15.3.13

Beasts of the Southern Wild

Benh Zeitlin
Usa, 2012
93 minuti


"Vedo che sono un piccolo pezzo di un grande, grande universo. E allora, sento che cosi' deve essere.
Quando moriro', gli scienziati del futuro troveranno tutto questo.
E verranno a sapere che, una volta, c'era una Hushpuppy, che viveva con suo padre a Bathtub."


Inevitabilmente, con le nomination agli Oscar e la recente proiezione nelle nostre sale, Beasts of the Southern Wild (meglio ignorare il titolo scelto per la distribuzione in Italia), film diretto dal giovane esordiente Benh Zeitlin, è quasi diventato un caso mediatico.

Tutti quanti, nello stesso momento, a parlare dell'intrepida Hushpuppy, bambina di 9 anni che, come tutti ormai sanno, vive con il padre Wink in una comunità del profondo Sud della Louisiana denominata Bathub, finchè un devastante uragano sommerge la baia e le temperature in aumento sciolgono i ghiacciai liberando imponenti creature preistoriche chiamate Aurochs...
Premetto che al cinema non ci sono andato e che mi tengo ben stretta invece, la versione in lingua originale recuperata parecchi mesi addietro. Ora, divulgarsi nell'ennesima recensione di un film che, per la linea di questo blog ha già deviato verso i binari del popolarismo, abbracciando consensi di unanimità quasi ovunque, non mi sembra attualmente necessario. Sento invece il dovere personale di fare due annotazioni veloci: delle premiazioni dell'Oscar non me ne può fregare di meno, il mio interesse semmai tende alle premiazioni dei Festival, però ipotizzando ad un obbligo di votazione, devo ammettere che anche la mia scelta sarebbe caduta su Quvenzhané Wallis; la ragazzina è una vera forza (e stavolta è proprio il caso di dirlo) della natura, con le sue elucubrazioni ed i suoi dirompenti stati d'animo sommerge l'intera pellicola ancor più di qualsiasi inondazione o riemersione di surreali creature. Guida il popolo alla sopravvivenza, sovrasta i corsi d'acqua con la sua rude barchetta e mette in ginocchio gli Auroch, ansimanti, che osservano con l'occhio di chi è già al vertice del traguardo più ambito (Hollywood). Per questo motivo, sono dell'opinione che di Zeitlin, sotto il profilo artistico, difficilmente si potrà assistere ad una seconda opera migliore di questa. Beasts of the Southern Wild è, e resterà un bell'esordio, ma sarà sicuramente più interessante parlarne fra qualche anno, quando le acque saranno rientrate negli argini, magari rievocando i pensieri di Hushpuppy così:

"Vedo che sono un piccolo pezzo di cinema, in un grande universo. E allora, sento che cosi' deve essere.
Quando moriro', i cinefili del futuro vedranno tutto questo.
E verranno a sapere che, una volta, c'era una Hushpuppy, che viveva con suo padre a Bathtub."


7 commenti:

  1. tanto adorabile nel film quanto insopportabile in un'intervista che ho avuto modo di vedere...la piccola Wallis sembra proprio la new sensation delle bimbeminkia!

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    1. Però, precoci effetti collaterali hollywoodiani? Dev'essere interessante quell'intervista, posso chiederti se combinazione l'hai vista in rete?

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  2. sono d'accordo che il tempo è signore, e, per principio, nel mio blog, non uso il tag "capolavoro" se non sono passati un po' di anni, quindi mai per i film nuovi.

    ad eccezione di "cosette" come l'ultimo di Bela Tarr:)

    stesso discorso vale per i libri, bisogna far scendere le acque, direbbe Hushpuppy, poi si vedrà cosa resta (e saranno sorprese, per molti)

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    1. The Turin Horse è qualcosa che và oltre, indiscutibile! Quando ho rivisto "Beasts..." mi sono ricordato di ciò che hai scritto in mia risposta al tuo post. Penso che ora siamo entrambi d'accordo sul fatto che un secondo film del regista, difficilmente possa eguagliare quest'opera prima.

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  3. Pensa che a me succede l'esatto opposto: se tutti parlano di una cosa, io la detesto. Residui post-adolescenziali? Probabile, o più probabilmente "se la sala è piena il film fa schifo", per citare Caparezza, cosa che sarà supponente e falsa ma il cui rovescio della medaglia è una piccola verità: "se la sala è vuota, il film non fa schifo". A parte le cazzate preprandiali, "Beasts of the southern wild" l'ho visto e mi è pure piaciuto, ma non credo sia un capolavoro, credo anzi che abbia un'autorialità alle spalle che molto Hollywood non sa nemmeno cosa sia e che questo film riesca bene ad amalgamarla con una storia popcornosa, un filino strappalacrime e insomma adatta al grande pubblico; un bel film, insomma, ma non un capolavoro se guardi ciò che c'è in giro (il citato Tarr, appunto), anzi un capolavoro solo se si è abituati a vedere solamente ciò che da anni e anni propina quel mostro senza testa di Hollywood.

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    1. Meno male che ho inserito il widget degli ultimi commenti, sennò quando ti beccavo?
      Di solito la penso come te, vado controcorrente e mi diverte un casino vedere quando tutti si rincorrono l'un l'altro nello stesso momento, per recensire lo stesso film (che poi è sempre la stessa storia), ma nel caso di "Beasts..." volevo scrivere due cosette, avendolo comunque visto parecchi mesi prima che il "grande popolo" ne scoprisse, non solo l'esistenza, ma che ne sentisse anche l'odore da lontano :) Ovviamente non è un capolavoro e il paragone con Tarr mi sembra più che appropriato. Come scritto, resto dell'idea che sia un bell'esordio, un film piacevole che riesce a penetrare con onestà, anche un circuito ormai privo d'inventiva come quello hollywoodiano.

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    2. Ma sì, figurati se vado a pensare che ti vai a recensire un film pre-confezionato, il mio sfogo, appunto, era verso diverse altre persone che hanno preferito aspettare gli Oscar e, poi (quindi?!), goderselo. Di solito, il tuo blog è una miniera di informazioni cinefile (si contano sulle dita di una mano i blogger che parlano ancora di Resnais, per quanto seminale sia), per cui il dramma, in questo caso, era semplicemente di essere arrivato tardi e, anzi, di aver visto tardi questo film e di esser prima e dopo balenato in quell'ondata di commenti post-Oscar che ne hanno fatto un capolavoro senza tempo. Tra l'altro il film me l'aveva consigliato bombus molto prima che in Italia se ne sentisse parlare, e io l'avevo recuperato per poi lasciarlo dormicchiare nel disco fisso per un tempo che oserei dire imbarazzante, tant'è che, se proprio c'era una critica nel commento, era a me che ho visto questo film "in ritardo", appunto. A parte questo, il film è indubbiamente onesto e riesce nello scopo di "penetrare Hollywood", il problema, secondo me, è che sarà un caso isolato, perché è come rianimare un cadavere e Hollywood, da troppo tempo a questa parte, sta sfornando solamente cazzate, magari arrampicandosi sull'autorialità di Tarantino (cioè, cioè!!!) o Spielberg o chi altri, e penso quindi che se Zeitlin farà altri buoni film sarà fuori dal circuito hollywoodiano.

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