7.2.14

Rivoluzioni #3 | Acéphale

Patrick Deval
Francia, 1968
56 minuti

Parigi: col divampare dei fuochi del maggio '68, anche nell'arte in celluloide proliferavano nuovi gruppi di cineasti, fermamente intenti a sovvertire le comuni regole della cinematografia classica. Si rifiutava la narrazione convenzionale a favore della sperimentazione e, possibilmente, si evitava di girare in 35mm, formato considerato "di lusso" preferendo di gran lunga il vecchio 8mm o al massimo, il sedici. Tra i registi oggi, maggiormente noti anche al pubblico più popolare c'era Philippe Garrel, coinvolto direttamente nel movimento contestatario, ma in modo più apolitico, e autore in quel periodo di opere avanguardiste quali Le Revelateur e La Cicatrice Interieure.
Ed è grazie alla sua collaborazione con alcuni giovani artisti/cineasti (Sylvina Boissonnas - tra l'altro finanziatrice - e Serge Bard, tra i più attivi) che nacque il gruppo Zanzibar, le cui produzioni (per lo più mediometraggi, difficilmente superavano l'ora di durata) sono oggi conosciute come Zanzibar Films, grazie alla rinvenuta pubblicazione in DVD (estero) della francese re:voir. Come accennato, l'obiettivo della comunità Zanzibar era quello di riformulare un linguaggio cinematografico (e artistico) procedendo al passo di quel moto insurrezionale che esplodeva per le vie di Parigi; il primo esperimento, Actua 1, girato a più mani (compreso lo stesso Garrel) e secondo fonti(1), irrecuperabile poichè andato perduto (e sembrerebbe non essere l'unico, alla lista si aggiunge anche un ipotetico Acèphale 2), ritraeva effettivamente quello che accadde in quel maggio '68. Da quell'anno, e fino al 1972, furono tredici i film realizzati dal gruppo Zanzibar, tra cui i suddetti lavori di Garrel, oltre che un altro suo film: La Concentration (1968). L'opera qui presa in esame, Acèphale(2), è un autentico cimelio e rappresenta senz'ombra di dubbio uno degli esempi migliori, in quanto riesce a coniugare alla perfezione le influenze dettate dalle avanguardie americane del periodo - e da cui Garrel era a sua volta influenzato(3) - con una raffigurazione pulsante della realtà vissuta in quelle giornate di protesta; basti vedere l'ambientazione (i caseggiati parigini, la ferrovia) resa ancor più caliginosa dalla fotografia cinerea. L'incipt è già esemplificativo dell'atto rivoluzionario nei confronti dell'oggetto cinema: il primissimo piano della testa di un uomo in procinto di essere rasata e che rotea circolarmente come il rumore della sega elettrica che si ode al posto del suono originale, quello del rasoio che, in un film tradizionale, avrebbe magari dovuto accompagnare la scena. La necessità quindi di azzerare un determinato concetto cinematografico per riformularlo sotto un'ottica nuova, in questo senso, un'operazione simile a quanto già espresso da Bunuel, con l'occhio reciso di Un Chien Andalou (1929). Dopo una schermata bianca di alcuni secondi, dove la scritta Acèphale non verrà colta se per sbaglio abbiamo socchiuso la palpebra proprio nell'istante della sua apparizione, Il film di Deval procede seguendo accuratamente non solo le caratteristiche del cinema sperimentale (intervalli pseudo-documentaristici, monologhi teatrali di riminescenze rolliniane, sovraesposizioni e out of focus dove i volti degli attori vengono inghiottiti in un nero profondo, in netto contrasto al bianco abbacinante che permea in prevalenza la pellicola), ma facendosi anche antesignano del minimalismo contemporaneo, attraverso piani sequenza di una certa durata, avvicinandosi così, prepotentemente, ai film di Garrel e in particolar modo a Le Revelateur. Meno onirico di quest'ultimo, ma pregno ugualmente di un'atmosfera rarefatta (visto, oltretutto, il largo utilizzo di riverberi usati sul reparto sonoro, specialmente quello vocale), anche in Acèphale, i contrasti dettati dal monocromatismo fotografico descrivono perfettamente la tempesta esistenziale che anima il gruppo dei giovani dandy protagonisti; insediati negli spazi marginali di appartamenti fatiscenti; vaganti per zone urbane dismesse; intrappolati (favolosa ed emblematica la sequenza della galleria ferroviaria, con i ragazzi dapprima bloccati di fronte a un cancello chiuso e successivamente, sdraiati sui binari, emulatori di una  morte/rinascita) come animali desiderosi di ritrovare la propria libertà. Ma forse, la più rappresentativa metafora ideologica di un ritorno alle origini, emerge proprio in quell'area estatica rappresentata da una foresta ancestrale (forse la stessa Foresta Nera del film di Garrel); un tableau-vivant formato dai corpi incastonati tra rocce, piante, terra. Cinema antropologico, atto a consumarsi davanti a un fuoco; ad avvilupparsi tra i rami di un albero; a rigenerarsi nel tempo, come un corpo terrigeno.
 
(1) Notizie relative ai film Zanzibar sono riportate nel libro: Les films Zanzibar et les Dandys de Mai 1968, Paris Experimental, Paris, 2007 di Sally Shafto
(2) Il titolo Acèphale (letteralmente: "sensa testa"), si ispira all'ononimo testo di Georges Bataille.
(3) Garrel, ebbe occasione di frequentare per un periodo Andy Warhol e l'ambiente delle avanguardie americane. In quegli anni conobbe Nico (Christa Päffgen), con la quale iniziò una stretta collaborazione.


4 commenti:

  1. Film letteralmente stordente. La scena iniziale è delle più alienanti-annichilenti mai viste sullo schermo, almeno per il sottoscritto. E ti rinnovo i complimenti, ViS, sinceri: questa rubrica è quanto di più interessante mi capiti di leggere nella blogosfera da molto tempo a questa parte.

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    1. Ti ringrazio Yorick, lo so che "Rivoluzioni", fin dal suo primo post ti ha subito preso. E' che ci sono tantissime chikke che meritano assolutamente di essere riportate alla luce, anche cose più surrealiste, sempre del periodo, che spesso con la tipologia dei film "politico-rivoluzionari" vanno a braccetto. Se non lo avessi già fatto, da parte mia ti rinnovo l'invito a vederti "Le Revelateur"... :p

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    2. Orpo, l'ho visto, sì, lR, mi pare pure che me l'avessi pure passato tu in quel di Torino.

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    3. Esatto, quando ci troviamo magari mi dirai qualcosa a riguardo allora :)

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