1.4.14

Tracce #16 | Danse Macabre

Pedro Pires
Canada, 2009
8 minuti

Per un pò di tempo dopo la morte, noi ci pensiamo completamente inerti. In realtà il nostro corpo è animato, esso si esprime e si agita in un macabro balletto finale. - Pedro Pires

Il cammino intimo di un corpo dopo la sua morte.
Questa la sintesi, e l'essenza, di Danse Macabre: lirico canto del rifiuto alla morte che ci arriva direttamente dal Canada, nato da un idea di Robert Lepage e diretto da Pedro Pires.
E' innegabile, per tema trattato, l'affinità che lega questo cortometraggio ai primi lavori dello spagnolo Nacho Cerdà, in modo particolare alla sua opera di culto Aftermath (1994), autentico esempio di "splatter d'autore". In entrambi i film, lo spazio è una sala autopsica, occupata da un corpo che ha cessato la sua esistenza in modo tragico (qui un suicidio; nel film di Cerdà, un incidente stradale). Ma in Aftermath, nonostante la rigorosa poetica cerdàna (culminante in Genesis, 1998), dopo la morte c'era solamente il gelo; il corpo diventava mero oggetto da violare, l'anima era assente, e l'unico attimo di "speranza eterna" affiorava flebile nella sequenza della collanina con il crocifisso data in mano ai genitori della vittima. Danse Macabre, dal canto suo ci mostra invece un corpo, che anche dopo la sua morte fisica si affanna per continuare a vivere. Possiamo vederlo muoversi, "danzare" leggiadro sulle note della Casta Diva (mentre i frammenti di una vita passata scorrono davanti ai nostri occhi) o piangere durante l'autopsia. E' un corpo che ha cercato la morte e che ora, rifiuta di abbandonarsi ad essa, tanto che nemmeno l'atto crematorio finale, sembra spegnere definitivamente quella luce (la fiamma) che continua a sopravvivere. E sotto quest'aspetto, è interessante notare la scelta del colore, dominato dai toni caldi (in contrapposizione alla glacialità di Aftermath) che è di fondamentale importanza nella rappresentazione di tale condizione post-mortem. Per il resto, oltre ad uno sfoggio, forse leggermente più barocco dell'ambientazione, le analogie stilistiche con il film di Cerdà si riscontrano soprattutto nella meticolosa cura dei dettagli (lo scolo del lavabo, il getto d'acqua, l'orecchio gocciolante, i dettagli del corpo catturati in flashback), ma anche nel reparto musicale, composto in entrambi i casi da imponenti opere classiche. Proiettato in svariati Festival tra cui il TIFF (Toronto International Film Festival), il film è stato realizzato in due versioni: una da 6 minuti circa, l'unica che fino a qualche tempo fa si poteva visionare in rete e quella ufficiale, che si era vista solo alle proiezioni ma ora, finalmente disponibile, anche qui.

17 commenti:

  1. Oh, finalmente torni alle origini e scrivi di film che, senza di te, non avrei mai scoperto! Adoro questo tuo lato. Certo apprezzo molto anche le tue disamine su pellicole come le ultime, ma quando porti alla luce certe perle sei da encomiare a tutto spiano. Anche a me il cortometraggio ha ricordato Cerda, però di fatto mi ha più che altro inquietato, e non poco, per quanto l'estasi estetica fosse unica e meravigliosa.

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    1. Ma guarda, l'imput decisivo per questo articolo (che tra l'altro era già stato abbozzato da tempo) me l'hai dato involontariamente te. Stavo sbirciando sulla tua pagina FB e l'occhio mi è caduto su "Sound of my Voice" (ma ti è piaciuto? A me ha deluso abbastanza) e mi sono ricordato che da qualche parte ne avevo scritto due righe, ai tempi di Tumblr. Ho quindi rispolverato appunti vecchi, tra i quali ho trovato questo su Danse Macabre. Quindi, grazie ;)

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    2. No, non molto. Ha qualche spunto interessante, che forse lo rende uno sci-fi più interessante rispetto la media, per quanto mi sembri derivativo dall'ultimo Kubrick, però di fatto non è il mio genere. Comunque, giusto ieri mi sono sparato un bel po' di cortometraggi, quindi mi sa che anch'io dovrò scrivere qualcosa a proposito di un regista cortometraggistico. In settimana, però. Perché domani tocca a "Himala" <3

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    3. Infatti, la stessa impressione che ho avuto io: idea di base interessante, ma da quel che ricordo, decisamente rovinata nel finale, che praticamente ti lascia a bocca asciutta. "Himala"?... Fai ritorno ai tuoi territori orientali? :p

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    4. Eh, era da un po' che carezzavo l'idea di parlarne (ne avevo accennato anche nella recensione su "Imburnal"), anche perché un film come "Century of birthing" (ma non solo) dev'essere visto alla luce di quel filmone lì, e con "Simulacri" mi sono creato lo spazio giusto per inserirlo.

      [OFF-TOPIC Hai visto che hanno subbato "Sudoeste" in italiano?]

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    5. Encomiabile riesumo, con "Himala". Grazie, anche per i sub di "Sudoeste", necessari :)

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  2. Splendido questo cortometraggio! davvero affascinante! Un giorno mi spiegherai come fai a beccare perle del genere!

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    1. Hai ragione, affascinante e molto, molto poetico. Però mi credi che non riesco a ricordare in che maniera ne sono venuto a conoscenza? La maggior parte li scopro su Mubi, ma per questo, sono quasi sicuro di aver ricevuto altre dritte.. boh!

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  3. mi sa che lo guardo anche io, ma aftermath si trova in giro vero? :)

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    1. Io c'è l'ho in dvd, però lo trovi anche qui: https://www.youtube.com/watch?v=tT39Pzg9CUc
      Ti avverto che è per stomaci forti ;)

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    2. uh addirittura, considerando che ho visto il cinema di fulci e romero - roba gore per intenderci - posso digerirlo grazie ^_^

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    3. no, ma che è un autopsia? Noooo per carità, meglio danse macabre...sperando che sia meno pesante :)

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    4. Ma come, non sei riuscita nemmeno a superare l'autopsia? La batosta arrivava dopo... :D
      Scherzo! "Danse Macabre" comunque non è gore ed è leggerissimo, vai tranquilla.
      P.S. Fulci era il miglior artigiano che avevamo, in fatto di horror/splatter, da lodare ;)

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    5. condivido in pieno, sono una fan di Fulci io, si vedrò danse macabre, sono incuriosita da questo corto ^_^ Adoro anche Romero, tempo fa nel mio blog feci una rassegna dei film di Romero che ho visto tutti quanti, grazie per aver parlato di questo corto :)

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  4. visto tempo fa, forse il corto più bello che abbia mai visto

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    1. Di corti ne ho visti a palate, quindi per me è molto più difficile poter scegliere. Una cosa è certa: il migliore visto nel 2013 è senz'altro "Light Horizon", sette minuti, unico piano sequenza, stupendo e poetico. Ne ho scritto e lo puoi vedere qui: http://visionesospesa.blogspot.it/2013/08/tracce-9-orizzonte-di-luce.html

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  5. sì ho visto, ma resto sulla mia idea. anche se debbo dire che i vari di Nacho Cerda non scherzano... Aftermath è un vero pugno in pieno volto!

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