30.6.13

La Quinta Stagione (La Cinquieme Saison)

Peter Brosens, Jessica Woodworth
Belgio, Francia, Olanda, 2012
93 minuti


Il gallo si rifiuta di cantare perchè sa già, che l'uomo seduto di fronte a lui, indosserà la maschera della meschinità; il suo cuore si essiccherà assieme alla terra arida che fino a quel momento ha coltivato e che ora, si rifiuta di germogliare. Le mucche non danno più latte perchè sanno già, che colei addetta alla loro mungitura, cadrà nell'abiezione ed il latte, colerà quindi per l'ultima volta come lacrime su quel muro alle sue spalle, dietro il suo sguardo afflitto. Allora il fuoco non divamperà, gli animali resteranno in letargo, la neve cadrà d'estate e gli alberi secchi si contorceranno sotto il cielo caliginoso prima di infrangersi al suolo, anche un'amore in procinto di sbocciare non avrà evoluzione, ma resterà imprigionato tra ripidi sentieri fangosi, perchè la Natura ha deciso inesorabilmente di interrompere il suo corso e con esso, di avvizzire i sentimenti dell'uomo.
L'inverno si è fermato a Nord, in un paesino delle Ardenne; una zona rurale composta da infinite distese collinari che ricordano quelle Fiandre tanto care a Dumont, dove il ciclo stagionale ora gira a vuoto, come quel trattore che continua a tracciare circolarmente il terreno, un arresto temporale che spinge un'umanità terrea a cercare spiegazione a quegli eventi imprevisti. Ma solo il filosofo/martire che arriva da lontano può forse comprendere, con la sua saggezza, il decorso di una Natura punitiva dell'arroganza e dell'avidità del genere umano e quindi, per la comunità in sfacelo non resta altro che celare la propria perdizione sotto quelle maschere grifagne, riesumando impotenti riti pagani che stoltamente appaiono come unico rimedio possibile ad una presunta catastrofe totalizzante, ma che forse non si rivelerà...
Perchè La Quinta Stagione (autentico outsider di Venezia 2012) è un mirabile apologo sulla condizione dell'essere umano di fronte al potere di una Natura che erge a protagonista suprema, solamente mascherato (come l'umanità rappresentata) da falso apocalittico, in quanto non muta come tale (gli struzzi simboleggiano la rinascita e la loro apparizione nel finale, potrebbe rappresentare la speranzosa ricomparsa della primavera), ma resta inviluppato alla radice e giusto per chiarire, risulta alquanto inglorioso farne accostamenti, anche minimi, con il catastrofismo propinatoci dall'industria hollywoodiana. Quì, la coppia (anche nella realtà) Brosens/Woodworth, predilige movimenti di camera assolutamente sinuosi e pacati, in perfetta armonia con gli stilemi del cinema contemplativo: basti pensare alla scena di apertura o ancor più, a quella lenta carrellata orizzontale (Tarr docet?), da destra a sinistra e poi viceversa, nella sequenza della discussione al bar, sui primi segnali infausti. La Quinta Stagione è un'opera che fa dell'astrattismo il suo centro vitale; i due autori dipingono un meraviglioso affresco ambientalista genuinamente europeo e folcloristico, i cui colori si desaturano progressivamente con il processo (in)naturale d'ibernazione, grazie alla pittorica fotografia di Hans Bruch Jr, che immobilizza il paesaggio in un tempo sospeso. Inutile divulgarsi nell'elencare citazionismi vari che sono già abbondantemente emersi in rete (Bruegel, Bosch), solo due nomi, giusto per chi ancora non avesse letto nulla a riguardo, ma certi ammiccamenti all'arte cinematografica del passato vanno colti; impossibile dunque non lasciarsi ammaliare, per esempio, da quel letto in cui la protagonista giace in una posizione che è puro riflesso dello "specchio" tarkovskijano (ma anche Nina Menkes in Phantom Love ha rievocato tale sequenza), oppure dalla scomparsa all'orizzonte del giovane Thomas, deciso ad intraprendere il cammino solitario del nomadismo, lasciandosi alle spalle la sagoma di quell'albero spoglio e decadente.
Consiglio di approfittare dell'attuale programmazione nelle sale, anche ai meno inclini ad abbandonare la solita poltrona dello "star system", perchè il film di Brosens e Woodworth, oltre ad essere una stimolante immersione visiva e sensoriale, riesce comunque ad ampliare lo sguardo, oltrepassando qualche barriera divisoria, per accostarsi con eleganza anche al cinema più popolare.

34 commenti:

  1. "Tarr docet?" --> "Tarr docet."

    Scherzi (ma neanche così faceti) a parte, questo sembra essere uno dei film che potrei adorare: il dialogo Natura/uomo è al centro di diversi film che considero capolavori, non ultimo "Antichrist", e se mi dici che non ci sono troppi simbolismi dentro (il gallo, le maschere eccetera) lo guardo filato.

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    1. Combinazione proprio oggi pensavo ad Antichrist e di come, magari anche involontariamente, abbia comunque dato il via a questa tendenza di film in cui la Natura stabilisce uno stretto legame con l'uomo e, che essa sia minacciosa o meno, diventa prepotentemente dominante. Puoi aggiungerci tranquillamente anche questo, ci sta tutto e ti consiglio di correre al cinema prima che scompaia, li da te non dovresti trovare difficoltà. Forse l'affermazione "Tarr docet" potrebbe essere leggermente azzardata, ma in quell'istante, di fronte a quella sequenza, mi partita d'istinto... l'emozione :)

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    2. Sì, già adocchiati i cinema che lo danno. Spero di fare in tempo, visto che a breve tornerò nell'entroterra veneziano.

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    3. Ma allora abiti in Veneto anche te! Di dove sei, se non sono indiscreto?

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    4. Sì, sono a Torino solamente per l'università. Abito a Campolongo Maggiore, dov'è nato e cresciuto Felice(tto) Maniero, per intenderci. Siamo vicini o, come ho intuito, tu sei più nordico (Treviso?)?

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    5. (Sia chiaro, il riferimento a Maniero non vuol essere pretestuoso né un vanto. Semplicemente, non a ClM non è successo altro, e magari, se conosci il paese, lo conosci per quello.)

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    6. Più nordico ancora. Abito in provincia di Pordenone ma mi sento decisamente veneto, infatti il mio paesello è l'ultimo confinante con la provincia di Treviso. Diciamo che sono in una posizione niente male: 40km da Treviso, 50 da Udine e 60 da Venezia.

      Tranquillo, non mi faccio idee strane, anzi, a Campolongo ci sono anche stato qualche anno fa per ragioni di lavoro (nessun intrigo losco eh) :D

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    7. Eh, meglio specificare :P

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    8. Svendite pubblicitarie ;)

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  2. Sto sperando che esca in qualche cinemino d'essai qui dalle mie parti...
    senza leggere niente ancora Frank, merita?

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    1. 14 sale ed è un miracolo che la mia zona sia rientrata (una volta all'anno?) nella famigerata lista :)
      Personalmente è una delle cose migliori viste quest'anno e penso che potrebbe piacerti, secondo me c'è un giusto equilibrio, il tipico film d'autore che però riesce ad abbracciare una fetta di pubblico abbastanza ampia. Spero che magari nei prossimi giorni lo proiettino anche dalle tue parti Dae, in caso positivo ripassa...

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    2. Ah, ma anche fosse d'autore tout court nessun problema, se di film alla Bela Tarr et similia ne guardo pochi è solo perchè purtroppo campo ancora di cinema, sky, streaming legali e dvd, a scaricare mi ci metto (anzi ci si mette mio fratello) davvero col contagocce.
      Se per una volta un film da visionesospesa usciva in sala volevo approfittarne ma 14 sale credo che con l'Umbria centrino poco.
      Quando mi adeguerò anche io ai metodi alternativi potrò venire a visitarti un pò di più :)

      alla fine negli ultimi due anni del mio blog hanno vinto miglior film Dogtooth e Synecdoche New York...

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    3. Ti ringrazio per il pensiero, vedrai che ad ogni modo ci saranno altre occasioni per confrontarci anche qui da me :) Tra Umbria e basso Friuli alla fine non so chi può avere la peggio...
      Hai parlato di Dogtooth? Pensa che io non ne ho mai trovato il coraggio e dopo averlo visto 4 volte. Il film di Lanthimos è qualcosa di geniale, non posso esimermi dal passare a leggerti!

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    4. non solo ne ho parlato ma...

      http://ilbuioinsala.blogspot.it/2012/01/le-classifiche-de-il-buio-in-sala-i-piu.html

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  3. Dopo Eraserhead, un altro parere importante.
    Vedrò di recuperarlo, così scoprirò se è davvero così potente o se finirò a sfoderare le bottigliate. ;)

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    1. Ahi.. forse non escluderei qualche bottigliata, l'importante è che dal tuo saloon non me ne arrivi una in testa direttamente qui:)
      Scherzi a parte Ford, penso di aver inquadrato almeno un pò i tuoi gusti, comunque penso che uno sguardo potresti darlo, come ho scritto sul post e ribadito a Dae, il film è ben disposto verso un pubblico più ampio.

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  4. Questo lo aspettavo da tempo, purtroppo per vederlo dovrò aspettare il dvd. Non so perché, ma ero convinto che fosse un film alla Iosseliani, ma, da quel che scrivi, i riferimenti sono altri.

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    1. Deduco che come Dae sei tagliato fuori anche te dalle programmazioni. L'avevo già individuato nell'ultima Berlinale e devo dire che il mio fiuto ci ha azzeccato anche sta volta. E' stata veramente una bella sorpresa, come altre cose presentate sempre a Berlino quest'anno d'altronde.

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    2. Ma sei sicuro che era a Berlino? Forse fuori competizione...
      Io l'ho visto a Venezia, dove era in concorso. Ed è stata la 'prima' ufficiale. Nel settembre scorso.

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    3. Hai ragione, non era a Berlino ma all'IFFR (Rotterdam): http://www.filmfestivalrotterdam.com/nl/films/la-cinqui-me-saison/.
      E' che ho seguito entrambe le programmazioni ed essendo una dietro l'altra, ho fatto un pò di casino :)

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  5. sembra meriti, ma ancora niente, aspetteremo:)

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    1. Neanche da te niente?... A questo punto ribadisco che è stata un miracolo la proiezione nella mia zona. Viceversa il film di Manuli (Kaspar Hauser), che mi attira assai, a quanto pare è vittima di una distribuzione ancor più vergognosa di quella effettuata per Post Tenebras Lux, solo 3 sale!

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  6. In Toscana, almeno in questo weekend, ZERO sale.
    Per fortuna che ho avuto modo di vederlo lo scorso settembre alla mostra di venezia: e, come ho scritto dalle mie parti, mi conquistò immediatamente. Per me è il mio personalissimo Leone d'oro dell'ultima edizione. Peccato che in giuria non se lo filò nessuno, preferendo premiare la morbosità e l'ineluttabilità di Kim Ki Duk.
    Eppure questo è un film che ti entra nelle ossa e ti fa trasalire: una pellicola visivamente stupenda, quasi pittorica (qualcuno l'ha paragonato a un quadro di Bruegel) che riesce a farti riflettere e inquietare sul rapporto con la natura e la stupidità umana. Che, messa alle strette, è capace di generare mostri e tirare fuori il peggio da ognuno di noi. Per me il riferimento a 'Il signore delle mosche' di Golding è evidente.
    Un film di grande fascino, potente, affabulatorio, disturbante.
    Uno dei migliori prodotti della stagione, garantito.

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    1. Bah, mi sembra una distribuzione effettuata alquanto male. Come scritto da te, non ho visto il film di Duk, ma facendo atto di una certa mia difficoltà nell'accostarmi a molto cinema orientale, tra i due non escluderei la mia preferenza per LQS. Concordo in pieno, una delle migliori cose viste quest'anno e che spero, in molti abbiano modo di visionare in sala.
      Grazie Kelvin!

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  7. Anonimo11:03

    Mr Royal: un film interessante...
    leggi anche : http://mrroyalecologia.altervista.org/mr-royal-e-il-film-sullambiente-la-quinta-stagione/

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  8. Capolavoro assoluto! nella top five dei film più importanti del 2013. Prestissimo una recensione su I Cineuforici

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    1. Indubbiamente, tra i cinque migliori e penso che ci resterà per tutto l'anno. Appena ne scrivi passo a leggerti con piacere!

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  9. Eh, c'avevi proprio ragione, gran film, visivamente ineccepibile, anzi di più, perché adoro i registi che riescono a far parlare le immagini piuttosto che ai dialoghi dei personaggi, che nella cornice della pellicola risultano di un certo pregio (e di una certa fattura, se si pensa alla citazione di Nietzsche sulla stella danzante). All'inizio, mi ha preso in contropiede, mi sembrava un film per schizzati (gustoso ugualmente, certo, ma allora avrebbe richiesto un altro tipo di attenzione), invece è riflessivo, pacato e, contemporaneamente, denso di attese trepidanti, disillusioni, inquietudini (la scena dove la ragazza sull'altalena perde sangue dal naso è degna del miglior film horror). Grandissimo Frank di nuovo per questa segnalazione, mo vedo di recuperare "Aita", "Las" e "Namai", che, come puoi immaginare (ormai hai capito che cinema adoro), li sto adocchiando da un pezzo.

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    1. Sono veramente contento che anche questo ti sia piaciuto, tra un pò me lo riguardo pure io. Il cinema che adori è lo stesso che adoro io, penso non ci siano più dubbi;) E ricordati sempre che la ricerca è reciproca, ci sono cose molto invitanti lette da te (Mesto na zemle, Sticenik... per esempio) già in attesa e se quel dannato quadrupede lavorasse un pò di più, le avrei già che belle e viste... muli d'altronde :D
      Grazie a te Yorick, stai diventando una fonte indispensabile!

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    2. Grazie, almeno ricambio le perle che snoccioli tu! ;)

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  10. Visto!!
    Ho sfruttato Mymovieslive, davvero una grande idea.
    Frank, meno male ci sei te a districarti in opere come questa, recensione spettacolare, complimenti.
    Anche il tuo incipit è bellissimo ma davvero credi quello? Che quello degli animali sia un rifiuto di pretesta?
    Non ci avevo pensato...

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    1. Guarda, questa rece mi è venuta di getto, a mente ancora bombardata dalle immagini appena viste, in sala poi è tutt'altra cosa. Comunque si, è una delle prime impressioni che ho avuto, mi piaceva l'idea che l'animale potesse presagire ciò che sarrebbe successo, e il perchè sarrebbe successo. Tutti gli animali nella realtà sono estremamente percettivi, vedi per esempio prima di un terremoto, ma anche in tanti film che ne danno conferma (il cavallo di Justine in Melancholia e soprattutto quello di Tarr), solamente che quì, la vera causa del problema risiede esclusivamente nella (e lo dici giustamente pure da te :) meschinità dell'uomo, ecco perchè il gallo non canta AL SUO padrone e lo stesso, per la mucca... Naturalmente in film così ricchi di simbolismi (ma nemmeno troppo velati a mio parere) le interpretazioni sono più che mai soggettive.
      Grazie per essere ripassato!

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  11. dove posso trovare i sottotitoli in ita?

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    1. Mah.. credo che ormai sia disponibile la versione doppiata.

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