5.3.13

Cannibal Love (Trouble Every Day)

Claire Denis
Francia, Germania, 2001
97 minuti


Il dottor Shane Brown (Vincent Gallo) e la moglie June sono in viaggio di nozze a Parigi. Lo scopo reale di Shane, che soffre di continue emicranie ed allucinazioni, è quello di mettersi in contatto con il ricercatore e collega francese Semeneau, bandito dalla comunità scientifica a causa di alcune ricerche sugli effetti che certe piante amazzoniche hanno sul cervello umano, in particolar modo sulla libido. Un tempo Shane, in Guyana, si sottopose assieme a Corè (Beatrice Dalle), la moglie di Semeneau, come cavia per l'esperimento, il quale consisteva nell'ottenere un aumento della libido, ma che aveva come effetto collaterale l'insorgenza del cannibalismo durante l'accoppiamento. Ora, Corè vive segregata in un appartamento per evitare qualsiasi contatto con le persone, contatto che per quest'ultime, risulterebbe fatale...
Due paroline per quello che ad oggi, considero il capolavoro di Claire Denis (L'Intrus, Nenette et Boni, White Material). Presentato fuori concorso a Cannes 2001, fischiato dai soliti quattro critici sapientoni e vergognosamente mal distribuito (come accade quasi sempre) 4 anni dopo anche nel nostro paese; spacciato per un porno-splatter "straight-to-video" (nei centri commerciali lo si trovava nelle ceste in mezzo a robaccia di pessimo valore) e storpiato con l'affibbiamento di un titolo a dir poco ignobile (Mangiata Viva), neanche fosse un omaggio ai film di Lenzi. Tutto questo per cercare di vendere un prodotto che altrimenti, se proposto nella sua vera veste, in Italia non se lo sarebbe filato nessuno. In realtà l'horror e l'erotismo presenti in Cannibal Love (ma potevano benissimo lasciare l'originale Trouble Every Day) è puramente cronenberghiano, s'insinua sotto quella pelle che la cineasta parigina esplora in ogni centimetro con eleganti movimenti della cinepresa, entrando più in profondità di quanto non possa sembrare all'apparenza. L'epidermide viene oltrepassata ed emerge una natura antropologica che riporta alle origini primordiali dell'essere umano. Notevole in tal senso la sequenza (l'unica che si può definire relativamente "gore") dell'accoppiamento mortale di Corè con un giovane malcapitato, magnifico tripudio di sensi. Ma più che le sanguinarie performance messe in atto dalla Dalle, vera mantide divoratrice ridotta ormai ad uno stadio animale e dominata solamente dagli istinti olfattivo/visivi/tattili, ciò che coinvolge maggiormente, è il sofferto rapporto tra un catatonico Shane in continua lotta con le sue pulsioni, imbottito di sedativi per arrestare il progressivo aumento della forma libido-cannibalica e June, che all'oscuro di tutto, soffre ancora di più nel percepire che nel marito, qualcosa non funziona. E l'apice di questa situazione è rappresentato nella intensa sequenza di quell'amplesso che non troverà conclusione, quel matrimonio non consumato dove l'atto liberatorio e solitario di Shane, dettato da vero amore, viene interpretato da June come un rifiuto incomprensibile di fronte a cui si trova impotente. Dopo una notte passata per le vie di Parigi in cerca di sensazioni (per lo più olfattive, vedi la scena della metropolitana) che possano placare l'insopportabile stato di repressione della malattia, Shane troverà sfogo (temporaneo) nel corpo di una giovane cameriera dell'hotel. All'alba la coppia si ritrova, uno sguardo, un abbraccio carico di speranze li unisce, mentre alle loro spalle, sulla tenda della doccia, un rivolo di sangue scorre lentamente.

6 commenti:

  1. questo non l'ho visto, di Claire Denis ne ho visto diversi, è una fuoriclasse, ce li ho tutti in lista:)

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    1. Tra i film di Claire visti, questo è al momento quello che preferisco. Con il tempo però vorrei approfondire meglio L'Intrus, che non mi ha convinto troppo.

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    2. un film "strano", ho scritto nel blog:

      un film di Claire Denis merita sempre, questo pure, anche se non ho capito quasi niente.
      è un flusso di coscienza, ma, se devi leggere il romanzo o qualche spiegazione, qualcosa non funziona a dovere.
      le immagini sono molto belle, stregano, come sempre, ma la storia non è alla portata dello spettatore (parlo per me, naturalmente).

      ciao f.

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    3. Infatti dopo averlo visto (senza sub tra l'altro) mi buttai a capofitto alla ricerca di recensioni. Il tutto però mi lasciò un pò l'amaro in bocca e come dici te, alla fine, a rimanere maggiormente impresse sono le immagini, specialmente le stupende ambientazioni.

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  2. sapevi che la ragazza russa misteriosa de "L'intrus" era (è morta) la moglie di Sharunas Bartas?

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    1. Si, Katerina Golubeva, morta qualche anno fà in circostanze ancora non chiare. Dopo la relazione con Bartas è stata compagna di Leos Carax, che tra l'altro con il lituano condivideva una certa amicizia. Ha lavorato anche in Twentynine Palms di Bruno Dumont.

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