17.5.16

Japón

Carlos Reygadas
Messico, Germania, Olanda, Spagna, 2002
130 minuti

È un grande piacere per me, oggi, poter raccogliere in questo spazio le sentite riflessioni di uno stimato amico, Dries, riguardo al portentoso esordio al lungometraggio di uno tra gli autori più significativi e ammirati del cinema contemporaneo. C'è un minimo d'intervento personale nell'impostazione del post, diciamo, conforme allo stile del blog, ma i pensieri che ne leggerete sono tutti farina del suo sacco.

Voglio ricordare inoltre, che Dries collabora con il portale di cinema Asianworld, al quale vanno doverosi ringraziamenti per il prezioso lavoro che ogni giorno, tutti i membri svolgono nella traduzione, offrendoci così la possibilità di vedere un cinema (specie quello orientale) rigorosamente sottotitolato in italiano, il che non è cosa da poco direi. Grazie!

Ci sono film che mentre li guardi, ti rendi conto appartengono ad un'altra categoria rispetto a tutto quello che si è visto fino a quel momento. Opere che trascendono dalla normale concezione filmica e si avvicinano alla spiritualità più profonda, film che quasi trascendono il metafisico. E Japón è senza dubbio uno di questi.
L'opera d'esordio di Carlos Reygadas è un film talmente immenso e spiazzante che si fatica a pensare sia un'opera prima, è un po' Primavera, estate, autunno, inverno... di Kim Ki-duk e un po' Il sapore della ciliegia di Kiarostami. È un film che fa supporre di trovarsi davanti a una mente superiore, di un qualcuno che abbia raggiunto l'illuminazione e sia riuscito a trasporre magistralmente su pellicola quella che è la complessità dell'animo umano, la rappresentazione del ciclo della vita dinanzi al quale l'uomo è solo un puntino insignificante che si eclissa nella luce sconfinata, o nel buio più totale, davanti a cose troppo più grandi di lui per essere anche solamente avvicinate. Japón, è già un titolo che per stessa ammissione di Reygadas non ha alcun significato attinente, è stato scelto solo per la musicalità della pronuncia, e non poteva essere altrimenti dal momento che non esiste una parola che possa racchiudere l'essenza della vita stessa. C'è un protagonista senza nome, un viaggiatore solitario che potrebbe essere o rappresentare benissimo lo spettatore, poichè Japón non vuole raccontare una storia, ma un viaggio: un lunghissimo viaggio che accompagna quello dell'uomo e del quale fatichiamo a comprenderne la meta o il senso, proprio come l'inesplicabilità dell'esistenza, ma durante il quale si impara ad apprezzarne le piccole cose, quelle che davvero contano verrebbe da dire, ma più realisticamente, le uniche che ci restano. Ed è proprio l'incontro con altre disperazioni a spostare l'ago della sua bilancia interiore verso la vita, che però gira come una ruota. Tanto che per ogni vita che nasce ce n'è una che muore, e a tal proposito, l'amplesso con l'anziana (simbolo di maternità e simulacro che si fa carico delle sofferenze umane) ha proprio il significato del passaggio di consegna.
Japón è un lento incedere nella miseria umana, l'affannata ricerca di un senso in mezzo al nulla, che Reygadas trasforma in palcolscenico del visivo (l'ascesa al monte: solamente l'uomo e l'imponente forza della Natura)... Fino a quella corsa disperata sul binario della vita che di colpo si interrompe, la Morte che si manifesta ineluttabile.
Capolinea.

4 commenti:

  1. ci eravamo incrociati la prima volta per questo film grandissimo :
    https://markx7.blogspot.it/2011/12/japon-carlos-reygadas.html?showComment=1360992326276

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    1. Orpo Ismaele, è vero! L'ho riletto con piacere quell'incontro :)

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  2. Anonimo19:55

    Mi fa pensare ad un film documentario sulla riproduzione delle specie e la mancata possibilità da parte dell'uomo di alzare la testa, con un gesto come togliersi la vita. Le leggi della natura prevalgono, la forza della natura non ci permette di fare scelte, come da sempre intrappolati dalla vita. I movimenti della camera, ascensione e discensione, temi molto interessanti. La musica, i suoni e le immagini parlano direttamente un linguaggio che non ha bisogno di comprensione. Grazie per il tuo blog, la scelta dei films and reviews sono per me un filtro per un cinema un po' più' interessante. I'll be checking out your blog regularly. thanks again.

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    1. Grazie a te per l'interessante pensiero e per l'appoggio a questo piccolo spazio virtuale!

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