17.3.13

Innocence

Lucile Hadzialilovic
Francia, Belgio, Uk, 2004
115 minuti


Prima di tutto, più di una curiosità visto che Lucile Hadzialilovic (altro nome impronunciabile) è moglie di un certo Gaspar Noè, e che ha collaborato come attrice, montatrice e sceneggiatrice, niente di meno che a Carne (1991), Seul Contre Tous (1998) e l'ultimo Enter the Void (2009). Di origini bosniache, la regista approda per la seconda volta a Cannes, nella sezione Un Certain Regard, con questo suo terzo lungometraggio.
Innocence si presenta come una stranissima favola moderna ricca di simbolismi, dove l'innocenza rappresentata si annida tra le stanze di un isolato collegio femminile e l'immenso bosco esterno che ne fa da cornice. Aldilà di esso, l'altro mondo, il "Teatro degli Adulti"; una dimensione sconosciuta che incute timore e smarrimento, perchè passaggio definitivo verso la maturità. A turno, per le fanciulle arriva l'inevitabile momento del transito, attraverso il lungo viale alberato che inizialmente vediamo percorrere segretamente dalla più "anziana" Bianca nelle ore notturne; quella rosa rossa lanciata in sua direzione durante l'ultima esibizione, il guanto appoggiato alla poltrona vuota, segni anticipatori della fine dell'innocenza e dell'inizio di un nuovo percorso (lo splendido finale sotto la fontana). Un mistero per le più giovani e specialmente per l'ultima arrivata Iris, che si risveglia improvvisamente all'interno di una bara (trovata geniale per rappresentare l'arrivo delle nuove allieve) attorniata dalle compagne, spaesata all'interno di un universo interamente governato da esse e che si rivelerà ben presto come una sorta di paese dei balocchi, anche se le regole ci sono: l'assegnazione del fiocco colorato da annodare sui capelli in base al grado di anzianità, i pasti preparati dall'ambigua servitù (loro fanno tutto quello che noi le chiediamo... dice Bianca alla più giovane), l'istruzione, assegnata alle due madmoiselle e che comprende lezioni improntate sulla danza e la scienza (esemplari le sequenze nel parco), il coprifuoco dopo le 9 di sera. Tutto il film è contraddistinto da un'aura ipnotica e surreale, grazie all'alternarsi tra sequenze più oscure attraverso i labirintici corridoi dell'istituto, ad altre più luminose tra il verde rigoglioso della natura circostante. I richiami all'australiano Picnic at Hanging Rock di Peter Weir sono forti, ma anche le influenze delle favole classiche; Alice nel Paese delle Meraviglie, giusto per ricordare che Alice, guarda caso è la ragazzina che spera fortemente di essere scelta dall'evanescente direttrice per essere portata via dal collegio (ne scelgono una all'anno) e volendo si potrebbe citare anche Suspiria di Argento. Mai distribuito in Italia (ormai non è più una novità) Innocence è ispirato alla novella dello scrittore tedesco Frank Wedekind Mine-Haha, lo stesso da cui è tratta anche un'altra pellicola, L'Educazione Fisica delle Fanciulle di John Irvin, questa invece disponibile anche da noi.

2 commenti:

  1. Di questo film mi ero fatto, pregiudizialmente, un giudizio completamente diverso, chissà perché. Lo ritenevo un film leggero leggero. Invece, dalla tua recensione, sembra davvero un film interessante e l'aura surreale che lo pervade mi ispira parecchio. Grazie.

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    1. Effettivamente ad un primo sguardo, proprio l'aura surreale e l'ambientazione favolistica tendono a distrarre da quegli aspetti contenutistici che, ad un secondo approccio al film, vengono per forza di cose a galla, ottimizzandone di conseguenza il giudizio finale.

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