1.5.13

Tracce #3 | Sguardi irlandesi

(M) 
Dean Kavanagh
Irlanda, 2010
7 minuti


Capita spesso, che si tragga maggior appagamento da una breve composizione di immagini, sequenze, situazioni, in soli 5 minuti di visione che non da un film di normale durata. La ricerca del cortometraggio, quando non viene effettuata ha scopi di approfondimento (Tracce #1) su un autore già consolidato e conosciuto attraverso le sue opere importanti, porta inevitabilmente alla scoperta di nuovi artisti che, aldilà possano poi rivelarsi futuri talenti o meno, vale comunque la pena di osservare. Certo, ci vuole innanzitutto passione e anche una buona dose di pazienza nell'andare a setacciare tra le fonti informatiche che riteniamo più consone al nostro obiettivo.
Ma il più delle volte si viene ripagati, come nel caso di questo Dean Kavanagh, giovanissimo autore indipendente, nonchè fotografo e musicista, nato a Dublino nel 1989 e scoperto dal regista iraniano Rouzbeh Rashidi, fondatore della Experimental Film Society. Kavanagh è un esordiente per modo di dire, visto che dal 2006 ha al suo attivo 28 cortometraggi (incluso il segmento Detrius, inserito nel progetto collettivo In Passing - 2010) di cui una quindicina realizzati per la EFS (2008-2010) e il recente approdo al lungometraggio con History of Water (2012).
(M) rientra nella fase in cui Kavanagh, dopo aver abbandonato gli elementi narrativi convenzionali che caratterizzavano i suoi lavori antecedenti l'incontro con Rashidi, sceglie di seguire la strada più sperimentale battuta dalla EFS, sapendo però cogliere al tempo stesso i segnali della corrente attuale improntata al minimalismo. I lavori dell'irlandese sono girati con budget ed equipaggiamenti ridottissimi, condizioni di luce naturale e ovviamente, attori non professionisti, ma denotano un'accurata attenzione nei dettagli e nel rapporto immagine/suono. Con (M) assistiamo ad una ricerca di sguardi, volti in direzione della finestra di un appartamento o verso il cielo carico di nubi; ricordi e pensieri di un legame che si è incrinato riaffiorano sotto la pioggia battente, s'innalzano accompagnati dal movimento rotatorio di una panoramica, cercano di liberarsi attraverso delle mani, titubanti sopra una tastiera...
Da tenere d'occhio e per chi volesse saperne di più: 

4 commenti:

  1. La tecnica è interessante, però il tutto mi dà troppo l'aria di essere una paccottiglia da studente universitario che vuole darsi un tono da radical chic a tutti i costi (troppi cliché, per i miei gusti: la mano sulla pioggia, la ragazzina infelice...) Magari mi sbaglio, anzi sicuramente, bisognerebbe vedere gli altri suoi 27 (!!!) cortometraggi, ma questo proprio non mi spinge a farlo.

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    1. Gli altri corti magari possono aspettare, visto anche una certa difficoltà a reperirli, ma il trailer del lungometraggio History of Water invece aumenta la mia curiosità. Oh, potrei anche sbagliare io, vedere in futuro altre cose del ragazzo e trovarle delle schifezze. Questo intanto mi ha preso bene!

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  2. A me non è dispiaciuto. Bellissima fotografia, musica evocativa, trama un po' troppo esile (più che altro una crisi immaginata, appena percepibile). Niente male, nel complesso. Il lungometraggio, però, promette bene. Gli irlandesi ci sanno fare.

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    1. Mi fa piacere Bombus.
      Hai ragione, esilissima, per l'appunto una serie di segnali che fanno solamente percepire e a mio parere, giustamente dosati anche in rapporto alla durata, senza toni pesanti. Una cosetta sciolta dai!

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