, in futuro si potrebbe tornare sull'argomento e chissà che nel frattempo, qualcuno più competente che si appresti alla visione, possa magari trarne delle impressioni più appropriate.
Grossa attesa a questo punto per Heli, il nuovo lavoro del regista, vincitore del premio per la miglior regia all'ultimo Festival di Cannes.

14 commenti:

  1. Sono arrivato a leggere fino a qua ("improntato all'essenza ed all'assenza") e l'ho subito segnato tra i Vv. Dopodiché ho letto il resto.
    "Heli", però, non mi aveva poi così incuriosito, leggendone qua e là, ma a 'sto punto sono entrambi d'obbligo.
    A ogni modo, mi sa che dovrò smettere per un po' di venire da queste parti: per ogni film che vedo di quelli da te consigliati, ne spuntano fuori altri cinque che fanno venire l'acquolina in bocca. Spero di avere buon tempo quest'estate ;)

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    1. Pensa che su "Heli", io non ho letto addirittura niente, ho scoperto questo Escalante negli ultimi giorni, ma mi è bastato vedere "Sangre" per inserirlo tra la cerchia dei "da tenere d'occhio".
      Ad ogni modo, penso che nessuno ti obblighi a cercarti immediatamente per forza tutti i film che segnalo. Prendili come semplici appunti per il futuro ;)
      P.S. Non ricordo riguardo a che post scritto da te, o forse era un tuo commento da bombus, ma hai poi visto/rivisto Battaglia nel Cielo? Volevo sapere la tua opinione, perchè stò pensando che ci starebbe perfettamente come prosieguo a questo post...

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    2. Io li prendo come semplici appunti per il futuro, ma alcune tue recensioni mi fanno sbavare così tanto (complice anche la splendida estetica del blog) che il futuro non può che essere molto adiacente a questo presente.:P Insomma, voglio finire 'sta sessione d'esami e darmi alle tonnellate di film che man mano ho fatto scaricare a mio fratello.

      Comunque, sì, "Battaglia nel cielo" l'ho visto, e finora è il Reygadas che, spiace dirlo, mi ha convinto meno. Cribbio, l'inizio è uno dei più belli che mi sia mai capitato di vedere, e aggiungi pure alla lista quello di "Post tenebras lux", però, non so, credo di essermi perso qualcosa, perché il finale (l'omicidio) mi è parso così inutile che, boh, ad un certo punto ho pensato che Reygadas fosse un sadico al pari di Haneke. La cosa interessante del film, secondo me, è questo caoscosmo che non si dipana mai, sempre teso tra la disperazione e uno strano senso di ordine interiore: non so spiegarlo, ma mi è parso che, fondamentalmente, Ana fosse una sorta di entità ordinatrice nella vita di Marcos, sebbene poi, a ben vedere, sia effettivamente la persona che lo fa schizzare male. Quello che non ho capito è il ruolo di Ana. Oggetto del desiderio? Antagonista? Aiutante? Perché per tutto il film sembra essere, oltre che palese oggetto del desiderio, un ostacolo, ma va a finire che è l'addio, la futuribile assenza di Ana a far schizzare male Marcos, che poi si fa artefice dell'assenza di lei. Insomma, non mi son chiare le funzioni di Propp. O.o

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    3. Era un'ipotesi che immaginavo, mi son detto: o non l'ha visto, oppure non è ancora pronto per farne una recensione coi fiocchi perchè c'è qualcosa che non le è ancora chiara! Ho voluto riguardarlo ieri sera, anche perchè Japòn e Stellet Licht hanno già avuto la loro revisione. E devo dire che la pensiamo uguale, nonostante 4 stelle su Mubi le valga tutte, penso che sia il film di Reygadas minore e forse anche il più indecifrabile, effettivamente ci sono dei passaggi oscuri: l'omicidio, anche la storia del sequestro se vogliamo non convince, ma ancora di più, come giustamente fai notare, il personaggio di Ana, troppo enigmatico eccetto come "oggetto del desiderio". Ma perchè Marcos la uccide poi? Un'idea, alquanto bislacca, mi è passata al volo per la testa mentre lo rivedevo: per tutto il film osserviamo un uomo tormentato, vuole espiare quella colpa (l'involontaria morte del bambino) e tuttavia sembra succube della moglie (secondo me il nodo va ricercato in quel loro dialogo in campagna, quando lui le confessa di volersi costituire ma lei glielo impedisce) e quindi l'omicidio di Ana rappresenta finalmente una via assolutoria, che trova inoltre nell'evento della processione l'occasione ideale. Ad ogni modo finchè non si riesce ad inquadrare perfettamente il personaggio di Ana, è difficile venirne realmente a capo. Si potrebbe parlarne sotto l'accuratissimo aspetto tecnico e per certe inquadrature affascinanti, ma per una recensione completa toccherà aspettare... Peccato, perchè stilisticamente siamo a livelli eccellenti, come muove la cinepresa Reygadas è magia!

      P.S. Comunque stasera mi guardo "El cant dels ocells" :)

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    4. Quindi secondo te l'ammazza per essere definitivamente cattivo e, quindi, chiedere il perdono nella processione? Uhm, può essere, effettivamente, però così non mi torna il significato del tema "sesso" nell'economia del film, tema che è anche fil rouge tra i vari personaggi: in questo senso, la processione l'ho capita poco, però il sesso con Ana mi sembra quasi essere una Passione per Marcos, nel senso cristologico del termine, ma forse sbaglio. Te, come l'hai interpretato?

      Grandissimo "El cant dels ocells". Ti lascerà molto depresso e senza fiato :D

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    5. Guarda, la mia interpretazione vale come questo esempio in Kynodontas:

      Propongo di giocare a fare una gara di resistenza. Apriamo i rubinetti dell'acqua calda e mettiamo tutti un dito sotto l'acqua calda. Quello che lo tiene piu' a lungo, vince. Che ne pensate?
      Apriamo tutti i rubinetti o uno solo? Possiamo aprirne uno solo, se preferite.
      E come prendiamo il tempo? Con un cronometro o un orologio?
      Non ce n'e' bisogno. Mettiamo tutti il dito sotto l'acqua. Chi lo toglie per ultimo e' il vincitore.
      Allora ci servono tutti e tre i rubinetti?
      Uno solo andra' bene. Con tutti e tre uno potrebbe imbrogliare. Potremmo usare quello grande nella vasca. Il rubinetto. E come dovremmo chiamare questo gioco?
      Non so... :D

      Scherzi a parte, non ne ho colto ancora nessun significato. La Passione, come la intendi potrebbe essere un'interpretazione valida. Se noti, durante l'amplesso tra Marcos e la moglie, Reygadas insiste parecchio su quell'immagine di Cristo nel culmine della sua agonia... non riesco a decifrare però una connessione con Ana, ma sono segnali che andrebbero analizzati maggiormente. Comunque, senza andare a cercare significati cristologici nascosti, una risposta più umana e semplice c'è: il sesso con Ana è una (p)assione per Marcos, perchè quel povero uomo si sarà anche stufato di scopare sempre con 130kg di carne flaccida no?... :D (sono in vena di stupidaggini oggi)

      P.S. sul Cant dels ocells passo da te, nel post a riguardo!

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    6. Sì, sono d'accordo, anche se, solitamente, quando mi capita un film del genere tra le mani, sono solito ripetermi quello che scrisse Wittgenstein alla fine del suo Tractatus, e cioè che "la soluzione del problema della vita [del film, in questo caso] si scorge allo sparire di essa". Avevo notato l'immagine del Cristo, e appunto ero teso a leggere l'intero film come una sorta di parabola tra Cristo e i due ladroni, ma, boh, mi sembra forzata... anche se, in qualche modo, alla fine Ana perdona (spompina) il ladrone che si è pentito. Mah, io continuo a chiedermi quanto credente sia Reygadas.

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  2. Eccomi. Finalmente, sono riuscito a vederlo. Che dire? Un'estetica da paura, davvero... sfido che tu l'abbia messo tra i registi da tenere sott'occhio! La trama, invece, secondo me zoppica un po', ma credo sia un problema mio: i film così individuali, incentrati su un personaggio unico che pare doversi farsi portatore di certe angosce esistenziali dello sceneggiatore mi garbano poco, o meglio mi sembrano apologie, e come tali claudicano. Non so, di recente mi hanno consigliato un altro film (diversissimo da questo, ma che mi ha fatto lo stesso effetto), tale "My joy": anche qui, solo tristezza, tristezza a pacchi, e finito il film non rimaneva altro che quest'assurda sensazione di malinconia. Ora, benvenga il film che riesca a coinvolgermi, ma se tutto quello che riesce a trasmettermi è questa sensazione, penso gli manchi qualcosa, perché il film, come un libro o un dipinto, dovrebbe continuare a esistere nel fruitore dopo che questo non l'ha più sotto gli occhi. Comunque, bel film, forse un filino "adolescenziale" nella trama, ma come opera prima è oro che cola.

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    1. My Joy avevo cominciato a vederlo ma poi ho abbandonato, non mi pigliava o forse non ero in serata, diciamo che già il fatto di dovermelo assorbire solo con sub in inglese non mi garbava. Ovvio che per tanto di questo cinema, o ti adegui all'inglese oppure rinunci, ma dipende dall'effetto che mi provoca il film nei primi minuti, se mi attira mi concentro di buzzo buono e cerco di seguirlo il più possibile, ma non è stato il caso di My Joy. Se poi mi dici che alla fine della fiera lascia poco, forse è stato meglio così.
      Su Sangre ti do ragione, naturalmenete in casi come questo una trama consistente non c'è e quello che ne resta passa in secondo piano, però quel finale secondo me vale la pena di rivederselo. Mi piacerebbe sapere, da profondo studioso quale sei, come hai interpretato il cammino del protagonista sulle acque e la raccolta della mela?

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    2. Sinceramente, non l'ho capito, è reygadasiano, è evocativo, simbolico, emblematico, ma mi si sono aperte troppe prospettive per poterne scegliere una. La mela mi ha subito fatto pensare a qualcosa di biblico, e guarda caso il cammino sulle acque è altrettanto biblico, e dopo aver raccolto la mela l'effetto biblico, però, si sperde. Bisognerebbe rivedere tutto il film cercando di capire se la vita fin lì vissuta l'avesse vissuta in un qualche Eden, perché l'ipotesi più plausibile è che, raccogliendo la mela, abbia appunto fatto svanire l'effetto "paradisiaco" (si fa per dire, il film è di una tristezza assurda, e se quello è l'Eden tanto vale raccogliere la mela). Te, come la interpretasti?

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    3. Troppo criptico a un primo accostamento, non lo sò. Diciamo che il pensiero a qualcosa di biblico è l'unico che ha attraversato anche me, ma giustamente come scrivi, qualche chiarimento in più lo si potrà forse avere solamente rivedendo il film.
      Magari nel frattempo, se ci penso mi viene in mente qualche altra ipotesi...

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  3. Anonimo08:48

    Is it possible to link directly to watch the movie
    ؟؟؟؟؟؟؟؟؟؟

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  4. Is it possible to link directly to watch the movie
    ???

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    1. Unfortunately not, find it on emule. And thanks for following!

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