25.5.13

Tejùt (Milky Way)

Benedek Fliegauf
Ungheria, 2007
75 minuti


"Un punto di vista orbitale che ci permette di vedere il posto dove viviamo com’è realmente: un pianeta in uno spazio infinito. Nel film non ci sono città, campagne, conflitti politici, bensì la biosfera, i paesaggi senza tempo ed esseri strani e misteriosi che vivono in noi: noi stessi".
- Benedek Fliegauf

Quell'occhio impresso sul poster, che affiora dalla superficie lattea, è il nostro occhio che si dischiude in orizzonti illimitati. E' uno sguardo volto alla Madre Terra, al suo ciclo temporale e alle forme viventi che in essa si muovono, lentamente, assorte in azioni di ordinaria quotidianietà, a volte incomprensibili, a volte bizzarre.
Queste creature le osserviamo da lontano e di loro, a volte possiamo distinguerne solamente i contorni, figure geometriche perfettamente integrate in un universo pittorico che si snoda attraverso dieci, suggestivi, piani sequenza fissi. Dall'alba al tramonto; dall'incessante movimento di una pala eolica isolata nel nulla, alle ombre danzanti di due ragazzini, che si stagliano sulle luci della città in attesa di una nuova notte.


Tre anni prima dell'accomodante Womb, Fliegauf raggiunge con Tejùt, la vetta più sperimentale dagli esordi e ci conduce nella sua personale galleria di spazi e forme. Un corridoio minuziosamente decorato di veri e propri tablex vivants, e come in Rengeteg (un'interessante opinione quì, su impervie ardue visioni), ogni quadro esposto rappresenta un'istante: svago, lavoro, sesso, incomprensioni, abbandono, anche la morte fa capolino, con il calare dell'imbrunire, nel parco di una residenza condominiale. Situazioni vissute, indifferentemente, in qualsiasi zona del pianeta; l'origine etnica non ha importanza, il dialogo è universale, la comunicazione avviene esclusivamente attraverso gesti ed azioni, ciò che conta è la percezione soggettiva dell'immagine e dei suoni che la compongono. E in rapporto alla musica (realizzata dallo stesso Fliegauf, ma era già un'intuizione visto le assonanze con l'ossessivo riff di Dealer) mi soffermo un attimo per emettere un appunto del tutto personale e liberamente discutibile, riguardo al finale. Proprio sulle conturbanti note che accompagnano i titoli di coda e che ancora una volta scorrono su quella superficie lattea; proprio lì, in quell'istante, avrei immensamente apprezzato quell'occhio impresso sul poster.

10 commenti:

  1. Bellissima recensione per quello che,da come ne parli, sembrerebbe essere un gran film. Uno di quei film ostici, ma che ti rimangono dentro. Lo vedrò a breve.

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    1. Bisogna armarsi di grande pazienza, ostico certo, ma alla fine è una visione che non si dimentica facilmente. E naturalemente grazie per la dritta, attendo una tua recensione allora!

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  2. Segnato, appena do gli esami lo scarico e lo guardo. Del regista, ho visto ancora solamente "Womb", ma spasimo per vedere "Forest", questo "Milky way" e "Dealer": te e bombus siete stati troppo convincenti a riguardo.

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    1. Escludendo alcuni cortometraggi degli esordi, ora mi manca da vedere solamente l'ultimo, Just the Wind, ma è già pronto. Posso dunque confermare che i film citati meritano tutti e tre, personalmente però, penso che Dealer si elevi un gradino sopra. Aspetto le tue impressioni a riguardo!

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    2. Finalmente lo vedo anch'io, pazzesco. Mi manca l'esordio, ora, e credo dovrà passare del tempo. Ma che film! Leggevo che nei suoi film Fliegauf mostra ciò che ha perso, mentre in "Tejut" mostra ciò che ha trovato, definendolo un film dell'immaginazione: e hai ragione a sostenere che quell'occhio si dischiude in orizzonti illimitati (una frase che, dopo aver visto il film, trovo parecchio inquietante), altroché, e mi vien quasi da pensare, per questo, che sia una sorta di terzo occhio dischiuso al mondo. Gran film, parecchio ostico però.

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    3. Orpo, mi era sfuggito questo commento! La vedo esattemente come te e inquieta ulteriormente pensare al terzo occhio dischiuso al mondo. Se poi ci aggiungiamo la traccia sonora in chiusura... mamma mia!
      Se hai apprezzato questo, sarà lo stesso col cinese "Yuan Fang", sono sicuro...

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    4. "Distant", l'ho cercato, però ancora non si trova. Mi sa che dovrò avere la pazienz che tu stai portando con l'ultimo Dumont :(

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    5. Mi sa che dovrai averne molta di pazienza, ho cercato su YT se trovavo qualche altro corto oltre a "Light Horizon"... ma nulla! D'altronde bisogna patire un pò, dai :)

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  3. Anonimo12:10

    Se vi piacciono questi piani sequenze immersivi e asfissianti non esitate, cercate un certo James Benning, anche se li l'intento è molto più "naturalistico" rispetto alla rigorosa costruzione di Fliegauf. Di Benning si trovano parecchie cose, per incominciare consiglio la California Trilogy.

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    1. Ho dato un'occhiata alla sua pagina Mubi ed è vero, ci sono parecchie cose, molto documentaristiche a occhio, e in base alle info sulle schede. Sembra comunque interessante, da approfondire. Ti ringrazio per la dritta!

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