16.4.13

Echi #2 | Alain Resnais

Negli anni '60, mettere l'atto del pensare in un film era una cosa nuova, rendeva moderna tutta la rabbia di quel periodo. Nel 1962, il regista Alain Resnais realizza
L'Année Derniere a Marienbad (L'Anno Scorso a Marienbad), opera innovatrice all'interno della "nouvelle vague", incentrata su una coppia che si perde tra gli spazi di un maestoso ed immenso albergo, dove lui, sembra ricordarsi di aver conosciuto lei...
Per tutto il film, Resnais ci fà dubitare volontariamente delle fondamenta del racconto cinematografico; la continuità, la memoria e la verità. Nessuna pellicola prima di questa aveva affrontato così direttamente il tema dell'incertezza. L'incipt resterà memorabile, con quella voce fuori campo che risuona all'infinito, introducendoci...

"...in questo albergo immenso, questo palazzo d'altri tempi, lussuoso, barocco, lugubre, dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi, silenziosi, deserti, gelidamente decorati da intarsi in legno, stucchi, pannelli intagliati, marmi, specchi neri, quadri dalle tinte scure, colonne, riquadri scolpiti delle porte, prospettiva di porte, di gallerie, di corridoi trasversali che sboccano a loro volta in saloni deserti, saloni sovraccarichi di una decorazione d'altri tempi, in sale silenziose dove i passi di colui che le attraversa sono assorbiti da tappeti così pesanti, così spessi, che nessun rumore di passi arriva alle sue orecchie, come se persino le orecchie di chi cammina fossero lontane, lontanissime, tra pilastri di pietra su cui mi inoltravo ancora una volta, lungo quei corridoi, attraverso quei saloni, quelle gallerie, in quel palazzo d'altri tempi, in quell'albergo immenso..." 
- L'Anno Scorso a Marienbad -

8 commenti:

  1. Per me è stata una visione parecchio difficile. Mi sono addormentata più volte e forse per questo (anzi, sicuramente) non c'ho capito molto. Salvo il fascino indiscutibile di luogo e personaggi ma mi ci vorrà un bel po' per ritentare la visione!

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    1. Il vero scopo del film (e del regista) è quello di porre lo spettatore di fronte all'interrogativo se su ciò che stà vedendo sia reale o meno. Surrealismo dunque, ma diverso da quello bunueliano a cui determinato cinema ci aveva abituati in precedenza. Penso che in definitiva ci sia poco da capire, direi piuttosto che ti sei lasciata trasportare (giustamente) dall'atmosfera onirica che avvolge il film ;)

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  2. Questo di Resnais mi manca, lo recupero immediatamente. Grande regista, e complimenti a te per dargli ancora spazio in un periodo in cui, purtroppo, ci si ricorda così poco di questi maestri.

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    1. Ci mancherebbe! Ritengo che non si possa esimersi dal ricordare ed approfondire (anche solo per un film) su tutti quei maestri che per una ragione o l'altra, hanno cambiato modo di fare e pensare il cinema. Trovo inoltre fondamentale influenze e legami con le opere contemporanee; gente come Bresson, Godard, Antonioni, Resnais per l'appunto, hanno insegnato e non si possono assolutamente ignorare!

      P:S. Ho visto Ladoni, ma aspetto che ne parli tu :)

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  3. Grande film, come tutti quelli di Resnais, di cui apprezzo molto anche quelli più leggeri, come Pas sur la bouche, o Parole,parole, parole. Aspetto con ansia Vous n'avez encore rien vu, che chissà quando verrà distribuito.

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    1. Non ne ho ancora visti molti di Resnais (Notte e Nebbia, Gli Amori Folli), questo però è significativo come svolta nel modo di concepire il cinema. Amos Vogel l'aveva inserito nel suo libro (una vera enciclopedia) "Film as a Subversive Art".

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  4. Ti consiglio vivamente L'amour a mort e Melo, sono i miei film preferiti di questo grandissimo regista...anche a me piacciono i "leggeri", mon oncle d'amerique o parole, parole, parole ma anche cuori, tutti deliziosi

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    1. Mi terrò a mente questi titoli allora. Grazie per le segnalazioni!

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