19.3.13

Afterschool

Antonio Campos
Usa, 2008
102 minuti


Interessante esordio del promettente regista italo-brasiliano Antonio Campos. Presentato al 61º Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. Accostato spesso ad Elephant di Gus Van Sant (ma personalmente migliore) per la tematica socio-scolastica, Afterschool è un dramma adolescenziale dove si narra di Robert, ragazzo problematico e introverso che studia in una prestigiosa scuola del New England. Amante dei video on-line che spopolano in rete, tra sesso in presa diretta e violenze assortite, Robert decide di iscriversi al corso di videoriprese programmato per il doposcuola. Durante una di queste, assiste all'improvvisa morte di due popolari gemelle che frequentano il terzo anno, la causa: un'intossicazione di cocaina tagliata male. Il preside dell'istituto decide così di far realizzare un filmato commemorativo il cui incarico viene affidato a Robert, il quale però, già scioccato dal tragico evento, rivelerà tutta la sua fragilità interiore fino al sorprendente colpo di scena finale...
Film sul disagio giovanile contemporaneo, raccontato attraverso una generazione intrappolata nella rete del web, tra video amatoriali da scaricare e sostanze stupefacenti da spacciare, una generazione contraddistinta da un enorme vuoto esistenziale al confine tra vita virtuale e realtà. Lo stesso regista costruisce un'opera fatta di ritagli: finte riprese amatoriali, finte testimonianze che si sovrappongono al formato panoramico, composto da lunghissimi piani sequenza e inquadrature che focalizzano il soggetto quasi sempre agli estremi dello schermo. Per metà film il personale docente viene offuscato all'occhio dello spettatore (come intento è ad offuscare i fatti per mantenere il buon nome della scuola), gli insegnati non vengono mai mostrati in volto, impossibile per loro interagire con gli studenti, isolati dal mondo reale (esemplare in tal caso il momento in cui Robert si allontana lentamente dalla massa, in una bellissima scena dove la non-profondità di campo gioca un ruolo fondamentale di distacco). Impossibile soprattutto penetrare nella tormentata mente del protagonista, attanagliata da un segreto troppo grave e che verrà intuito (semi-svelato?) in un finale decisamente a sorpresa. Molte risposte rimangono in dubbio, o vengono risolte per accenni, intuizioni (chi è che riprende Robert mentre la sua cinepresa sta filmando la morte delle ragazze?, che rapporto si cela in realtà tra Dave e Amy?). In ogni caso per questo suo primo lungometraggio Antonio Campos dimostra di aver appreso bene le regole del cinema contemporaneo, esagerando forse un tantino nello sperimentare inquadrature fuori campo e lentissimi movimenti di macchina, dando quasi l'impressione di un esibito autocompiacimento nel voler crearsi a tutti i costi un suo particolare stile. Ma complessivamente Afterschool è una valida opera prima che senz'altro merita più di una visione.

6 commenti:

  1. Anche questo è uno di quei film che ho da un po' in attesa di visione. E, dato che Elephant mi è piaciuto, vedrò a breve. Grazie.
    La tua "lista" sta diventando molto corposa :)

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    1. Devo dirti invece che io non ho molta simpatia per Van Sant ed Elephant l'ho trovato alquanto irritante. Sulla stessa linea (ancor più di questo Afterschool) è senz'altro migliore Polytechnique, che narra del massacro all' Ècole Polytechnique di Montreal, avvenuto il 6 dicembre 1989. Sto ancora finendo di recuperare alcuni post dal vecchio blog, grazie per il tuo apprezzamento :)

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  2. Blog di un'eleganza unica per scelte, stile di scrittura, titolo del blog e anche design.
    Ti faccio i complimenti ma davvero per niente di facciata, veri veri veri.
    Ho faticato per trovare un film in comune, uno è questo.
    Ma mi appunterò tanti altri titoli che consigli.
    Mi ricordi Oltre il fondo di Eraserhead, conosci quel blog?
    Ho appena visto Il figlio dell'altra, ottimo.
    A presto (spero, sono sempre fermo...).

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    1. Gentilissimo! Non so se meritarmi tutti questi complimenti. Un sentito e sincero grazie!
      Che dirti? Per le scelte, costante ricerca e semplice passione per il cinema. Il titolo del blog (anche il tuo è bello accattivante) nasce dalla lettura di un libro su Philippe Garrel. Sullo stile di scrittura solleverei qualche dubbio... Il design invece è il mio settore, dunque sono soddisfatto della veste creata.
      Conosco Oltre il Fondo, è vero abbiamo gusti molto simili, lui però scrive meglio ;)
      Spero che in futuro troveremo altri film in comune su cui poterci confrontare, intanto, visto che ne parli bene, mi segno Il Figlio dell'altra.
      Benvenuto su Visione Sospesa e a presto (non fermarti troppo però... ;)

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  3. In realtà chi conosce bene la questione mediorentale potrebbe considerarlo davvero superficiale.
    Io, purtroppo o per fortuna, la politica la metto sempre in terzo o quarto piano.
    Guardo gli uomini.
    E sul quel versante è un ottimo film.
    A presto :)


    (ah, parlavo de Il figlio dell'altra eh)

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    1. Ok, quando l'avrò visto ti farò sapere la mia opinione. A presto!

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